Quanto è potente una bomba atomica: gli effetti di una singola esplosione nucleare

Quanto è potente una bomba atomica: gli effetti di una singola esplosione nucleare

Se sganciata la bomba nucleare può provocare effetti devastanti sia nell’immediato che a lungo termine, con pesanti ed irreversibili danni genetici.

A 74 anni dall’utilizzo della bomba atomica su Nagasaki e Hiroshima, la storia rischia tristemente di ripetersi. Quella ciclicità di cui parlava il filosofo tedesco Frederick Nietzsche è segno che dagli errori del passato non si trae mai una lezione per il futuro.

Oggi lo spettro di quel disastro riaffiora e si fa sempre più certezza. Se la Russia si sentirà minacciata non ci penserà due volte ad utilizzare il suo arsenale nucleare per dare una svolta al conflitto russo-ucraino.

Le parole del portavoce del Cremlino Peskov sono apparse incontrovertibili e più di una volta Vladimir Putin ha ricordato alla NATO e all’Unione europea i mezzi nucleari di cui dispone.

Tuttavia, alla luce anche delle presunte condizioni critiche di salute del capo del Cremlino, questo gesto potrebbe inserirlo a tutti gli effetti nei libri di storia, in negativo, si intende, ma consegnargli l’immortalità.

Non si conoscono bene le intenzioni di Putin, che ha visto mutare la guerra da lampo in logoramento.

Ad un mese dall’inizio del conflitto, il solo modo per poter imprimere una svolta è usare l’atomica con l’Unione europea che ha già pronto il piano di intervento.

Ma vediamo quali sarebbero gli effetti di una singola esplosione nucleare.

Quanto è potente una bomba atomica: gli effetti istantanei e quasi immediati

Con 4.477 testate nucleari, la Russia può vantare un arsenale distruttivo di tutto rispetto, con armi che possono coprire una distanza di 2.500km, arrivando fino alla Spagna e all’Irlanda.

Tuttavia, Putin pare non abbia intenzione, per ora, di attaccare l’Occidente, ma limitarsi all’eventuale utilizzo dell’atomica in Ucraina, con scenari drammatici. A questo proposito, uno studio dei ricercatori dell’Università di Princeton nel 2019 ha simulato gli effetti di un’esplosione atomica.

Le moderne armi nucleari hanno un potere esplosivo molto maggiore rispetto alle due bombe atomiche sganciate nel 1945 in Giappone, aumentando notevolmente la portata della devastazione.

A seconda della potenza della bomba si avrebbe:

  • Un raggio di distruzione totale immediata;
  • Un raggio maggiore di luce abbagliante e calore;
  • Area di fallout radioattivo estesa.

Gli effetti possono essere:

  • Istantanei, con vaporizzazione di tutto il tessuto umano;
  • Quasi immediati, con le persone all’interno degli edifici uccise dal collasso di questi ultimi;
  • A breve termine;
  • A lungo termine.

Inoltre, gli effetti sono “limitati” all’area in cui viene fatto esplodere l’ordigno, area che raggiunge una temperatura di diversi milioni di gradi centigradi.

Il tasso di mortalità immediata è superiore al 90% con diversi incendi singoli degli edifici che si trasformano in una tempesta d’incendio con relativa consumazione dell’ossigeno.

All’aumentare del calore, l’aria viene aspirata al livello del suolo o in prossimità di esso, generando dei venti fortissimi, dei veri e propri uragani letali e un incendio permanente, mentre l’ossigeno fresco viene bruciato.

Coloro i quali si trovano nei rifugi sotterranei e sopravvivono al calore iniziale dell’esplosione nucleare, muoiono soffocate.

Al di fuori dell’area di distruzione totale, vi è una percentuale gradualmente crescente di sopravvissuti immediati, ma soffrirà di:

  • Ustioni;
  • Cecità;
  • Sgravi lesioni interne.

Quanto è potente una bomba atomica: gli effetti a breve e lungo termine

Tra gli effetti a breve termine, i sopravvissuti dovranno fare i conti con il risvolto delle piogge radioattive che colpiranno nel giro di pochi giorni.

L’entità delle precipitazioni varia a seconda se la bomba nucleare esploda nell’aria o impatti con il suolo, generando una quantità maggiore di detriti radioattivi.

In base al vento, le particelle più pesanti di materiale radioattivo cadono nelle vicinanze, quelle più sottili anche a lunghe distanze.

L’esplosione di Chernobyl, nel 1986, diede vita ad una pioggia radioattiva che si propagò in un arco temporale ampio fino a giungere l’Europa settentrionale, spingendosi fino a 2.700km dal sito dell’esplosione.

Gli effetti dell’esplosione nucleare ad alti livelli di caduta radioattiva portano a:

  • Perdita di capelli;
  • Emorragie dalla bocca e dalle gengive;
  • Emorragie interne e diarrea emorragica;
  • Ulcere gangrenose;
  • Vomito;
  • Febbre;
  • Delirio;
  • Coma terminale.

Se l’esposizione è più bassa, vi sono maggiori possibilità di sopravvivenza almeno a breve termine, comunque il tasso di mortalità rimane elevato. Le donne incinte corrono il serio rischio di avere un aborto o dare alla luce bambini con gravi disabilità, con danneggiamento del sistema immunitario.

Gli effetti a lungo termine dell’esplosione nucleare comportano:

  • Tumori, che possono verificarsi anche vent’anni dopo dalla contaminazione radioattiva;
  • Danni genetici;
  • Danni al clima e all’ambiente;
  • Impatto sulla produzione alimentare.

A causa del lungo periodo che intercorre tra l’esposizione e l’insorgenza del cancro, è difficile attribuire un determinato cancro a una causa particolare.

Quanto è potente una bomba atomica: si può sopravvivere?

Alla luce di quanto accaduto a Nagasaki e Hiroshima, città distrutte e poi ricostruite, le conseguenze di un attacco nucleare sarebbero comunque circoscritte all’area di esplosione, fatte salvo le vittime nell’immediato e nelle settimane successive anche nelle zone limitrofe interessate (il territorio di 2 nazioni) dallo scoppio della bomba.

Come abbiamo illustrato, anche coloro i quali si trovano nascosti nei bunker non rimarrebbero immuni dalle conseguenze dell’esplosione.

Tuttavia, la popolazione sopravvivrebbe con i danni che abbiamo illustrato. Le città si possono ricostruire, ma la perdita in termini di vite umane sarebbe un prezzo davvero alto, specie se ad essere sganciato non fosse un solo ordigno.