Cos’è la NATO: a cosa serve, chi ne fa parte e l’impegno dell’Italia

Cos'è la NATO: a cosa serve, chi ne fa parte e l'impegno dell'Italia

Da decenni la NATO garantisce e tutela la pace in Europa anche con il contributo del nostro Paese.

La NATO (North Atlantic Treaty Organization) è un’alleanza politico-militare tra i diversi stati membri che ne fanno parte ed ha lo scopo di tutelarne e salvaguardarne la libertà e la sicurezza, mediante l’uso di mezzi politici e militari, in linea con i principi dello statuto delle Nazioni Unite.

Le nazioni che hanno sottoscritto il Patto Atlantico che, di fatto, sancisce la nascita della NATO, contribuiscono alla causa collettiva a seconda di quelle che sono le proprie disponibilità, sia di uomini che di mezzi.

L’adesione all’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord non limita la libertà sovrana di ogni stato in materia di difesa, anzi l’Alleanza consente loro di concretizzare i propri obiettivi puntando sullo sforzo e la cooperazione collettiva.

NATO: a cosa serve

La NATO nasce nell’aprile del 1949. I suoi tratti peculiari sono: l’impegno comune e la volontà di cooperazione tra gli stati membri.

Ogni Paese, infatti, può contare sull’appoggio degli altri al fine di garantire la propria sicurezza che non può prescindere da un rapporto stabile tra i sottoscrittori del Patto.

Ogni Stato membro ha una propria delegazione presso la sede centrale della NATO a Bruxelles.

NATO: chi ne fa parte

Attualmente i membri della NATO sono 30, di cui 22 sono anche membri dell’Unione europea.

I primi firmatari del Trattato nel 1949:

  • Italia;
  • Belgio;
  • Canada;
  • Danimarca;
  • Francia;
  • Islanda;
  • Lussemburgo;
  • Norvegia;
  • Olanda;
  • Portogallo;
  • Regno Unito;
  • Stati Uniti.

Successivamente si unirono:

  • Grecia e Turchia nel 1952;
  • Germania (all’epoca del Trattato Repubblica Federale di Germania) nel 1955;
  • Spagna nel 1982;
  • Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca nel 1999;
  • Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia nel 2004;
  • Albania e Croazia nel 2009;
  • Montenegro nel 2017;
  • Macedonia del Nord nel 2020.

Proprio al fine di allargare la platea degli stati aderenti, nel 1994, all’indomani del vertice di Bruxelles, venne istituito il Partenariato per la Pace (PfP) con la duplice valenza di:

  • Strumento di cooperazione;
  • Preparazione e vaglio dei Paesi per un allargamento dell’Alleanza verso est.

L’iniziativa, che consta di 29 Paesi partner, si basa sulle relazioni individuali e bilaterali tra la NATO e il singolo paese ed ha come scopo quello di:

  • garantire pace e sicurezza nell’area euro-atlantica;
  • gestire le crisi
  • provvedere ad interventi umanitari.

Elementi ripresi e affermati nel Nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza tenutosi a Washinton nel 1999.

NATO: in cosa consiste l’impegno italiano

L’Italia ha un impegno importante nella NATO il cui quartier generale è in Veneto, presso Camp Ederle, in provincia di Vicenza.

Il nostro Paese impiega personale, mezzi, risorse e ricopre incarichi prestigiosi.

Le basi NATO quali il Comando della Regione Sud (AFSOUTH) a Bagnoli, il Comando Sub Regionale di Verona ed il Combined Air Operation Center di Poggio Renatico (Ferrara), fanno ormai parte del tessuto sociale italiano, accresciute dalla sede del NATO Defence College, a Roma, che forma i Quadri dirigenti dell’Alleanza.

L’High Readiness Forces (Land) Headquarters a Solbiate Olona è un Comando multinazionale e interforze che punta a forgiare personale di eccellenza in grado di pianificare e condurre operazioni in ogni ambito, omologo a quello navale.

Oltre all’attività di formazione e addestramento, i militari italiani, sotto la bandiera NATO, operano in scenari internazionali di crisi, garantendo supporto alle operazioni di pace. Attualmente sono impegnati all’estero 7.488 soldati.

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