Paola Gentile - 9 marzo 2022
Centrale di Chernobyl: dove si trova, cosa succede e quali pericoli
I russi hanno staccato l’energia elettrica alla centrale. L’AIEA rassicura, ma il ministro ucraino Kuleba teme per la sicurezza.
La centrale nucleare di Chernobyl è stata disconnessa dalla rete elettrica.
Questa la notizia diffusa in un post su Facebook dall’operatore energetico ucraino Ukrenergo e in un attimo la mente è volata alla tragedia che si consumò a Chernobyl nel 1986 e che portò ad una lunga serie di devastazioni e malattie, i cui strascichi sono visibili ancora oggi nella popolazione ucraina, e non solo.
I russi hanno preso possesso della centrale di Cernobyl il 24 febbraio, giorno dell’inizio del conflitto russo-ucraino, e i 90 operatori e altrettante guardie vivono rinchiusi lì dentro per continuare a tenere “viva” la centrale. Ripetutamente, nei giorni scorsi, gli operatori avevano denunciato la mancata comunicazione circa i dati di monitoraggio della centrale.
Ora la disconnessione della corrente elettrica da parte dei russi ha attivato la procedura di emergenza, ma durerà solo 48 ore e, al momento, non è possibile ripristinare le linee.
L’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) ha sottolineato di “aver perso il contatto remoto di trasmissione dati con i sistemi di salvaguardia di Chernobyl”, ma di “non vedere un impatto sulla sicurezza”, stesse affermazioni fatte dopo l’attacco russo alla centrale nucleare di Zaporizhzhya.
Finita la copertura, quali sono i rischi per la sicurezza dell’impianto?
Centrale di Chernobyl: dove si trova
La centrale nucleare di Chernobyl si trova nella città di Prypjat, abbandonata dopo il disastro del 1986, ed è situata a 18km a nord-ovest della città di Chernobyl e a 130km da Kiev, a dista dal confine bielorusso appena 16km.
In seguito all’esplosione del reattore nucleare RBMK n. 4 della centrale nucleare, nella notte del 26 aprile 1986 alle ore 1:23:45, la centrale venne spenta e al suo interno non avvengono più reazioni nucleari da decenni.
Alla base del disastro del 1986 ci furono degli errori di procedura avvenuti nel corso di un test di sicurezza del reattore, per verificare se fosse possibile alimentare le pompe del sistema di raffreddamento anche in caso di blackout elettrico, avvalendosi dell’elettricità prodotta dal movimento inerziale delle turbine.
Costruita negli anni ’70, la centrale si compone di 4 reattori che erano in grado di produrre il 10% del fabbisogno elettrico dell’Ucraina.
Centrale di Chernobyl: cosa sta succedendo
Alla centrale nucleare di Chernobyl è stata spenta l’energia elettrica per mano dei russi che, come abbiamo già spiegato, occupano l’area dal giorno dello scoppio del conflitto.
In molti si sono chiesti perché c’è bisogno di corrente elettrica se la centrale è stata chiusa dopo l’incidente. Bene, lo spiega Energoatom, l’agenzia responsabile del nucleare in Ucraina:
“Circa 20mila elementi di combustibile esaurito sono immagazzinati nell’impianto di stoccaggio. Hanno bisogno di un raffreddamento costante, possibile solo se c’è elettricità. Di conseguenza, la temperatura nelle vasche di raccolta aumenterà, subendo delle impennate e rilasciando sostanze radioattive nell’ambiente.”
L’ingegnere nucleare Ugo Spezia, ex direttore del settore Sicurezza Nucleare per SOGIN, la Società Gestione Impianti Nucleari, e profondo conoscitore di Chernobyl, in un’intervista a La Repubblica, ha spiegato che fra le dotazioni di sicurezza obbligatorie per una centrale, vi è proprio il generatore elettrico alimentato a gasolio che è entrato in azione per ottemperare alla mancanza di fornitura elettrica.
In un tweet, il Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha precisato che l’impianto di emergenza ha un’autonomia di 48 ore, ribadendo che l’interruzione di corrente potrebbe causare:
“Il blocco dei sistemi di raffreddamento dell’impianto di stoccaggio del combustibile nucleare, rendendo imminente la fuoriuscita di radiazioni”
invocando un cessate il fuoco per ripristinare la situazione in centrale, sebbene Mosca abbia fatto sapere che è tutto sotto controllo.
Centrale di Cernobyl: i pericoli
L’AIEA ha rassicurato che non vi sono effluvi radioattivi e che nella centrale non avvengono reazioni nucleari, in quanto spenta.
Inoltre, Spezia ha aggiunto che
“Il nocciolo che fuse in quell’occasione è stato ricoperto da una struttura di cemento armato che mantiene le radiazioni all’interno. A meno che qualcuno non lo buchi, è impossibile che le radiazioni escano.”
Però, la centrale contiene parte del combustibile esaurito, vale a dire alcune migliaia di elementi, all’incirca 2mila tonnellate, di residui dell’attività della centrale che hanno ancora bisogno di essere raffreddati.
Una quota del combustibile di Chernobyl è stata portata in un deposito che non ha bisogno di raffreddamento. Un’altra parte resta invece immersa in una piscina all’interno della centrale. L’acqua in questo caso ha bisogno di essere raffreddata per restare a 20 gradi.
“Anche senza refrigerazione, non ci aspettiamo che il combustibile esaurito si riscaldi tanto da far evaporare l’acqua. Non dovrebbe dunque esserci pericolo, ma sono informazioni che possediamo in via teorica”
ha aggiunto Alessandro Dodaro, ingegnere nucleare e direttore del Dipartimento fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare dell’Enea.
In questo concorda l’AIEA che ha spiegato che Il calore residuo del combustibile esaurito e il volume dell’acqua sono sufficienti a “mantenere bassa la temperatura senza bisogno di elettricità”.
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