Escalation militare: cosa significa?

Escalation militare: cosa significa?

Secondo fonti britanniche, Putin avrebbe scelto il 9 maggio per annunciare al mondo la guerra totale.

Draghi riferisca in Parlamento contro escalation militare in Ucraina”. Le parole dure pronunciate dal capo politico del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte, all’indirizzo del premier Mario Draghi lasciano intendere una forte tensione in seno alla maggioranza di governo. A non essere andato giù ai grillini è stata l’approvazione del pacchetto di aiuti (armi comprese) all’Ucraina nella sua lotta contro l’offensiva russa e Conte pretende di sapere se “c’è una controffensiva in territorio russo. L’escalation militare è dietro l’angolo”.

Quel termine “escalation” che abbiamo imparato dalla storia e che, nel corso del conflitto russo-ucraino è tornata prepotentemente di moda, non lascia presagire nulla di buono.

L’escalation coincide con una crescita di intensità e violenza in un conflitto bellico e nella fattispecie potrebbe indurre il Presidente russo Vladimir Putin a sferrare l’attacco decisivo, mettendo fine alla farsa dell’operazione speciale militare in Ucraina e iniziando a chiamare le cose con il proprio nome: guerra.

A proposito di “aumento della tensione”, nella notte, i russi hanno sferrato l’assalto finale all’acciaieria Azovstal di Mariupol, proprio dopo aver avviato un corridoio umanitario per l’evacuazione dei civili bloccati nell’acciaieria da più di due mesi, insieme al battaglione Azov. Al momento, si stima che circa 100 persone siano state tratte in salvo, ma non si ha idea di quante ne siano rimaste ancora dentro.

Cos’è un’escalation militare

Letteralmente “escalation” significa scalata. Nel contesto bellico, un’escalation militare è un progressivo aumento delle operazioni belliche, “caratterizzata da un aumento progressivo e graduale nell’impiego delle armi e nell’estensione delle misure militari (il termine ha assunto questo significato, e si è diffuso, con riferimento ai modi d’intervento degli Stati Uniti nel Vietnam, a partire dal 1964)”.

Se la Treccani online ci viene in aiuto per spiegare l’etimologia del termine, le notizie che giungono dall’Ucraina confermano che l’inasprimento del conflitto è appena iniziato, non solo con l’attacco all’acciaieria a Mariupol ma anche con il progressivo intensificarsi dei bombardamenti, specie nel Donbass.

Tuttavia, a Putin non basta accontentarsi di qualche battaglia. Finora ciò che ha perso, in termini di vite umane, mezzi e denaro, è maggiore rispetto a quello che ha ottenuto. L’avanzata russa nel Donbass - afferma l’intelligence britannica che aggiorna regolarmente sulla situazione bellica - è più lenta e irregolare del previsto.

Secondo fonti ucraine, le perdite russe consisterebbero in 23.200 uomini uccisi sui 190mila inviati oltre confine. Sono stati distrutti 1008 carri armati, 2445 blindati per trasporto truppe, 436 pezzi d’artiglieria, abbattuti 345 tra aerei ed elicotteri, affondate 8 navi.

In cosa consiste l’escalation militare

L’innalzamento progressivo del conflitto porta ad una spirale bellica, una sorta di meccanismo di reazione all’azione che viene messo in atto da ambo le parti tale per cui se una fazione attacca l’altra è chiamata a rispondere e viceversa, a meno che una delle due non si arrenda o venga sconfitta. In genere l’escalation è la parte di maggiore intensità della guerra, alla quale dovrebbe seguire poi una de-escalation e infine la pace.

Su quanto può durare l’escalation dipende da infiniti fattori, in primis il numero di uomini e armi, che presuppone una disponibilità economica ingente. Per questo i pacchetti di aiuti all’Ucraina inviati dai Paesi dell’Unione europea lasciano intendere che qualcosa di ben più grave sta per accadere.

Data dell’escalation militare

Molte sono le voci che si rincorrono circa un’escalation militare russa che dovrebbe coincidere con la data del 9 maggio, quando Putin dichiarerà la “guerra totale” in Ucraina, mettendo sul piatto della bilancia tutto l’armamentario di cui la Russia dispone (qui).

La data del 9 maggio non è casuale. In quello stesso giorno del 1945, venne celebrata in Russia la sconfitta del nazismo e, viste anche le ultime dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, come è stata denazificata l’Europa all’epoca, verrà denazificata anche l’Ucraina.

Secondo il quotidiano britannico The Independent, che cita fonti russe e occidentali, Putin userebbe la grande parata prevista sulla Piazza Rossa per fare il suo annuncio, incitando alla mobilitazione generale. Annunciare al mondo che si sta combattendo una guerra, paradossalmente, è la chiave di Volta per dare il via ad una serie di misure, tra cui l’impiego di tutti i mezzi a disposizione. Solo la guerra può giustificare l’uso di determinate armi (nucleari, ad esempio), l’attivazione della legge marziale e la discesa in campo di eserciti alleati, con ogni probabilità quello bielorusso, di mercenari e di milizie straniere, inclusi arruolamenti forzosi nel Donbass occupato.

Se l’Ucraina sarà attaccata a piena forza dalla Russia, avrà bisogno del supporto occidentale per reggere l’urto e qui potrebbero aprirsi scenari infiniti, tra cui un coinvolgimento italiano.