Paola Gentile - 8 marzo 2022
Quali sono i prossimi obiettivi di Putin?
Lo Stato che più di tutti teme l’offensiva russa è la Moldavia. Fuori dalla Ue e dalla NATO, con i militari russi di stanza nella Transnistria, potrebbe essere già nel mirino di Putin.
Giunti ormai al dodicesimo giorno di conflitto russo-ucraino, viene da domandarsi quali siano i prossimi obiettivi del leader russo Vladimir Putin.
Spalleggiato dal suo storico alleato/suddito Alexander Lukashenko, capo autoritario della Bielorussia, lo zar del Cremlino potrebbe avere un piano per attaccare Odessa, con la bomba tattica nucleare, prendere la città, penetrare in Ucraina da sud e spingersi fino al confine con la Moldavia, con l’obiettivo di invadere anche quello Stato.
Nessuno può dirsi al sicuro, tantomeno sperare che i propositi espansionistici di Mosca si fermino alla sola Ucraina che, di fatto, ha sconvolto i piani di attacco russi con la sua fiera resistenza. Se occupare Kiev si sta dimostrando più difficile del previsto, e l’ipotesi di una terza guerra mondiale pare, al momento, accantonata, conquistare la Moldavia potrebbe invece rivelarsi più facile del previsto.
Gli obiettivi di Putin: la Moldavia
La Moldavia è, nelle ultime ore, al centro del dibattito internazionale.
Il piccolo Stato indipendente, racchiuso tra Ucraina e Romania, potrebbe rivelarsi quanto mai strategico per i piani bellicosi di Putin. Rasasi indipendente al disgregarsi dell’Unione Sovietica nel 1991, si è sempre dichiarata neutrale, ma oggi forse quella neutralità non può più essere mantenuta.
La Moldavia, come la Georgia e la stessa Ucraina, ha fatto richiesta di adesione all’Unione Europea. Tuttavia, la procedura di ingresso nella Ue non è così semplice.
La Commissione presenterà al Consiglio un parere sulle domande avanzate ed esprimerà il sostegno dell’Unione alla prospettiva che i tre Paesi entrino nella Ue, ma questo non significa che verrà aperta una corsia preferenziale, nonostante la situazione bellica in corso. Tutt’al più, i 27 Paesi della Ue potranno riconoscere a Ucraina, Moldavia e Georgia lo status di Paesi candidati all’adesione, ma di fatto non lo saranno, almeno non adesso.
Quindi, la Moldavia, non facendo parte della Ue e della NATO, è uno Stato vulnerabile e alla potenziale mercé della superpotenza russa.
Come ha mostrato sulla mappa Lukashenko, la Moldavia è indicata con una grande freccia che sta ad indicare che quelle 30 miglia che separano la costa meridionale dell’Ucraina dal confine con la Moldavia possono essere facilmente ridotte, ipotesi non del tutto smentita dal vicepresidente del Parlamento moldavo, Mihai Popsoi.
Senza contare il ruolo che il Paese sta avendo nello smistamento dei profughi che, sfollati dall’Ucraina, si stanno riversando appunto in Moldavia, oltre che in Polonia e Romania.
Gli obiettivi di Putin: il ruolo strategico della Transnistria
Rinvigorito dalla presenza di sette navi da sbarco pronte all’operazione e con 1.500 marines e 80 blindati, Putin è convinto di prendere Odessa in poco tempo.
Da lì, risalirebbe lungo la dorsale occidentale dell’Ucraina, a confine con la Moldavia, per unirsi alle truppe russe di stanza in Transnistria, un’enclave russa ubicata nella regione orientale della Moldavia, autoproclamatasi indipendente nel 1990 e che non risponde ai comandi Chișinău.
In Transnistria vi sono circa 1.500 soldati russi, descritti da Mosca come forze di pace.
La Transnistria è uno Stato indipendente de facto, e non riconosciuto dall’ONU, dal momento che è considerato almeno per legge appartenente alla Moldavia.
Nel 2014, la Transnistria ha chiesto l’adesione alla Russia. Le tensioni tra lo Stato separatista e la Moldavia sono scoppiate in seguito alla richiesta di quest’ultima di aderire alla Ue.
I leader della Transnistria hanno specificato di non volerla seguire nel percorso di adesione, chiedendo di essere indipendenti.
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