L’Italia può entrare in guerra? Il parere del ministro della Difesa

L'Italia può entrare in guerra? Il parere del ministro della Difesa

Il ministro Lorenzo Guerini ha escluso l’intervento del nostro Paese nel conflitto russo-ucraino. Tuttavia, la NATO deve garantire che non verrà attaccato neppure un centimetro di Europa.

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stato chiaro: l’Italia non entrerà nel conflitto armato tra Ucraina e Russia. Lo ha ribadito con fermezza nel corso dell’intervista alla trasmissione di Rai Tre “Che tempo che fa”.

Incalzato dalle domande di Fabio Fazio circa la situazione che il mondo sta vivendo per via del conflitto in Ucraina, il ministro Guerini ha delineato come le mosse preventivate da Vladimir Putin si siano rivelate, all’atto pratico, fallimentari. L’ipotesi iniziale di conquistare Kiev in meno di 100 ore si è dovuta scontrare con la forza e l’orgoglio del popolo e dell’esercito ucraino.

L’Italia può entrare in guerra?

Il ministro della Difesa Guerini ha escluso un intervento diretto del nostro Paese, sebbene il contingente italiano sia partito per sorvegliare i confini della Ue a ridosso del teatro di guerra.

L’Italia fa parte della NATO e questo la obbliga ad intervenire in caso i Paesi dell’Alleanza Atlantica venissero minacciati, ma al momento questa ipotesi non sussiste.

Quello che è essenziale per Guerini è che continui il dialogo tra Kiev e Mosca ma: “con la sicurezza che la Nato non permetterà che alcun ‘centimetro dell’Europa’ venga attaccato”, ritenendo che istituire una no-fly zone sui cieli ucraini equivarrebbe a “fare la guerra con la Russia”.

Guerini ha parlato anche dell’importanza delle sanzioni alla Russia e del sostegno all’Ucraina che sta affrontando uno dei momenti più complicati della sua storia e di quella europea. La risoluzione votata all’unanimità dal Parlamento ha stabilito le tipologie di armi inviate, il documento è secretato, ma Guerini ha precisato che si tratta di armi controaerea e controcarro.

“Stiamo partecipando alle misure di rafforzamento per far capire a Putin che nessun centimetro dell’Europa e dell’alleanza Atlantica può essere attaccato e che vi sarà una risposta se ciò dovesse avvenire. Credo che oggi Putin sia di fronte ad un dilemma. Mi auguro che torni a confrontarsi diplomaticamente”.

L’importanza di una politica di difesa comune nella Ue

Se Putin può vantare una vittoria tattico-militare, avendo colpito molti degli obiettivi e assediando le principali città ucraine da giorni, sul piano prettamente strategico ha fallito.

Voleva meno Nato ne ha di più, contava su Ue divisa e l’ha trovata compatta” ha aggiunto Guerini, rimarcando l’importanza vitale che la Ue abbia una politica di difesa comune, e potrà averla proprio velocizzando le procedure per la costituzione dell’esercito dell’Unione europea.

Le parole dell’ambasciatore italiano in Ucraina

Pier Francesco Zazo, ambasciatore italiano in Ucraina, ha dichiarato che: “Gli italiani in Ucraina erano inizialmente 2mila, ora sono 400”, precisando che molti vogliono rimanere perché lì hanno la loro vita.

Gli altri, invece, che vorrebbero lasciare il Paese sono intrappolati e non rientrano ad andare via.

“Il fatto che l’ambasciata italiana sia ancora presente in Ucraina rappresenta un aspetto importante, apprezzato dal governo ucraino, ma anche un sostegno psicologico per gli italiani presenti”

ha sottolineato l’ambasciatore.

Quando sarà finita la guerra, ha precisato Guerini, ci sarà l’impegno concreto da parte della Comunità europea per sostenere l’Ucraina a trovare una prospettiva che vada oltre il conflitto.

Infine, il ministro della Difesa ha ringraziato gli operatori della comunicazione per il loro impegno e il racconto oggettivo della guerra, unico strumento per combattere la propaganda e le fake news.