L’Esercito italiano sarebbe pronto in caso di guerra? Il servizio di Controcorrente

L'Esercito italiano sarebbe pronto in caso di guerra? Il servizio di Controcorrente

Nel servizio andato in onda nella trasmissione di Rete4, è emerso che il nostro Esercito deve potenziare i mezzi di superficie.

Allo stato attuale, l’unico che può imprimere una svolta al conflitto russo-ucraino è Vladimir Putin.

Se il capo del Cremlino decidesse di utilizzare il suo arsenale nucleare, la guerra non sarebbe più di logoramento, ma diventerebbe nuovamente attiva.

Qualora lo scenario nucleare si verificasse (con gli effetti terribili che una bomba atomica comporterebbe), l’entrata in scena della NATO sarebbe pressoché inevitabile e di conseguenza anche il coinvolgimento dell’Esercito italiano, dal momento che l’Italia è tra i Paesi fondatori dell’Alleanza Atlantica.

Questa ipotesi, nemmeno troppo remota a questo punto, ha portato in molti ad interrogarsi circa l’efficienza o meno del nostro Esercito.

Anche la trasmissione di Rete 4 “Controcorrente”, condotta da Veronica Gentili, ha affrontato questo argomento, ponendo l’accento sullo stato di salute delle Forze Armate italiane, le prime a partire in caso il conflitto dovesse coinvolgere anche la NATO.

L’Esercito italiano sarebbe pronto in caso di guerra: il servizio di Controcorrente

Nel corso della trasmissione di approfondimento di Rete 4, “Controcorrente”, la giornalista Gentili ha mandato in onda un servizio sullo stato di salute delle Forze Armate italiane, partendo dall’intervento del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nel corso dell’audizione alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, a margine del quale ha parlato di un “ritorno ad un clima di Guerra Fredda scaturito purtroppo dall’aggressione russa all’Ucraina”.

Il servizio prosegue poi elencando il fiore all’occhiello delle Forze Armate italiane schierato a difendere i confini dell’Europa:

  • 8 caccia da combattimento di ultima generazione;
  • 250 alpini in Lettonia sul Mar Baltico;
  • 1.350 unità delle forze speciali addestrate in operazioni ad alto rischio;
  • 3 navi nel Mediterraneo orientale;
  • 77 mezzi terrestri.

Secondo il Gen. Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, le forze in campo “sono adeguate a quello che è richiesto”.

Con 4 corpi e 280mila uomini allertati, solo in parte operativi, la nostra Forza Armata vanta personale altamente specializzato:

  • Incursori della Marina Comsubin;
  • 9° Reggimento d’assalto paracadutisti Col Moschin;
  • Forze speciali dell’Aeronautica;
  • Task force 45, unità Interforze già operativa in Afghanistan.

“I mezzi che abbiamo sono moderni ed adeguati. Dovremmo sviluppare un po’ di più qualche capacità terrestre che non sono più adeguate perché retaggio della Seconda Guerra Mondiale”

ha aggiunto il Gen. Camporini.

L’Esercito italiano sarebbe pronto in caso di guerra: investimenti nella Difesa

Il livello di allerta in Europa e in Italia si è alzato notevolmente. Stando al servizio di “Controcorrente”, sarebbero pronte le nuove navi della Marina Militare acquistate di recente.

L’extra gettito di 8 miliardi nel bilancio della Difesa servirà a completare il parco aerei: 100 velivoli tra Eurofighter ed F-35 che si sommano ai 10 aerei di spionaggio elettronico.

Discorso diverso deve essere fatto per i mezzi di superficie e per gli uomini dell’Esercito, il corpo che più di altri ha subito i tagli di questi anni.

Stando al servizio di Rete 4, mancherebbero 1.900 Lince, veicoli tattici leggeri della Iveco, fermi a 1.700 pezzi. Anche la dotazione pesante è da aggiornare. I militari sono in attesa dell’ultima versione del Centauro, un blindato con un cannone da 105mm.

Al momento l’Esercito può contare su 70 carri armati Ariete, mezzi vecchi di 30 anni che, in previsione, dovranno essere sostituiti da nuovi mezzi in collaborazione con altri Stati europei.

Intanto l’Unione europea, con il documento denominato “Bussola Strategica”, è pronta, dal prossimo anno, ad addestrare il suo Esercito composto da 5.000 uomini, che non sarà operativo prima del 2025.