Luca Restivo - 28 luglio 2022
Che succede se Giorgia Meloni vince le elezioni politiche?
Al momento Fratelli d’Italia è il primo partito in Italia. Con l’appoggio di Lega e Forza Italia, il centrodestra potrebbe avere una maggioranza forte.
Le elezioni politiche 2022 potrebbero già avere un vincitore ancora prima di conoscere il risultato delle urne. Stando all’ultimo sondaggio politico di SWG, il centrodestra è in netto vantaggio e potrebbe accaparrarsi il 60-70% dei collegi uninominali che gli garantirebbero una maggioranza stabile.
Chi prende più voti indicherà il premier e al momento Fratelli d’Italia è al 25%, segno che stare all’opposizione nel governo di unità nazionale ha dato i suoi frutti. Ma sì sa, stare all’opposizione è facile e comodo, governare è il vero banco di prova. Una sfida che Giorgia Meloni si sente di raccogliere, soprattutto dopo aver sciolto i nodi riguardo alla leadership nel corso del vertice del centrodestra che l’ha vista protagonista insieme a Matteo Salvini (Lega) e Silvio Berlusconi (Forza Italia).
Dall’incontro è scaturita anche l’intesa sui collegi: 98 seggi a Fratelli d’Italia, 70 alla Lega e 42 a Forza Italia, compreso Udc, e11 a Noi con l’Italia più Coraggio Italia.
Come abbiamo più volte ricordato, il 25 settembre 2022 si andrà a votare con la legge elettorale Rosatellum e c’è già fibrillazione in Europa e nei consessi internazionali su quale potrebbe essere il presidente del Consiglio italiano.
Dopo Mario Draghi, europeista convinto e padre del quantitative easing, dal giorno dopo le elezioni, l’Italia potrebbe essere guidata da Giorgia Meloni che più volte ha mostrato la sua “avversione” nei confronti dell’Europa.
Il programma di Giorgia Meloni
Per capire cosa succede se Giorgia Meloni dovesse vincere le elezioni politiche 2022 occorre dare un’occhiata al programma di FdI.
Il primo punto che salta all’occhio è: nazionalizzazione. Sia del settore del trasporto fisico (autostrade, ferrovie, porti e aeroporti), sia dell’energia, delle risorse idriche, dei servizi postali, delle telecomunicazioni. Insomma, tutto nelle mani dello Stato, il contrario del libero mercato e della globalizzazione.
La nazionalità italiana diventa un fattore essenziale se si vuole fare impresa. Concetto che rientra nel bagaglio tutto meloniano di “difesa della Patria”.
Tuttavia, occorre fare i conti con la realtà e l’Italia non può permettersi l’autarchia, se è questo l’obiettivo della presidentessa del consiglio in pectore.
Sempre per proteggere la sicurezza nazionale, Meloni pensa al golden power, ovvero quell’insieme di “poteri speciali che, in Italia, il governo può esercitare nei settori strategici al fine di tutelare l’interesse nazionale”.
Per Fratelli d’Italia è necessario “estendere l’esercizio del golden power anche al settore bancario, creditizio e assicurativo” e “in difesa da soggetti interni alla Ue per un periodo di almeno 12 mesi”.
Qui, lo scontro con l’Ue potrebbe accendersi. Tra le altre cose, Meloni parla di decarbonizzare l’Italia, puntare sulla blu economy, migliorare la rete ferroviaria ad alta velocità e realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, un evergreen del centrodestra.
E inoltre, revisione della legge sulla tortura, inserimento di una clausola di supremazia in Costituzione per bloccare accordi e direttive nocivi per l’Italia.
Controllo del territorio con il contributo dell’Esercito. Chiusura dei campi rom, una legge che stabilisca che la difesa è sempre legittima.
Un assegno di solidarietà al posto del reddito di cittadinanza, sostegno alla natalità, welfare universale. Stop all’immigrazione clandestina e gestione dei flussi migratori. Difesa della famiglia naturale e lotta all’ideologia di genere e sostegno alla vita, obbligo allo sport in Costituzione.
Vi ricorda qualcosa? Senza dubbio un bel tuffo negli anni ’30, non vi pare?
Cosa succede se Giorgia Meloni vince le elezioni politiche
Quello che ne potrebbe conseguire è un’instabilità e una diffidenza nei confronti del nostro Paese nei contesti internazionali. In molti potrebbero dire: “che mi importa dell’Europa?”. E’ qui, casca l’asino. L’Italia non può pensare di fare il bello e il cattivo tempo, rinegoziare patti e accordi, pensare di usare la Ue come un bancomat e poi dire “non ci sto” quando le cose non piacciono.
Se Meloni vince le elezioni non è scontata la collocazione italiana tra i paesi filo atlantisti.
In una recente intervista al Post, Meloni ha dichiarato che la politica estera di un governo a guida Fratelli d’Italia, “resterà quella di oggi”, con sostegno all’Ucraina.
“Se noi non mandiamo le armi, l’Occidente le continuerà a mandare, e ci considereranno un Paese poco serio. Il problema sarà nostro. Bisogna essere lucidi: non possiamo pensare di essere neutrali senza conseguenze”.
Una posizione diversa dal passato quando ha più volte lodato Putin e il suo governo autoritario. Strategia?
Un altro punto che non può essere sottovalutato è la messa in discussione dell’euro o comunque un ostracismo verso l’Europa che avvicini l’Italia al gruppo di Visegrad.
La realtà dei fatti è che dipendiamo dall’Europa e dagli Stati Uniti finanziariamente e non solo. In questi anni ci siamo ritagliati una posizione di rilievo e se Meloni dovesse andare a Palazzo Chigi, stando al programma, il nostro Paese potrebbe ritrovarsi in una chiusura, non solo economica, ma anche mentale.
E di certo non possiamo andare avanti da soli, sarebbe come raccontarsi una barzelletta alla quale non ride nessuno.
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