Arrivano distacchi e permessi sindacali, in vigore il decreto legge: tutte le novità

Arrivano distacchi e permessi sindacali, in vigore il decreto legge: tutte le novità

Oggi è entrato in vigore il decreto legge per le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, a cui vengono riconosciuti distacchi e permessi. Ecco le novità.

Giovedì 9 maggio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 61 che riguarda le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, a cui sono finalmente riconosciuti permessi e distacchi per lo svolgimento dell’attività sindacale, ma non solo. Il decreto, entrato in vigore proprio oggi, interviene anche in tema di rappresentatività, diminuendo le soglie percentuali per il riconoscimento, e incrementando il fondo destinato al personale civile del ministero della Difesa. L’articolo 4, poi, stabilisce un investimento in favore dell’innovazione tecnologica, più che mai necessaria per l’adeguamento del sistema alle sfide internazionali.

Il decreto arriva con “straordinaria necessità e urgenza”, considerando la partecipazione delle Associazioni alla contrattazione per il rinnovo contrattuale (2022-2024) del comparto Difesa e Sicurezza. Le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari potranno quindi esercitare l’attività in modo effettivo, proprio come era stato da loro richiesto dalla rete sindacale militare al governo, il quale ha dato prova di avere a cuore la libertà sindacale e i diritti delle Forze Armate, garantendo la piena ufficialità in occasione della contrattazione.

Ecco le novità.

Permessi e distacchi sindacali

La prima disposizione urgente introdotta dal decreto legge n. 61/2024 riguarda distacchi e permessi sindacali, finora riconosciuti soltanto ai sindacati delle Forze di Polizia. Viene così accolta rapidamente una delle richieste su cui i sindacati delle Forze Armate si sono concentrati in particolar modo, per il raggiungimento della piena operatività ma anche all’insegna dell’equità nella contrattazione.

Al di là del lato puramente pratico dell’introduzione di queste misure, c’è da sottolineare anche la capacità della Rete sindacale di portare avanti le proprie richieste in modo equilibrato ma perentorio, riuscendo così a ottenere un riscontro positivo in tempi rapidi. Dopo il primo tavolo tecnico sul rinnovo di contratto e tenendo conto delle varie incertezze che riguardano attualmente la professione militare si tratta senza dubbio di un segnale forte dal governo.

In particolare, l’articolo 1 del citato decreto legge istituisce distacchi e permessi retribuiti (per i soli sindacati rappresentativi) per lo svolgimento dell’attività sindacale nella seguente misura:

  • un distacco ogni 4.000 unità di personale;
  • un’ora annua di permesso ogni 2 unità di personale.

La ripartizione degli stessi è affidata alla regolamentazione dell’articolo 1480 del Codice dell’ordinamento militare, il quale stabilisce la ripartizione del contingente di distacchi sindacali e permessi retribuiti in modo proporzionale alla rappresentatività.

Le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari rappresentative possono usufruire delle ore di permesso complessive nella misura di un dodicesimo per ogni mese di funzionamento, ma sempre nel limite di 9 turni giornalieri di servizio al mese.

Per l’attuazione di distacchi e permessi viene utilizzata la somma di 6.714.474 euro per l’anno 2024 (di cui 3.396.219 euro per le Forze Armate, 2.165.789 per l’Arma dei Carabinieri e 1.155.466 per la Guardia di Finanza) dai Fondi di riserva e speciali in previsione del ministero dell’Economia (1.155.466 euro) e del ministero della Difesa (5.562.008 euro).

Rappresentatività militare

L’articolo 2 del decreto legge introduce alcune modifiche alla rappresentatività delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, in particolare riducendo le quote percentuali di iscritti necessarie al riconoscimento. Nel dettaglio, per il triennio 2022-2024 le quote sono ridotte di 2 punti percentuali, mentre per il triennio 2025-2027 sono ridotte di 1 punto percentuale.

Risorse per il personale civile

Come anticipato, viene aumentato il fondo per le risorse decentrate del personale civile del ministero della Difesa, a fronte del maggiore impegno richiesto. Nel dettaglio, è autorizzata per l’anno in corso una spesa pari a 10 milioni di euro per l’aumento.

Investimento nelle tecnologie

La partecipazione dell’Italia al Nato Innovation Fund per lo sviluppo della tecnologia passa da 1 milione di euro alla cifra di 7.650.000 euro. Il fondo si occupa dell’investimento in start-up delle nazioni partecipanti per l’innovazione tecnologica nell’organizzazione militare, incluse ricerche e sviluppi dell’intelligenza artificiale, dell’aerospazio e delle biotecnologie.