L’Italia rimarrà coinvolta dalla guerra in Ucraina?

L'Italia rimarrà coinvolta dalla guerra in Ucraina?

Se i negoziati non riprenderanno, il conflitto potrebbe protrarsi a lungo ed inevitabilmente anche l’Italia verrebbe coinvolta.

La seconda fase del conflitto russo-ucraino è iniziata. Dopo quasi due mesi di guerra, l’offensiva russa è pronta a sferrare l’attacco decisivo nel Donbass, la regione ucraina a maggioranza russofona, che ha al suo interno le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk.

Già nei giorni scorsi vi erano state delle avvisaglie, incentivate dall’incremento dell’attività bellica russa nella regione orientale dell’Ucraina, dopo il ritiro delle truppe di Mosca dalle regioni di Kiev, Sumy e Chernihiv che è coinciso con la fine della prima fase. Una prima fase che per il Cremlino non ha, certamente, portato ai risultati sperati.

Il blitz rapido, il governo fantoccio alle dipendenze di Mosca e l’assoggettamento dell’Ucraina alla Russia sono tutti tasselli del piano di Vladimir Putin che sono saltati. Da qui, la decisione della seconda fase: avere il Donbass e far sì che il Paese governato da Volodymyr Zelensky non aderisca alla NATO.

In cosa consiste la seconda fase della guerra

Come abbiamo già anticipato, la seconda fase dell’operazione speciale in Ucraina (come la definisce Mosca, evitando di utilizzare il termine “guerra”) è la conquista della regione orientale del Donbass.

Le azioni sono iniziate con l’obiettivo di spezzare la resistenza ucraina, con bombardamenti a tappeto non solo nel Donbass, ma anche in molte città ucraine, compresa Leopoli.

Lo ha spiegato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, rassicurando: “Non useremo armi nucleari”. Liberare le Repubbliche di Donetsk e Lugansk è la priorità, al momento.

“L’esercito ucraino ha notevolmente aumentato i bombardamenti di quelle repubbliche in violazione di tutti i regimi di cessate il fuoco. Non avevamo altra scelta che riconoscerle, firmare un accordo di mutua assistenza in risposta alla loro richiesta e inviare le nostre forze militari come parte dell’operazione militare per proteggere le loro vite”

ha detto Lavrov a India Today, citato dalla Tass.

Incalzato dalle domande, il ministro degli Esteri russo ha negato ogni responsabilità di Mosca per quanto riguarda gli attacchi alla popolazione civile ucraina. Sulla strage di Bucha ha sottolineato che la Russia non si fermerà “prima di aver stabilito la verità”.

Inoltre, Lavrov ha aggiunto che l’intenzione di Mosca non è quella di interferire nel governo di Kiev: “Non cambieremo il regime in Ucraina, vogliamo che gli ucraini decidano da soli come vogliono vivere”. Tuttavia, secondo Lavrov, l’Occidente starebbe approfittando di Zelensky ed è “impossibile discutere seriamente di quello che dice, perché cambia continuamente punto di vista”.

Le parole del Generale Bertolini sul coinvolgimento italiano

Senza negoziato rischio guerra infinita che prima o poi ci coinvolgerebbe”. Ne è sicuro il Generale Marco Bertolini, già Comandante del COI (Comando Operativo di Vertice Interforze) che, intervistato da AdnKronos sulla guerra in corso tra Russia e Ucraina, ha affermato che:

“Nel momento in cui avranno il controllo del Donbass e il controllo della Crimea i russi avranno ottenuto i due terzi dei risultati che avevano dichiarato all’inizio. Il terzo sarebbe non far entrare l’Ucraina nella Nato. Risultato che di fatto è stato ottenuto ma che andrà consolidato per via negoziale. Speriamo che una volta conclusa l’operazione nel Donbass e a Mariupol si possa riaprire il discorso perché l’alternativa sarebbe una guerra infinita che prima o poi ci coinvolgerebbe.”

Il Generale, analizzando lo spiegamento delle forze in campo, ha spiegato come quella attuale non sia la pianificazione preventivata dalla Russia ad inizio conflitto.
Le forze messe in campo non erano sufficienti per procedere all’invasione dell’Ucraina ma erano molto minori” ha rimarcato Bertolini, il che vuol dire che “il livello di ambizione era molto minore: mettere in sicurezza il Donbass, creare un collegamento tra la Crimea e il Donbass, poi ottenere che l’Ucraina non entrasse nella Nato”.

Secondo le parole del Generale, Putin voleva arrivare a questi risultati per via negoziale ma, una volta saltato il negoziato “si è resa necessaria questa seconda fase: i russi cercheranno di raggiungere quello che vogliono, anche se non sarà un’impresa facile.”

Gli ispiratori di Zelensky non vogliono il negoziato, infatti, “spingono per uno scontro finale, lo ha detto anche la Von der Leyen che bisogna arrivare alla vittoria e la vittoria vuol dire che non si negozia ma che l’avversario si arrende, ammesso che ci sia un avversario visto che noi non siamo in guerra”.

L’analisi della guerra

Il Generale Bertolini ha poi illustrato la situazione della guerra in Ucraina, evidenziando che i neonazisti di Azov sono nell’acciaieria di Mariupol, in un’area abbastanza ristretta e che “non stanno controllando la città che ormai è sotto il controllo russo. Ora staremo a vedere se usciranno, non avendo più rifornimenti, o se resisteranno fino alla fine”.

All’interno dell’acciaieria, però, vi sono anche dei civili e questo potrebbe complicare di molto le cose: “Inoltre entrano in gioco anche questioni di carattere motivazionale, di carattere morale, di carattere psicologico che riguardano i singoli combattenti, su questo non si può fare nessuna previsione. Sicuramente finora hanno combattuto duramente, si sono comportati da valorosi”.

Tutti fattori che possono fare la differenza.