Forze armate e di Polizia: come incrementa la pensione con il nuovo contratto

Forze armate e di Polizia: come incrementa la pensione con il nuovo contratto

Il rinnovo contrattuale 2019-2021 avrà ripercussioni positive anche per chi è in pensione.

Il nuovo contratto per le Forze armate e di Polizia interessa 430mila dipendenti statali e riconosce aumenti a regime di 128,00€ medi lordi (comprese le competenze accessorie). Il 4,26% in più sulla retribuzione media relativa del 2018, mentre l’incremento medio sul solo trattamento stipendiale è di circa 100,00€ lordi.

Va tenuto conto anche degli arretrati che, per le Forze di Polizia, ammontano ad un massimo di 1.892,61€. Agli arretrati del triennio scorso vanno aggiunti anche quelli relativi ai mesi del 2022 in cui l’emolumento non è stato corrisposto. Mentre per le Forze armate, un Primo Caporal Maggiore dell’Esercito percepirà 1.400€ lordi di arretrati.

Effetti del contratto sulle pensioni

L’aggiornamento delle retribuzioni avrà effetti positivi anche sulla pensione.
L’effetto riguarderà non solo coloro che hanno cessato il rapporto di impiego dal 1° gennaio 2021, data dalla quale si fanno sentire tutti gli aumenti retributivi, ma anche il personale andato in pensione entro il 31 dicembre 2020.

Questo personale, come accaduto con i precedenti rinnovi, si trascinerà in pensione l’intero aumento del tabellare riconosciuto a regime dal rinnovo contrattuale (cioè circa 128,00€ euro medi lordi al mese) alle singole scadenze temporali e negli importi previsti per ciascun scaglionamento. Per quanto riguarda, invece, il trattamento di previdenza (cioè il TFS o il TFR a seconda dei casi), l’indennità sostitutiva del preavviso e dell’indennità in caso di decesso di cui all’art. 2122 C.C., si considereranno solo gli aumenti maturati alla data di cessazione del rapporto di lavoro. Significa cioè che sarà valida la retribuzione, comprensiva degli aumenti contrattuali, in vigore alla data di cessazione del rapporto.

Negli articoli precedenti, ci siamo già soffermati sull’aumento della pensione della cessata attività ausiliaria (qui) e della necessità che il fondo perequativo stanziato dal governo venga alimentato per evitare che il sistema pensionistico dei militari imploda a partire dal 2030, alla luce anche della riforma pensionistica che l’esecutivo vuole attuare dal prossimo anno.

Inoltre, alcune sigle sindacali della Polizia hanno avanzato la proposta di aumentare il coefficiente di trasformazione per la pensione di vecchiaia e creare una previdenza dedicata.

Oltre, agli adeguamenti salariali, nel contratto 2019-2021 per le Forze armate e di Polizia vi sono anche tutele normative volte a migliorare la qualità della vita del personale.

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