Luca Restivo - 17 gennaio 2023
Forze armate e di Polizia, rinnovo contratto 2022-2024: ecco dove verranno presi i soldi
Il rinnovo del contratto 2022-2024 del personale delle Forze armate e di Polizia è a rischio. Tuttavia, ci sono delle ipotesi per reperire i soldi necessari.
Come vi avevamo già anticipato in un precedente articolo (qui), nella legge di Bilancio 2023, il governo Meloni non ha stanziato alcuna risorsa per il contratto 2022-2024 per il personale non dirigente delle Forze armate e di Polizia.
In attesa che le sigle sindacali militari e i rappresentati del governo si siedano al tavolo di contrattazione, il personale percepisce, dal 1° gennaio 2023, un aumento pari all’1,5% calcolato sullo stipendio tabellare.
L’una tantum, come si legge nel testo della manovra, vale solo per il 2023 e questo lascia sperare che il contratto 2022-2024 per Forze armate e Polizia si completi entro l’anno.
Inoltre, il personale in divisa guadagnerà di più grazie anche ai bonus contributivi, che però devono essere rinnovati tramite apposita circolare Inps, e nei prossimi due mesi la busta paga sarà più alta grazie alla mancata trattenuta delle addizionali Irpef regionali e comunali che permetteranno allo stipendio di aumentare.
Va da sé che l’una tantum è una misura tampone e di certo non sana, ma rimanda soltanto, il problema sul mancato rinnovo del contratto 2022-2024.
Ricordiamo che il contratto 2019-2021, il cui rinnovo è arrivato a scadenza, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 31 maggio 2022, dopo mesi di trattative e rinvii.
Quello che desta maggiore preoccupazione è: alla luce delle zero risorse nella legge di Bilancio, dove verranno presi i soldi? Cerchiamo di capirlo insieme.
Contratto 2022-2024 Forze armate e Polizia: cosa dice la legge di Bilancio 2023
Malgrado le promesse, il governo Meloni non ha stanziato alcun fondo per la negoziazione del nuovo contratto per il personale non dirigente delle Forze armate e di Polizia. Nei vari commi che compongono la sezione I della manovra non vi è nessun riferimento, ciò significa che non ci sono soldi per l’apertura del tavolo negoziale.
Sono state trovate risorse per i fondi di previdenza, per adeguamenti del numero di Ufficiali, per la previsione di spesa, ma nulla che riguardi il contratto.
Non ci resta che seguire il ragionamento fatto da forzearmate.org e addentrarci nella sfera delle ipotesi e immaginare dove il governo Meloni andrà a pescare i soldi che servono per chiudere il contratto 2022-2024, non solo per ciò che riguarda l’aspetto economico, ma anche per la parte normativa, ovvero tutele e molto altro.
Contratto 2022-2024 Forze armate e Polizia: ecco dove verranno presi i soldi
Come dicevamo in chiusura del paragrafo precedente, i soldi per il rinnovo contrattuale 2022-2024 per Forze armate e di Polizia non ci sono, per questo motivo dobbiamo un po’ giocare a fare i maghi ed ipotizzare dove Meloni & Co. potrebbero reperire i fondi.
Forze armate.org lancia alcune ipotesi, quali:
- Il Governo stanzierà i fondi nel corso dell’anno e quindi aprirà poi il tavolo negoziale;
- L’esecutivo a fine anno 2023 inserirà i fondi nella legge di bilancio 2024 e successivamente aprirà il tavolo negoziale;
- Il Governo completerà l’iter di attuazione della Legge 46/2022 (legge sulle associazioni sindacali a carattere professionale per i militari) con i vari decreti discendenti e quindi aspetterà che i vari sindacati militari siano a regime per iniziare la contrattazione.
Al netto delle tre ipotesi, dove l’ultima potrebbe essere la più probabile e anche quella di più lineare attuazione, il nuovo contratto 2022-2024 vedrà la luce solo verso al fine dell’anno 2024, quindi alla scadenza del triennio.
Perciò, è probabile che nella prossima manovra l’una tantum venga estesa anche al 2024, salvo colpi di scena o soluzioni alternative.
L’inflazione polverizza gli aumenti: quando i soldi non bastano
Il problema vero è che i piccoli aumenti che si sono registrati con il rinnovo contrattuale 2019-2021 sono risultati nulli alla luce dell’impennata del costo della vita, con il caro bollette e con un’inflazione galoppante che ha, di fatto, eroso gli aumenti e fagocitato un intero stipendio.
Ad onor del vero, bisogna precisare che il sistema negoziale per il personale delle Forze armate e di Polizia prevede una quota mensile di vacanza contrattuale, la cui cifra, però, è talmente bassa che, alla situazione economica in cui ci troviamo adesso, basterebbe a malapena per pagare qualche caffè al mese, di certo non in grado di fronteggiare i rincari dei beni di prima necessità, men che meno quelli del carburante.
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