Eserciti Italia e Ucraina a confronto: davvero il nostro Paese non durerebbe un giorno contro la Russia?

Eserciti Italia e Ucraina a confronto: davvero il nostro Paese non durerebbe un giorno contro la Russia?

In un’intervista rilasciata alla trasmissione di La7 “Otto e mezzo”, l’ex tennista ucraino divenuto soldato ha espresso parole ingenerose nei confronti del nostro esercito.

Il conflitto russo-ucraino prosegue senza sosta e l’ipotesi di un cessate il fuoco per lasciar passare gli sfollati è un proposito che, almeno per il momento, resta sulla carta.

In molti si sono arruolati nell’esercito ucraino, rispondendo alla chiamata del Presidente Volodymyr Zelensky di voler creare una sorta di “legione straniera”. Molti sono partiti dall’Italia volontariamente, più di 400 dalla Svezia.

Anche personaggi del mondo dello sport hanno risposto alla “chiamata alle armi”, imbracciando il fucile e combattendo al fianco dei tanti civili armati, pronti a non cedere di un millimetro all’aggressore russo che, proprio nella giornata di ieri, ha bombardato un ospedale pediatrico a Mariupol, città assediata ma non ancora conquistata dai soldati alle dipendenze di Vladimir Putin.

Tra i tanti ucraini che imbracciano le armi al fronte, c’è l’ex tennista Sergiy Stakhovsky, 36 anni, che ha lasciato la moglie e i 3 figli per unirsi al padre e al fratello in Ucraina.

Noi ucraini non vogliamo rinunciare a nulla. Capiamo che questa è la nostra guerra e non quella dell’Europa, stiamo solo chiedendo aiuto e assistenza”, queste le parole dell’ex tennista, intervenuto nella trasmissione “Otto e mezzo” su La7.

Senza ombra di dubbio, Stakhovsky ha compiuto una scelta coraggiosa, ma nel corso del collegamento con Lilly Gruber ha parlato anche dell’esercito italiano.

Eserciti Italia e Ucraina a confronto: le parole di Stakhovsky

La notizia dell’arruolamento di Stakhovsky, diffusa dal canale Telegram Ukraine Now, ha fatto il giro del mondo. L’ex tennista, assurto agli onori della cronaca per aver eliminato a sorpresa Roger Federer al secondo turno di Wimbledon nel 2013, si è ritirato dai campi da tennis a gennaio e allo scoppio della guerra ha deciso di combattere per il suo Paese.

“È stata una decisione molto difficile, ho una moglie e tre figli che adoro. Dover dire loro che papà sta partendo e non sa quando tornerà. A volte è difficile dormire con tutto questo in testa. Ma ora che sono a Kiev mi sento sollevato, perché vedo molta energia negli occhi della gente”

ha raccontato al portale australiano Whooska.

Il tennista soldato, come è stato ribattezzato, ha ammesso di avere paura:

“Io non sono un soldato, non ho mai impugnato una pistola, non ho mai sparato a nessuno. Ma se devo, lo farò. Paura? Certo che c’è paura, solo gli idioti non provano paura in questa situazione.”

Stakhovsky ha ricevuto anche il sostegno di Novak Djokovic. In uno scambio di messaggi WhatsApp, il numero due al mondo ha fatto sapere all’ex collega che è pronto ad offrire il proprio aiuto concreto.

Eserciti Italia e Ucraina a confronto: il pensiero di Stakhovsky sul nostro contingente

Stakhovsky ha espresso parole dure contro l’esercito italiano:

“L’Italia e il suo esercito, per quanto ne so io, non durerebbe un giorno contro l’esercito russo. Noi stiamo qui e ci stiamo arrangiando con quello che abbiamo, la gente vuole combattere e resistere.”

Le parole del tennista hanno lasciato interdetti gli ospiti in studio, tant’è che il giornalista Beppe Severgnini si è sentito in dovere di difendere i nostri militari:

“Rispetto molto il dolore di chi è là e combatte, ma non è vero che l’esercito italiano non resisterebbe un giorno. Le nostre forze armate hanno dimostrato di essere sempre presenti sul territorio.”

Eserciti Italia e Ucraina a confronto: Donbass e Crimea come Sicilia e Venezia

Alle domande della giornalista di LA7, Stakhovsky ha ribadito che:

“Non ci sono forze russe a Kiev e rimarrà così per molto tempo. La Crimea e il Donbass? L’Italia rinuncerebbe alla Sicilia e a Venezie per darle a qualche altro Stato? Bisogna capire che se l’Ucraina cade in mano russa, poi toccherà ad altre nazioni”.

Stakhovsky ha spiegato, poi, che consentire a Putin di fare ciò che vuole, porterà la storia a ripetersi e si tornerà al 1945 con le nazioni satellite rispetto a Mosca: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, il Baltico. “Putin minaccia con il nucleare e la Nato ha paura. Lui ha usato questa carta e la userà ancora.

L’unico modo per uscire da questa impasse è che Putin

“Muoia prima di farlo, altrimenti farà le stesse cose fatte quando Hitler stava dividendo l’Europa. Se le nazioni entreranno in guerra, lui combatterà e spaccherà in due le nazioni, come già successo.”

Eserciti Italia e Ucraina a confronto: sono vere le considerazioni di Stakhovsky?

Una narrazione piuttosto ingenerosa quella fatta dal tennista soldato nei confronti dei nostri militari che stanno dando sostegno alle truppe della NATO per salvaguardare i confini europei. Il premier Mario Draghi, proprio nei giorni scorsi, ha disposto l’invio di nuove truppe.

Quando si è trattato di dare aiuto, sostegno materiale e morale, oltre che logistico e di ricostruzione, l’Italia non si è mai tirata indietro, in nessun contesto internazionale.
Per Costituzione, il nostro Paese ripudia la guerra come strumento di offesa, ma la partecipazione al Patto Atlantico ci mette dinnanzi a degli obblighi che le donne e gli uomini in divisa hanno sempre assolto con professionalità e spirito di servizio.

Secondo Global Fire Power, che si occupa del monitoraggio di tutto ciò che riguarda il mondo militare, ha stilato una classifica, tenendo conto del “PowerIndex”, mettendo l’Italia all’11° posto tra i Paesi meglio attrezzati militarmente (approfondimento qui).

Se i primi due posti sono stabilmente in mano a Stati Uniti e Russia, l’Ucraina è al 22° posto.

In questa guerra gli ucraini ci stanno mettendo l’orgoglio di un popolo che lotta per la propria libertà, sebbene l’esercito russo sia molto più forte ed attrezzato, fare un confronto con il nostro esercito è fuori contesto.