Emergenza armi in Italia: cosa succede e cosa c’entrano gli Usa

Emergenza armi in Italia: cosa succede e cosa c'entrano gli Usa

In Italia servono razzi terra-aria. In più, non va trascurato il fronte sud, da dove arriva la minaccia più grande. A dirlo è l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Leonardo Tricarico.

Il rafforzamento della difesa anti-aerea da parte americana è benvenuto, perché questa è una fragilità del nostro sistema. Ma non ce la si cava con una batteria”.

A dirlo è l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, Leonardo Tricarico, all’indomani delle dichiarazioni del presidente Usa Joe Biden al vertice Nato di Madrid, in cui ha espresso la piena volontà degli Stati Uniti a voler aumentare la capacità di difesa aerea in Italia.

In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, il Generale Tricarico ha tracciato il quadro internazionale, evidenziando l’impegno dell’Italia nella Nato.

Rafforzare il sistema aereo va bene, prosegue il Generale, ma una batteria non basta. Inoltre, evidenzia l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, è necessario che la Nato e l’Italia non trascurino la minaccia che potrebbe provenire dal fianco sud dell’Alleanza.

Pertanto, un rafforzamento delle misure anche in questo senso sarebbe indispensabile, l’Italia lo chiede da 30 anni, per evitare che ci sia una nuova emergenza.

Cosa bisogna fare

Intervistato dal Messaggero, l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Leonardo Tricarico ha posto l’accento sulla necessità di rinforzare il fianco sud della Nato, per evitare di incappare in spiacevoli minacce.

Se la situazione della sorveglianza aerea è migliore, grazie ai nostri velivoli con i quali facciamo fronte alle esigenze nazionali e anche a quelle degli altri Paesi che non possono permetterselo, diversa è la situazione per la difesa anti-aerea, che mostra alcune fragilità.

Nella contraerea dei missili terra-aria, è una fragilità di sistema”. In attesa di una ristrutturazione e del programma di rafforzamento, che ha subito alcuni ritardi, il sostegno offerto dagli Usa: “è una soluzione benvenuta”.

Tuttavia, l’ex Generale ribadisce che l’aiuto offerto dagli Stati Uniti riguarda “lo strato più basso. O più corto”. In poche parole: “Non parliamo di missili intercontinentali, e neppure di sorveglianza aerea, ma di difesa anti-aerea, uno scudo a cipolla con diversi strati”. Pertanto, servono razzi terra-aria.

Il contributo del nostro Paese all’Alleanza Atlantica

Tricarico ha ricordato che da 8 anni, l’Italia contribuisce alla sorveglianza dello spazio aereo di altri Stati della Nato.

Attualmente “ci troviamo in Islanda, poi ci sposteremo in Polonia e quindi in Romania. Ma la solidarietà atlantica riguarda anche due Paesi dei Balcani. E mandiamo velivoli di quinta generazione come gli F-35”.

Le regole d’ingaggio non sono cambiate dopo la guerra in Ucraina, il concetto di base è che “è più grave il danno che farei abbattendo un velivolo che entra nel mio spazio aereo senza esserne autorizzato, rispetto a quello che lui può causare con suo sconfinamento”.

Quindi, se dovesse accadere in Italia, quello che è successo il Estonia, quando un velivolo militare russo è entrato nello spazio militare estone: “lo intercetto e lo invito ad allontanarsi, con tutta una serie di segnalazioni convenzionali”.

Rafforzamento del contingente Usa in Italia

Il rafforzamento delle truppe Usa sul nostro Paese potrebbe significare “aumentare la componente di basi come Aviano e Sigonella. Ma questa può essere anche l’occasione per fare un tagliando alle regole che devono vigere per l’interlocuzione con gli italiani”.

Su questo punto, Tricarico è secco:

“ogni attività si deve inquadrare in quelle della Nato. Se dovesse esserci un’attività diversa, dovrà essere autorizzata dall’autorità italiana, e il comandante italiano dell’infrastruttura dovrà essere in grado di verificare il rispetto degli accordi”.

Cosa c’entrano gli Usa con l’emergenza armi in Italia

L’Italia dovrà fare in modo che nel piano di strategia Atlantica:

“non venga trascurato il fronte Sud, una preoccupazione che l’Italia solleva da almeno 30 anni ma che poi si è tramutata in una minaccia reale che viene dalla sponda settentrionale dell’Africa ed è un rischio che si sta estendendo anche al Sahel ed è sempre più viva nel Corno d’Africa”.

Il Generale Tricarico è convinto che “dovranno passare decenni prima che la Russia rappresenti un pericolo per la Nato, quanto per un Paese che abbia una capacità militare come l’Italia o altri Stati membri dell’Alleanza”.

Se le misure di deterrenza sul fronte est “non sono neanche necessarie”, cresce invece “un rischio quasi invisibile o silente, in Libia o in Mali. Un giorno non lontano, dovremo misurarci con la Russia anche in Africa ”.

Se gli Usa vogliono davvero aumentare la capacità di difesa nel nostro Paese, devono fornirci subito razzi terra-aria, indispensabili per sicurezza dell’Italia e dell’intera Nato.