Cosa ci fa la nave spia russa davanti alla Sicilia? Quali pericoli per il nostro Paese

Cosa ci fa la nave spia russa davanti alla Sicilia? Quali pericoli per il nostro Paese

La considerevole concentrazione di navi nel Mediterraneo potrebbe trasformare il Mare Nostrum in un teatro di forte conflitto.

Non ci sono solo azioni di terra e lancio di missili a connotare il conflitto russo-ucraino. La superiorità ostentata in questa guerra dalla Russia di Vladimir Putin passa, in primo luogo, per l’attività di terrore, generata da continue minacce, ripercussioni - qualora i Paesi accanto alla Russia dovessero entrare nella NATO - e controllo del Mediterraneo, attraverso navi spie che hanno l’obiettivo di controllare e monitorare le esercitazioni della flotta della NATO nel Mar Tirreno.

I satelliti hanno fotografato l’unità di intelligence russa nel Canale di Sicilia, a dimostrazione di come il Mare Nostrum sia un altro fronte di tensione al quale la Russia non vuole rinunciare.

Le grandi manovre della flotta di Mosca nelle acque più vicine all’Italia erano iniziate da prima dell’invasione dell’Ucraina e non si sono mai fermate (approfondimento qui).

Lo scopo della Russia è esercitare pressione sui Paesi del Patto Atlantico e far capire loro che sono pronti a tutto, anche ad un escalation militare.

Cosa succede

Un’unità classe “Vishnya” è stata fotografata a nord della Tunisia, nel Canale di Sicilia, mentre faceva rifornimento di combustibile dalla petroliera “Vyazma”.

Come riporta Repubblica, citando il sito CovertShores, l’immagine pubblicata è quella che raffigura due navi affiancate per il trasferimento del carburante. Sebbene non ci sia la conferma, la nave in questione dovrebbe essere la “Vasily Tatishchev”, per la NATO nome in codice “Meridian”.

La Meridian è entrata nel Mediterraneo il 20 gennaio scorso, data in cui ha iniziato la sua attività di sorveglianza. La Meridian è lunga 95 metri, con un dislocamento di circa 3.500 tonnellate, ed è stata varata ai tempi dell’URSS, ma è in continuo restyling.

A bordo vi sono 146 persone, la maggior parte delle quali sono specialisti dei servizi segreti ed hanno l’incarico di captare e analizzare le trasmissioni dei radar e dei sistemi radio avversari, per decifrare le frequenze e la capacità. Informazioni essenziali quando la guerra è anche sul piano elettronico. Infatti, le antenne sono chiuse in grandi bolle, che spiccano sul profilo dell’unità. La “Vasiliy Tatishchev” è armata con due cannoncini a canne rotanti e due lanciatori per missili contraerei.

Qual è lo scopo della nave spia russa

La Meridian è tornata nel Mediterraneo in concomitanza con le esercitazioni NATO “Mare Aperto”, fino al 27 maggio, al quale partecipa la nostra Marina Militare, con il coinvolgimento di oltre trenta navi e sottomarini, oltre ad altrettanti aerei di diversi Paesi del Patto Atlantico. Ad essere impegnate nelle manovre sono:

  • Portaerei Garibaldi e Cavour;
  • Con a bordo una squadriglia di caccia stealth F35B della Marina e dell’Aeronautica.

La Meridian non è nuova ad azioni intimidatorie di questo genere. Già il 24 gennaio scorso, una fregata francese è intervenuta per allontanarla dalla portaerei De Gaulle, che stava salpando da Tolone per unirsi alla statunitense Truman e alla nostra Cavour.

Quali sono le altre navi nel Mediterraneo

La nave spia russa non è l’unica in azione. L’incrociatore “Maresciallo Ustinov”, gemello del Moskva affondato dagli ucraini, sarebbe stato avvistato al largo di Creta. Con ogni probabilità, è seguito dalla fregata “Ammiraglio Kasatonov” o dal caccia “Ammiraglio Trubuts”, dotata di missili cruise Kalibr e di moderne armi antiaeree.

Tuttavia, queste notizie non sono state confermate e appaiono discordanti, come riporta Repubblica.

Inoltre, vi sarebbero altri mezzi navali che pattugliano tutto il Mediterraneo:

  • La fregata “Ammiraglio Grigorovich” sarebbe nel Mar Egeo così da controllare l’accesso al Bosforo;
  • I due sottomarini d’attacco Kilo (equipaggiati con missili Kalibr) sarebbero ormeggiati in Siria;
  • Un sottomarino nucleare russo di cui si sono perse le tracce, l’ultima segnalazione risale ad un mese fa.

Nelle stesse profondità dove sono di stanza le navi russe, ci sarebbero anche due sottomarini nucleari NATO, ovvero quelli di Gran Bretagna e Stati Uniti, pronti a monitorare e ad intervenire in caso di complicazioni.

Cosa deve temere il nostro Paese?

Al momento, l’Italia non ha nulla da temere. Almeno finché la nave spia russa davanti alla Sicilia e le altre di stanza nel Mediterraneo si limiteranno soltanto ad azioni di monitoraggio e di presenza passiva.

Vero è che una concentrazione così fitta di armamenti navali nel Mediterraneo non si era mai vista, e di certo le navi russe non si stanno esercitando come quelle NATO.

Sono lì per intimidire e esercitare pressione sui membri dell’Alleanza Atlantica, Italia compresa.
Ogni passo falso o ingerenza di Paesi terzi nella guerra russo-ucraina sarà punito, lo ha spesso ribadito Putin e il numero così ingente di navi da guerra a poche centinaia di miglia dalle nostre coste, fanno del Mediterraneo un potenziale luogo di scontro per una possibile resa dei conti finale o un allargamento del conflitto che coinvolgerebbe la NATO.

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