Chi ha rapito Emanuela Orlandi?

Chi ha rapito Emanuela Orlandi?

Nuovi sviluppi sul caso Orlandi portano ad intrecciare il destino della giovane con la Banda della Magliana, incaricata di eseguirne il rapimento.

Il caso di Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina vaticana rapita e sparita nel nulla il 22 giugno 1983, si tinge di nuovi risvolti. Un cold case che, al pari di quello di Simonetta Cesaroni, tiene l’Italia con il fiato sospeso da quasi 40 anni.

Su che fine abbia fatto Emanuela, in questi anni, ci sono state varie congetture. Si è arrivati anche a ipotizzate che dietro la sua scomparsa, così come dietro l’omicidio di Katy Skerl e la sparizione di Mirella Gregori, ci fossero trame che vedevano le tre ragazze come le vittime designate di un meccanismo fatto di intrighi di potere legati alla Santa Sede e affari sporchi tra lo Ior (Istituto per le opere di religione) e la banda della Magliana.

Ed è proprio uno dei suoi protagonisti di spicco, Enrico De Pedis alias Renatino che torna al centro di questo caso intricato.

Dopo un tempo lunghissimo, siamo di nuovo qui a chiederci: chi ha rapito Emanuela Orlandi?

Il coinvolgimento della Banda della Magliana

Correva l’anno 2009, il 20 dicembre viene registrata una intercettazione telefonica tra Sergio Virtù e la sua compagna dell’epoca. Virtù non è un cittadino comune, ma l’uomo di fiducia, l’autista e il guardaspalle di Enrico De Pedis, alias Renatino, il boss della Banda della Magliana, le cui spoglie erano state tumulate nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare, salvo poi essere cremato.

Oltre a questo, Virtù è l’uomo indicato da diversi testimoni come uno dei protagonisti del rapimento di Emanuela Orlandi.

Nel 2009, Virtù sa di essere indagato dai pm e la compagna, preoccupata, lo chiama al telefono. Repubblica riporta quanto si sono detti i due:

  • Compagna: “Di notte ti ho mandato un messaggio, visto che abbiamo parlato, io ancora stavo sveglia, non riuscivo a dormire. Ho guardato internet, questa cosa che mi hai detto tu. Questa Olanda, Olinda”;
  • Virtù: “Orlandi, Orlandi”;
  • Compagna: “C’è qualcosa di concreto per...”;
  • Virtù: “.......(silenzio, sospira) Bè quando ci vediamo a voce te lo dico. Mo l’hai capito perché cambio sempre i numeri (del cellulare, ndr)?”.

Nella conversazione, Virtù afferma che da giovane si trovava in un ambiente particolare, ma che “Non me pento, te dico la verità, l’ho fatto per soldi e non me ne frega niente de quello che ho fatto”.

Dopo l’intercettazione, Virtù viene interrogato dalla squadra mobile. Gli agenti gli chiedono conto di quanto detto al telefono, ma lui dice che la voce non è la sua.

Nega di essere lui l’uomo che si sente nella telefonata, nonostante fosse a lui riconducibile l’utenza intercettata” riferiscono gli investigatori.

Dopo un po’, non compare negli atti d’inchiesta la comparazione della sua voce con quella dell’intercettazione e, sostanzialmente, nel 2015 il procedimento a suo carico si chiude.

Oggi, proprio sulla scorta di quell’intercettazione, il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro e l’avvocato Laura Sgrò vorrebbero la riapertura dell’inchiesta per far luce sul rapimento della 15enne.

Sergio Virtù: cosa c’entra con il caso Orlandi

A fare il nome di Sergio Virtù, il braccio destro di Renatino De Pedis, è proprio l’amante del Dandy della Banda della Magliana, Sabrina Minardi.

La donna ha avuto una relazione con il boss dal 1982 al 1984 e in una testimonianza resa il 4 giugno 2008 alla Polizia ha raccontato l’episodio in cui lei, dopo il rapimento Orlandi, è incaricata di portare la ragazza in Vaticano.

Stando all’interrogatorio fatto alla donna, lei e De Pedis si recano al Gianicolo, nei pressi l’omonimo bar; lì, vengono raggiunti da Virtù (che Minardi riconoscerà da una foto che le verrà mostrata dagli inquirenti) a bordo di una BMW 520 dove c’era Orlandi.

Oltre alla dichiarazione di Minardi, vi è quella di Salvatore Sarnataro, padre di Marco morto nel 2007. Il 1° ottobre del 2008, Sarnataro senior racconta agli investigatori che il figlio gli disse che rapì Emanuela Orlandi su ordine di Renatino. Dal racconto di Sarnataro padre, il figlio insieme a due complici sequestrò Orlandi, la caricò sulla Bmw 520 e la consegnò a Virtù ai laghetti dell’Eur.

Come ricompensa, Marco Sarnataro ricevette da De Pedis una Suzuki 1100. Come ebbe a riferire il padre di Sarnataro, il figlio, insieme a Ciletto (Angelo Cassani ndr) e Giggetto (Gianfranco Cerboni ndr) pedinarono Orlandi per le vie di Roma, come confermarono anche gli amici di Emanuela, Angelo R. e Paola G., vedendo una sua foto segnaletica.

Ad incaricare Sarnataro junior era stato il Presidente, il nome con il quale i sottoposti chiavano il boss della Magliana.

Come se non bastasse a suffragare la tesi che ci sia De Pedis dietro il rapimento Orlandi, un’amica di Emanuela, Gabriella, dichiara, nei primi di settembre 2008, di aver riconosciuto in un album fotografico che gli viene mostrato dalla Polizia proprio Virtù, l’uomo che toccò il braccio di Emanuela, dicendo “Eccola”. L’episodio avvenne pochi giorni prima della scomparsa della ragazza.

Il giallo di infittisce sempre di più. A questo punto, sarà compito degli inquirenti dipanare la matassa.

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