Armi nucleari: perché per Putin sarebbe arrivato il momento di usarle

Armi nucleari: perché per Putin sarebbe arrivato il momento di usarle

La situazione di stallo del conflitto russo-ucraino potrebbe spingere Putin a usare armi nucleari tattiche o a bassa resa.

Prosegue senza sosta il conflitto in Ucraina e, a quanto pare, le possibilità che i negoziati giungano ad una risoluzione sono ridotte al lumicino.

L’esercito ucraino ha respinto l’offensiva russa e si prepara allo scontro nel Donbass, quello che secondo gli analisti dovrebbe essere la chiave di Volta dell’intera operazione.

Che Putin abbia fatto male i suoi calcoli è ormai evidente, come lo è anche il fatto che non possa più tornare indietro senza aver ottenuto qualcosa in “cambio” che giustifichi un’operazione scellerata che sta costando, in termini di vite umane, moltissimo. Oltre ai profughi, agli sfollati, alle strutture sensibili abbattute, agli ospedali bombardati: c’è il dramma di un popolo, quello ucraino, che non ha più un posto dove vivere.

L’attacco ucraino all’incrociatore russo Moskva è militarmente e strategicamente un punto ben messo a segno, sebbene dal Cremlino si siano affrettati a negare e a ribaltare l’informazione dicendo che l’incrociatore ha preso fuoco per un problema tecnico. Ma è proprio la sua distruzione che potrebbe condurre ad un’evoluzione tragica degli eventi, inducendo Vladimir Putin ad utilizzare le armi nucleari.

Cosa sta succedendo

Non c’è solo la notizia dell’attacco messo a segno dall’Ucraina ai danni dell’incrociatore russo Moskva. Secondo quando riporta Ukrainska Pravda, citando lo Stato Maggiore dell’Esercito ucraino, l’esercito russo sta cercando di appropriarsi, senza successo, degli insediamenti di Popasna e Rubizhne, nell’autoproclamata repubblica di Lugansk. Mentre, nell’Ucraina occidentale, alcune unità delle Forze armate della Bielorussia presidiano il confine ucraino-bielorusso nelle regioni di Brest e Gomel.

Inoltre, il Comando operativo meridionale ucraino, come riporta il Kyiv Independent, ha reso noto che il governo di Kiev ha rilasciato quattro soldati russi in cambio di cinque ucraini.

Intanto, proseguono senza sosta i bombardamenti sulla capitale e nella regione dov’è situata Kiev. Anche Kharkiv continua ad essere sotto assedio e conta già 503 civili uccisi in tutta la regione, Mariupol è una città stremata, ma non ancora caduta sotto l’oppressione russa.

Le parole di Zelensky

Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha pronunciato parole dure contro alcuni Paesi dell’Occidente, rei di non aver chiuso i rubinetti al gas russo. “Abbiamo già resistito 50 giorni. 50 giorni di invasione russa, anche se gli occupanti ci avevano dato un massimo di cinque”.

In un’intervista rilasciata alla BBC, Zelensky ha tuonato contro Germania e Ungheria, accusandole di bloccare gli sforzi per arrivare ad un embargo sull’export energetico da cui la Russia guadagnerebbe circa 326 miliardi di dollari, solo quest’anno, denaro con il quale contribuisce a finanziare la guerra.

Zelensky ha poi formulato nuovamente la richiesta di più armi, affermando che l’Ucraina non sta ricevendo abbastanza velocemente i rifornimenti necessari per respingere l’assalto russo. Gli USA hanno risposto che i nuovi aiuti sono in arrivo.

Le mosse di Putin

Il capo della CIA, William Burns, ne è sicuro: la situazione di stallo della guerra in Ucraina, potrebbe spingere seriamente Putin ad utilizzare armi nucleari tattiche o a bassa resa.

“Data la disperazione del presidente Putin e della leadership russa, viste le battute d’arresto che hanno affrontato militarmente finora, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia del potenziale uso di armi nucleari tattiche o a bassa resa”.

Nonostante le parole di Burns non ci sono però avvisaglie in tal senso.
Per Putin, il fronte caldo non è solo in Ucraina, ma anche il Baltico e la Scandinavia, dove Svezia e Finlandia spingono per aderire alla NATO il prima possibile, in modo da avere protezione e garanzie di sicurezza.

Decisione che non piace per nulla a Mosca, che non ha perso tempo ed ha già minacciato pesanti conseguenze qualora l’ingresso nell’Alleanza Atlantica dovesse concretizzarsi.