Perché c’è tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud?

Perché c'è tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud?

Cresce sempre più la tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud: perché e cosa potrebbe succedere ora?

Crediti immagine: Барвенковский su commons.wikimedia.org

Tra le due Coree il clima è sempre più teso e la situazione non fa altro che peggiorare, con un escalation alquanto insolita. La Corea del Nord sta lanciando centinaia e centinaia di palloncini aerostatici colmi di rifiuti di ogni genere (persino escrementi umani) che stanno imbrattando la Corea del Sud, esplodendo o sgonfiandosi e rilasciando l’immondizia sulle città. Piovono rifiuti su abitazioni e terreni, ma secondo la Corea del Nord si tratta di una giusta risposta all’offensiva di Seul.

Sì, anche dalla Corea del Sud arrivano palloncini, ma con un contenuto completamente differente: volantini propagandistici, beni alimentari, medicinali, denaro, chiavette Usb con musica e serie Tv. L’obiettivo è evidente, devolvere ai cittadini beni che sono mancanti o proibiti dalla dittatura, una provocazione nient’affatto velata avverso il regime totalitario di Kim Jong-un. Il fatto è che in questo caso non è il governo sudcoreano a programmare gli invii, almeno non ufficialmente, trattandosi di un’iniziativa privata di attivisti e cittadini nordcoreani fuggiti. La cosa, tuttavia, dura già da anni e la scelta di questo momento per la risposta non sembra casuale.

Così, c’è sempre più tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud e dalle dichiarazioni delle parti si evince che non c’è alcuna intenzione di appianare la situazione. Cosa dobbiamo aspettarci?

Guerra di palloncini e immondizia tra Corea del Sud e Corea del Nord

Come già raccontato, da Pyongyang continuano a provenire palloncini aerostatici colmi di spazzatura di vario genere, con rifiuti disgustosi ed escrementi che letteralmente piovono sui tetti delle case, nei giardini e sulle strade. Comprensibilmente, l’indignazione dei cittadini sudcoreani è alle stelle e in particolar modo nelle zone più vicine alla frontiera si stanno accedendo proteste sempre più impazienti.

A gettare benzina sul fuoco, le dichiarazioni di Kim Yo-jong, niente di meno che la sorella del leader nordcoreano, che ha appoggiato pubblicamente questa iniziativa e anzi la incoraggia con forza. “L’avevamo promesso” ha dichiarato, “vi seppelliremo sotto una montagna di immondizia”. Dal governo della Corea del Sud, al contrario, non erano arrivati incitamenti pubblici all’invio dei propri palloncini sul Nord, che ricordiamo hanno dato il via a questo curioso botta e risposta aereo.

Chiaramente, l’assenza di dichiarazioni ufficiali non è abbastanza per cancellare il sospetto di un appoggio, e comunque non sembra che il Nord Corea sia più di tanto interessato alla vicenda. Fornire ai sudditi nordcoreani oggetti vietati dal leader è un affronto troppo grave da lasciar passare, ma anche l’invio di denaro, quasi a sottolineare una superiorità, è un’onta che Kim Jong-un vuole cancellare. Resta il fatto che è molto diverso veder piovere cioccolata e soldi rispetto a feci umane, ma questo non rende l’offesa meno grave rispetto alle ideologie totalitarie che governano il Paese.

È comunque evidente che entrambi sono quasi alla ricerca di un pretesto per lasciar scoppiare quella tensione politica che li attanaglia dall’indipendenza e che si è fatta sempre più pressante quando a Seul ha prevalso il sistema democratico.

Cosa potrebbe succedere ora?

Non è soltanto una questione storica se ogni minimo conflitto tra le Coree scatena l’agitazione mondiale: il confine tra la Corea del Nord e quella del Sud è considerato tra i più sorvegliati e armati di tutto il pianeta e le conseguenze di un eventuale scontro avrebbero effetti devastanti per tutti. Gli Stati Uniti stanno monitorando attentamente l’evolversi della vicenda, essendo dichiaratamente sostenitori della Corea del Sud.

È assai probabile che anche questa volta la situazione potrebbe risolversi differentemente, perlomeno continuando a temporeggiare. L’invio dei palloncini da Seul non è certo cosa nuova e la dura risposta di Pyongyang arriva proprio in occasione delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, ma già da diversi anni in questo periodo la Corea del Nord alza la voce. La vicina, però, sembra per il momento limitarsi a proteste in risposta. Per quanto ne sappiamo, le rappresaglie si stanno svolgendo per lo più con slogan, propagande e timori generati dalle esercitazioni militari.

Il rischio più concreto è che salti definitivamente il patto militare tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti, che vacilla fin dalla sua sottoscrizione, anche perché non molto tempo fa Pyongyang ha scelto di rafforzare le difese sul confine in barba agli accordi dichiarando di sentirsi minacciata e ad oggi vale quasi nulla. La situazione è quindi molto delicata, ma a farne le spese, anche come pressione sono proprio i cittadini, memori delle conseguenze fatali dell’ultimo conflitto fra le Coree.

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