No-fly zone: cosa significa e perché potrebbe far scattare la Terza guerra mondiale

No-fly zone: cosa significa e perché potrebbe far scattare la Terza guerra mondiale

Non sarà dichiarata una no-fly zone in Ucraina. Ecco cosa significa e perché la Nato ha deciso di non agire sui cieli ucraini.

No-fly zone sull’Ucraina? Meglio di no. Il rischio concreto è coinvolgere altri Paesi nel conflitto tra Russia e Ucraina, una guerra allargata che potrebbe trasformarsi in una Terza guerra mondiale.

Il presidente ucraino Zelensky ha chiesto, in un video in lingua ucraina, ai leader occidentali di istituire una no-fly zone umanitaria per non lasciare ai russi la possibilità di bombardare sui civili. Una richiesta che si abbatte però contro il muro del “no”. Da più fronti è arrivata la risposta negativa alla richiesta dell’Ucraina, sotto pesante bombardamento ormai dal 24 febbraio, perché il rischio di una guerra diretta è troppo alto.

Lo stesso Vladimir Putin ha fatto sapere, in un intervento video, che un’azione simile nei confronti della Russia sarebbe considerata una dichiarazione di guerra. L’ingresso di forze alleate Nato nei cieli ucraini vorrebbe dire solo una cosa: partecipazione diretta nel conflitto. Il Patto atlantico aveva già chiarito che avrebbe affiancato l’Ucraina in operazioni umanitarie e non militari proprio per evitare di far scattare un conflitto di più ampia portata, una Terza guerra mondiale nel cuore dell’Europa e la sua “inevitabile” - così è stata presentata dai portavoce del Cremlino - escalation nucleare.

No-fly zone: cosa significa e quali sono i rischi di cui parla la Nato

Per capire quali sono i rischi legati alla dichiarazione di una no-fly zone sull’Ucraina da parte della Nato, bisogna chiarire cos’è la no-fly zone. Non è la prima volta che si usa questa soluzione come “incentivo” alla guerra. Mauro Gilli, su Il Foglio, ricorda le diverse imposizioni di no-fly zone nella Storia recente. Per esempio quella al Nord e al Sud dell’Iraq dopo la guerra del 1991, in Bosnia nel 1993-1995 e in Libia nel 2011, proprio come anticipazione del conflitto contro le forze di Gheddafi.

Una no-fly zone è “uno spazio aereo sottoposto al controllo militare e interdetto a tutti i velivoli non autorizzati” come spiega Luna Luciano su Money.it. Si intuisce, già dalle prime righe, che la dichiarazione di uno spazio aereo chiuso, quindi protetto, richiederebbe l’uso di mezzi aerei per contrastare quelli russi. Un aereo russo potrebbe essere abbattuto, fatto che salverebbe i civili ucraini da un attacco, ma allo stesso tempo innescherebbe un risposta della Russia.

La chiusura dello spazio aereo dell’Ucraina, per usare le parole del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, "sarebbe considerato come l’ingresso in guerra della Nato e quindi un rischio di una terza guerra mondiale".

Perché la Nato non può rispondere alla richiesta di una no-fly zone in Ucraina?

Una no-fly zone è un’azione militare. Per quanto il presidente ucraino nel suo discorso abbia tentare di richiedere una sorta di “no-fly zone umanitaria”, l’utilizzo di aerei come deterrente o in risposta all’ingresso di aerei da combattimento russi, rendono tale operazione militare.

Il 6 marzo Zelensky chiedeva di “chiudete il cielo sull’ucraina, chiudetelo a tutti i missili russi, ai loro aerei da combattimento, a tutti questi terroristi”. Il discorso del presidente ucraino, comprensibile a livello locale, diventa inapplicabile se si calcolano i rischi che ne seguirebbero a livello mondiale. Consapevole di questo, conclude il discorso con queste parole: “se non lo fate, se non ci fornite almeno gli aerei per proteggerci da soli”.

L’alternativa alla no-fly zone sembra essere, per alcuni, continuare a fornire armi a Kyiv. Suona assurdo pensare che una guerra si concluda continuando a inviare armi, ma dall’altra è evidente come la diplomazia sia l’ultimo degli interessi russi. Oggi, lunedì 7 marzo 2022, si dovrebbe svolgere il terzo round delle trattative, ma Putin è stato piuttosto chiaro al telefono con il presidente francese Macron: gli obiettivi di denazificazione e demilitarizzazione avverranno in un modo o nell’altro.