Elsa Corniglio - 7 settembre 2021
La guerra del futuro: l’Italia arma i droni per colpire obiettivi a distanza
La cambia modalità entrando nel futuro e l’Italia arma i droni per colpire obiettivi a distanza. Vediamo i dettagli.
Il Ministero della Difesa ha deciso di investire 168 milioni di euro per armare i velivoli senza pilota Reaper fino ad oggi utilizzati solo per la ricognizione.
L’Italia ha infatti deciso di dotare i droni militari, trasformandoli così da mezzi di ricognizione in bombardieri. In questo modo, anche l’Italia sarà tra quei Paesi del mondo in grado di gestire attacchi in continenti lontani ordinando a distanza di migliaia di chilometri il lancio di missili.
Si tratta dello stesso tipo di armamento a guida da remoto che hanno usato gli Stati Uniti in Afghanistan per il raid volto a colpire gli obiettivi considerati terroristici nei pressi di Kabul.
Una nuova era del conflitto: la guerra del futuro
In pratica, è in atto una nuova dimensione dello svolgimento del conflitto e tutte le regole della guerra come la si conosceva vengono sovvertite.
Infatti, gli aerei senza pilota permettono di compiere uccisioni a distanza senza il rischio di perdere vite umane di connazionali. Per di più, questi droni possono rimanere in volo anche per 24 ore con l’intento di sorvegliare il bersaglio fino a carpire il momento più opportuno per sferrare un attacco mirato.
Il dubbio etico sul nuovo armamento in Europa
Molti non sono stati d’accordo sull’utilizzo di questa nuova arma, dato che alcuni ne hanno parlato come fosse un’arma “disumana” proprio per via del fatto che chi ne fa uso è del tutto protetto rispetto a chi viene colpito.
Si tratta, in effetti, di un’arma che mette in posizione di grande vantaggio chi la possiede. Tuttavia, etica e guerra non vanno per forza a braccetto e perciò, distinguere tra armi “umane” e “disumane” è un discorso che lascia il tempo che trova.
L’Italia arma i droni per colpire obiettivi a distanza
Mentre in Germania il dibattito su questo tipo di armamento si ritrova in campagna elettorale per la successione di Angela Merkel, in Italia la scelta viene inclusa in veste mimetica dentro il Documento programmatico pluriennale presentato a inizio agosto in Parlamento dal Ministero della Difesa.
Su questa linea quindi, l’Italia arma i droni per colpire obiettivi a distanza. La novità è presentata in maniera molto tecnica nel documento e viene riportata con la dicitura “aggiornamento del paylod MQ-9”.
In cosa consiste il nuovo armamento
Stando a quanto si legge dal Documento programmatico pluriennale, i nuovi velivoli garantiranno livelli incrementati di sicurezza e protezione in missioni di scorta convogli.
Si tratta di una nuova opzione di protezione a vantaggio di forze sul terreno e dispositivi aerei per operazioni di alta valenza o intensità. In tal senso, la nostra Aeronautica è la prima in Europa a dotarsi di questo nuovo armamento.
L’operazione include un aggiornamento di sensori-spia, di apparati di trasmissione e prevede un investimento in termini economici di 168 milioni in 7 anni. Nel documento non si specifica quali siano gli armamenti prescelti. I Reaper degli Stati Uniti usano di solito missili Hellfire o missili Ninja, oppure bombe a guida laser.
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