Stipendi Esercito italiano e Palazzo Chigi, cifre a confronto: chi guadagna di più?

Stipendi Esercito italiano e Palazzo Chigi, cifre a confronto: chi guadagna di più?

Il personale delle Forze armate ha uno stipendio nettamente inferiore alle paghe di lusso di Palazzo Chigi.

Le parole pronunciate dall’ex presidente dell’Inps Tito Boeri a proposito di stipendi e pensioni d’oro che percepirebbe il personale militare non sono andate giù proprio a quelle donne e a quegli uomini che con sacrificio e abnegazione mettono la loro vita a servizio dell’Italia.

La polemica è proseguita sui social, dove il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha risposto alle affermazioni di Boeri che, in un tweet, ha detto che il problema della nostra Forza armata, e dei relativi costi, è da ricercarsi nel fatto che “ ci sono più marescialli e ufficiali che soldati semplici in Italia ”, aggiungendo a corredo di quanto detto una tabella e precisando che “i dati del ministero della Difesa ci dicono che ci sono 63mila 500 marescialli e ufficiali contro 26mila militari di truppa”.

Il nodo della questione per Boeri, e da qui la critica, è che il 60,5% delle spese militari italiane vengono assorbite dai costi del personale. Pronta le replica di Crosetto che ha evidenziamo come “questi dati rappresentano visivamente un antico problema della difesa italiana: il fatto di avere spese di esercizio ed investimento troppo basse rispetto a quelle del personale”.

Va bene tagliare su progetti e forniture, ma gli stipendi dei militari vanno pagati. Proprio quei militari che, ricordiamolo, sono stati in prima linea durante l’emergenza Covid e non solo.

Senza contare la situazione di guerra tra Russia e Ucraina che si protrae da quasi un anno, con i soldati italiani in missione all’estero per garantire stabilità sul fianco est della Nato e nelle altre zone “calde del mondo”.

Alla luce delle paghe di lusso che si percepiscono a Palazzo Chigi, il problema sono diventati gli stipendi dei militari? Vediamo di fare chiarezza.

Quanti sono i militari in Italia: nella tabella di Boeri c’è qualcosa che non va

Today.it ha analizzato la tabella “Situazione del personale militare” pubblicata su Twitter dall’ex presidente dell’Inps e docente dell’Università Bocconi, Tito Boeri.

Nella sua disamina Boeri prende in considerazione soldato il numero dei “militari di truppa”, ovvero i volontari in ferma breve, volontari in ferma prefissata quadriennale e i volontari in ferma prefissata annuale.

Si tratta di militari “a tempo determinato” che diventeranno a tempo indeterminato in seguito al superamento del concorso e non è detto che ci sia posto per tutti.

Tuttavia, i militari a tempo determinato sono una minoranza, essendo l’arruolamento nelle Forze armate su base volontaria e non più con la leva obbligatoria (leggi anche Iscrizione obbligatoria liste di leva per i nati nel 2006: perché i Comuni hanno pubblicato l’avviso).

Today.it indica come Boeri si sia dimenticato dei “Graduati”, vale a dire i volontari in servizio permanente che sono 55.935 soldati suddivisi nei diversi gradi di caporal maggiore ed equivalenti.

Stando così i dati, la somma dei livelli più bassi delle Forze Armate sale a quasi 82.000 dipendenti. Se poi aggiungiamo i 18.200 sergenti, naturale progressione di carriera dei caporali, si arriva a oltre 100.000 unità.

Il confronto corretto, rispetto ai dati forniti da Boeri, sarebbe quindi tra 63.500 marescialli e ufficiali e 100.356 militari di grado inferiore: che uniti agli allievi delle accademie e delle scuole militari, danno il totale di 166.500 appartenenti alle forze armate in servizio in Italia nel 2022” argomenta Today.it.

Tabella "Situazione del personale militare"

Quanto spende l’Italia per i suoi militari?

In un altro grafico, sempre pubblicato sul suo profilo Twitter, Boeri mette l’Italia ai primi posti in Europa per i costi percentuali del personale. Ma la situazione è ben più articolata.

Il nostro Paese ha ridotto le spese in infrastrutture militari più di altre nazioni, ma ci troviamo anche davanti a Germania e Francia con il 28,9% del budget per investimenti in equipaggiamento, ricerca e sviluppo.

La legge di Bilancio del 2022 ha assegnato al ministero della Difesa 25 miliardi e 956 milioni, il 3,2 per cento delle spese finali dello Stato. Di questi, il 285 è stato assegnato alle attività dell’Arma dei Carabinieri.

Facendo un rapido confronto, lo scorso anno, alla sanità pubblica e convenzionata sono stati destinati 131 miliardi.

Stipendi Forze armate e Palazzo Chigi: chi guadagna di più?

Dagli stipendi lordi del personale dell’Esercito, dati pubblicati in Gazzetta Ufficiale, ci rendiamo conto che il netto mensile per un Primo Caporal Maggiore è di 1.288 euro; per un Maresciallo Capo di 1.648 euro, per un Capitano di 1.793 euro, per un Colonnello con più di 23 anni di servizio da Ufficiale di 2.219 euro.

Lo stipendio di un Generale di Brigata è di 3.536 euro e di un Generale di Corpo d’Armata di 5.147 euro.

Come indica Today.it, nel calcolo, è stato immaginato un caporal maggiore senza famiglia a carico, mentre per gli altri gradi viene considerata una famiglia a carico con moglie e due figli. Sono esclusi da qui gli straordinari, in gran parte non pagati, e le indennità di missione e di rischio, che dipendono dai vari tipi di impiego.

Le cifre sono di gran lunga inferiori rispetto a qualunque funzionario della Presidenza del Consiglio che, senza rischiare la vita e avere pericoli operativi, guadagna circa 92.000 euro lordi all’anno, vale a dire 3.997 euro netti al mese.

Mentre per i dirigenti di Palazzo Chigi, Protezione civile compresa, già prima della pandemia lo Stato spendeva fino a 233.447 euro lordi l’anno, circa 9.200 euro netti al mese.

Va da sé che la discrepanza è evidente, se si mette in conto che il lavoro svolto dall’Esercito non è “d’ufficio”, ma operativo e il personale è sempre a disposizione e pronto quando serve in qualsiasi contesto.

Argomenti correlati: Stipendio Esercito italiano