Paola Gentile - 2 novembre 2022
Servizi segreti: chi è Alfredo Mantovano e perché per nominarlo serve cambiare la legge
Giorgia Meloni è pronta a cambiare la legge 124 del 2007 per nominare il sottosegretario Mantovano come Autorità delegata intelligence. Ma se dovesse accadere, avrebbe tre cariche.
L’incarico di presidente dei servizi segreti italiani, lasciato vacante da Adolfo Urso, ora ministro dello Sviluppo Economico, potrebbe avere già essere ricoperto da Alfredo Mantovano per il quale sarebbe già pronto un decreto ad hoc per la sua nomina.
La scelta del sottosegretario come Autorità delegata comporterebbe una modifica alla legge 124 del 2007, ovvero sia la norma che ha riformato la struttura e l’organizzazione dei servizi segreti in Italia.
L’Autorità delegata è quella figura a cui fa riferimento il presidente del Consiglio per delegare, appunto, le funzioni in materia di sicurezza della Repubblica che non gli sono attribuite in via esclusiva.
Perché allora la premier Giorgia Meloni è pronta a cambiare la norma? Il motivo è semplice, ma prima vediamo chi è Alfredo Mantovano.
Alfredo Mantovano: il giudice prestato alla politica
Alfredo Mantovano è stato nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri nel neonato governo presieduto da Giorgia Meloni. Il pugliese Mantovano, classe 1958, è in Magistratura dal 1983 e in politica dal 1996 quando venne eletto deputato nelle fila di Alleanza Nazionale, e prese parte alle Commissioni Giustizia e Antimafia.
Nel 2001, è sottosegretario all’Interno nel governo Berlusconi, sebbene non sia stato eletto. Nel 2006, è membro del Copasir e due anni dopo torna al Viminale nel ruolo di viceministro con delega alla pubblica sicurezza.
Lasciata la politica, torna a fare il magistrato, diventando prima consigliere alla IV sezione penale della Corte d’Appello di Roma e in seguito consigliere di sezione penale alla Corte di Cassazione.
All’attività di magistrato e politico, Mantovano affianca anche quella di giornalista. Pubblicista dal 1984, Mantovano scrive sulla rivista “Tempi”. Dal 2015 riveste anche la carica di presidente della sezione italiana della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre.
Legge 124 del 2007: cosa dice
Nella legge 124 del 2007 è previsto che l’incarico di Autorità delegata debba essere ricoperta da un sottosegretario di Stato oppure da un ministro senza portafoglio, che non può esercitare altre funzioni di governo, eccetto in materia di cybersicurezza.
Tuttavia, Alfredo Mantovano è già stato nominato da Meloni sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, e stando a quanto evidenziato nella legge 124 non potrebbe ricoprire la carica di Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica.
Nomina Mantovano ai servizi segreti: i precedenti
La nomina di Mantovano non rappresenterebbe un’eccezione. C’è infatti un precedente. Si tratta di Gianni Letta, a cui venne conferita la delega in materia di sicurezza proprio mentre ricopriva la carica anche di sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, nel governo Berlusconi, dal 2008 al 2011.
In quel caso il decreto-legge del 16 maggio 2008, n. 85, convertito con modificazioni dalla legge 14 luglio 2008, n. 121, aveva abrogato il comma 2 dell’articolo 3 della legge 124 del 2007.
Con la caduta del governo Berlusconi e l’arrivo di Mario Monti, lo status quo ante viene ripristinato e con la legge 133 del 2012 c’è il ritorno della norma dell’esclusività dell’incarico di Autorità delegata (comma 1-bis dell’articolo 3).
Nomina Mantovano ai Servizi segreti: cosa deve fare Meloni
Alla luce di quanto esposto nei paragrafi precedenti, se Giorgia Meloni volesse affidare la delega alla sicurezza ad Alfredo Mantovano, che ricordiamo già essere sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ebbene, dovrebbe fare quello che fece Berlusconi con Gianni Letta: modificare la legge 124 del 2007 con un decreto.
L’intervento normativo, già sul tavolo secondo quanto afferma Repubblica, attende solo di essere firmato.
Il ruolo dell’Autorità delegata
Come riporta Formiche.net in un’intervista fatta al prefetto Adriano Soi, il ruolo dell’Autorità delegata è molto importante ed “è decisivo per presidiare contemporaneamente due fronti: quello di raccordo e filtro quotidiano, con il supporto del Dis, tra le agenzie operative e il presidente del Consiglio; quello delle relazioni tra il presidente e i ministri che compongono l’organo collegiale, che nel caso italiano è il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica” .
Con la creazione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (qui il bando per accedervi), il ruolo dell’Autorità delegata si è arricchito di ulteriori responsabilità.
Infatti, con il decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82 convertito dalla legge 4 agosto 2021, n. 109, il presidente del Consiglio può delegare all’Autorità intelligence anche le funzioni in materia di cybersicurezza. Mai come in questo momento importanti per la situazione internazionale che stiamo vivendo.
Quindi, Mantovano, qualora venisse insignito anche della carica di Autorità delegata, avrebbe tre incarichi: sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio (che già ricopre); Autorità delegata intelligente (per cui verrà fatto un decreto a variazione della legge 124 del 2007) e Autorità delegata cyber (per volontà del presidente del Consiglio).
Questo lo scenario. Le cariche da tre potrebbero scendere a due se anche la legge sulla cybersicurezza dovesse essere cambiata.
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