Rinnovo del contratto firmato: per le funzioni centrali aumenti e arretrati tra maggio e giugno

Rinnovo del contratto firmato: per le funzioni centrali aumenti e arretrati tra maggio e giugno

Aumenti di 105,00€ medi e arretrati per più di 2.000€. Brunetta ha accolto il rinnovo come una rivoluzione.

È stato sottoscritto il rinnovo del contratto 2019-2021 per i dipendenti statali delle funzioni centrali da parte dell’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e dei sindacati.

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, che interessa circa 225 mila statali di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici, è stato siglato dopo la registrazione della Corte dei conti arrivata il 4 maggio scorso e dopo che la pre-intesa era stata firmata il 21 dicembre 2021.

Anche in questo caso, così come accaduto per le Forze armate e di Polizia, i tempi di attesa sono stati lunghi; ma mentre per i militari gli arretrati e gli aumenti stipendiali non verranno erogati nel cedolino di maggio (qui), per i dipendenti delle funzioni centrali pare si farà un’eccezione, tramite una busta paga separata che verrà erogata, previo ok del Ministero dell’Economia e delle Finanze, già a maggio e conterrà gli arretrati. Per gli aumenti stipendiali occorrerà attendere giugno.

Contratto funzioni centrali: chi riguarda

Il provvedimento riguarda 225mila dipendenti delle funzioni centrali, ovvero:

  • Ministeri;
  • Agenzie fiscali;
  • Enti pubblici non economici (Inps, Inail, Cnel, Enac, Agid).

Aumenti e arretrati in arrivo rappresentano “una boccata d’ossigeno per i lavoratori, in un momento caratterizzato da un generalizzato aumento dei prezzi”, ha sottolineato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

Contratto funzioni centrali: a quanto ammontano gli aumenti

Gli aumenti variano al variare del ruolo e dell’inquadramento del lavoratore. Nella fattispecie, gli aumenti previsti sono pari a 105,00€ medi per 13 mensilità, ai quali si aggiunge un beneficio pari ad altri 20,00€ medi mensili, grazie alle risorse aggiuntive stanziate nella Legge di Bilancio per il 2022, per finanziare il nuovo ordinamento professionale e il superamento dei limiti all’incremento dei Fondi risorse decentrate. Per la fascia degli assistenti amministrativi, l’aumento contrattuale sale fino a 117,00€ lordi.

Nello specifico, gli aumenti andranno:

  • Da 63,00€ a 117,00€ per 13 mensilità per i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici (in primis l’Inps);
  • Da 63,00€ a 106,00€ per la posizione economica C5;
  • Da 62,30€ a 151,80€ per i dipendenti dell’Enac, dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo;
  • Da 63,00€ a 194,46€ per i lavoratori dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid).

Gli aumenti verranno erogati nella busta paga di giugno.

Contratto funzioni centrali: a quanto ammontano gli arretrati

Oltre agli aumenti stipendiali, vi sono anche gli arretrati relativi al triennio di riferimento, ovvero 2019-2021 ed oscillano tra i 1.300€ e i 2.500€ lordi a seconda dei ruoli ricoperti. Per la fascia degli assistenti amministrativi, gli arretrati riferiti al triennio scorso ammontano a 1.800€, come indicato dall’ARAN.

Contratto funzioni centrali: quando verranno erogati aumenti e arretrati

L’ipotesi al vaglio dell’Amministrazione è che gli aumenti e gli arretrati previsti dal contratto vengano erogati nella busta paga di giugno; tuttavia, si sta pensando ad un’anticipazione straordinaria che riguarderebbe gli arretrati che verrebbero elargiti con una busta paga separata pagata o a maggio, previo ok del MEF, o sempre a giugno, ma prima della busta paga ordinaria, dove comunque figureranno gli aumenti.

Si spera che con lo sblocco della situazione arretrati e stipendi per i dipendenti della funzione pubblica, anche i 430mila militari delle Forze armate e di Polizia possano ricevere con così pari celerità quanto dovuto; dal momento che per loro la firma del rinnovo è avvenuta ben prima rispetto a quella per i dipendenti delle funzioni centrali.

Contratto funzioni centrali: cosa prevede

Oltre agli aumenti in busta paga e gli arretrati, nel contratto delle funzioni centrali, destinato a diventare il metro di paragone per tutti gli altri contratti del pubblico impiego, viene istituita la “quarta area di contrattazione”, che va ad aggiungersi a quelle degli operatori, assistenti e funzionari, dove verranno inserite le alte professionalità assunte dalle amministrazioni per la realizzazione dei progetti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Per la prima volta, in un contratto viene regolamentato lo smart working nella forma di:

  • Lavoro agile (senza precisi vincoli di orario o luogo di lavoro;
  • Da remoto (con vincoli di orario e nel rispetto degli obblighi di presenza derivanti dalle disposizioni in materia di orario di lavoro.

Quest’ultima modalità sarà a tutti gli effetti un telelavoro e potrà essere svolto da casa o tramite altre forme di lavoro a distanza come il coworking e il lavoro decentrato.

Il nuovo contratto per le funzioni centrali “riconosce al capitale umano pubblico la centralità che gli spetta e che ha largamente dimostrato durante i mesi più drammatici della pandemia, garantendo la tenuta dei servizi e della comunità” ha aggiunto il ministro Brunetta. Dello stesso avviso il Presidente dell’ARAN, Antonio Naddeo, che ha espresso piena soddisfazione per quanto raggiunto.