Pagamento cassa previdenza Forze armate, rinvio fino a 24 mesi: cosa sta succedendo

Pagamento cassa previdenza Forze armate, rinvio fino a 24 mesi: cosa sta succedendo

Slitta fino a 24 mesi il pagamento della cassa di previdenza per il personale militare. Disagi per il personale.

Non c’è pace per il personale militare che si appresta ad andare in pensione. Dopo il prolungamento dei tempi per il pagamento del TFS (Trattamento di Fine Servizio), slittato di oltre due anni, e il mancato avvio della previdenza complementare per il personale delle Forze armate e di Polizia: una nuova tegola si abbatte sui militari.

Già il mancato avvio della previdenza complementare aveva creato non pochi problemi, facendo fallire molti dei ricorsi presentati, a questo si è aggiunta la penalizzazione per il personale che va in pensione che è stato costretto a sottoscrivere finanziamenti per ottenere quanto gli spetta.

A denunciare il rinvio fino a 24 mesi del pagamento della cassa di previdenza del personale militare è il SIAM (Sindacato Aeronautica Militare) che ha reso noto quanto scritto nell’art. 112 della legge di Bilancio 2023.

Pagamento cassa previdenza Forze armate: rinvio fino a 24 mesi

Nel testo dell’art. 112, al comma 4, della legge di Bilancio 2023 si legge chiaramente che il governo ha deciso che il pagamento delle casse militari, che riguardano Ufficiali, Sottufficiali e Graduati, possa essere differito fino a 24 mesi.

“L’indennità è ordinariamente corrisposta all’atto della cessazione dal servizio. Con decreto del Ministro della difesa, su proposta motivata del consiglio di amministrazione della Cassa, sentito il Capo di Stato Maggiore della difesa, il termine di corresponsione di cui al precedente periodo può essere differito fino a un massimo di 24 mesi”.

Così facendo, sottolinea il sindacato, “viene meno anche quello che era l’ultimo beneficio rimasto a chi andava in pensione che, pagato nel giro di qualche mese, consentiva di tamponare la ritardata liquidazione del TFS ”.

Pagamento cassa previdenza Forze armate: cosa sta succedendo

Con il rinvio della corresponsione del pagamento della cassa di previdenza per il personale delle Forze armate si vuole “mettere le mani nelle tasche dei lavoratori per sopperire alle difficoltà derivanti da una poco lungimirante gestione delle Casse negli anni passati”.

Il sentore che si arrivasse a questo punto già c’era: infatti, la riduzione del numero degli arruolati nel corso degli ultimi decenni, unita al rapporto tra chi versava e chi incassava era destinato a produrre sofferenza negli istituti.

Quello che bisognava fare era “agire per tempo adottando strategie ben diverse e più coraggiose, rispetto all’immobilismo che invece ha denotato l’azione dei vari consigli di amministrazione”.

Alla luce del quadro desolante in cui vivono la maggior parte delle famiglie italiane, attanagliate dal caro vita dovuto ad un’inflazione galoppante, “è questa l’attenzione del Governo nei confronti del personale militare?

Il SIAM propone la cancellazione del comma 4 presente nell’art. 112 della legge di Bilancio 2023 e che venga avviato un tavolo di confronto con i sindacati per definire una diversa strategia che faccia uscire le Casse Ufficiali e Sottufficiali dalle difficili situazioni in cui versano, ed anche per disciplinare le modalità di partecipazione delle rappresentanze sindacali alle loro gestioni.