Militari italiani in partenza per Bulgaria e Ungheria: ecco perché

Militari italiani in partenza per Bulgaria e Ungheria: ecco perché

Manca solo il via libera del Parlamento e il nostro contingente è pronto a partire per garantire sicurezza e stabilità sul fianco est della Nato.

In occasione della Festa della Repubblica, il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini ha dichiarato che il contingente italiano è pronto a partire per l’Ungheria e la Bulgaria per svolgere un’azione di deterrenza e di rafforzamento del fianco est della Nato.

Tutto questo potrà avvenire previo consenso del Parlamento italiano che dovrà dare il via libera alla missione. Missione che non è la sola nella quale è impegnato il nostro Paese.

Infatti, l’Italia è attiva, con uomini e mezzi, su più fronti, coprendo vasti settori nei contesti di maggiore interesse in giro per il mondo. Che si tratti di missioni Nato, Unione europea, Onu o altre, il nostro Esercito è sempre presente per garantire la sicurezza dei territori interessati.

Ma analizziamo meglio il contenuto delle dichiarazioni rilasciate al Tg1 dal ministro della Difesa, così da capire meglio come stanno le cose.

Le parole di Guerini

Intervenuto al Tg1, in occasione della Festa del 2 giugno, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini ha parlato di uno dei temi caldi di questi giorni: la presenza del nostro contingente sul confine Nato, a poche centinaia di chilometri dalle zone ad alto rischio, a causa della guerra russo-ucraina che non accenna ad una risoluzione.

Nel corso del suo intervento, il ministro ha precisato che l’Italia già si trova impegnata in Lettonia, sempre per azioni di deterrenza, così come in Romania, con attività di sorveglianza dello spazio aereo e:

con la prossima delibera missioni saremo presenti, se il Parlamento sarà d’accordo, anche in Ungheria e Bulgaria con i nostri contingenti In Bulgaria avremo la guida di questa missione”.

Guerini ha anche precisato che si tratta di “missioni della Nato per rafforzare la deterrenza sul fianco Est. La deterrenza serve per prevenire i conflitti e per rafforzare le condizioni di sicurezza”.

Inoltre, il ministro ha anche menzionato le altre attività in cui il nostro Paese è impegnato: “c’è il lavoro che tutte le nostre forze armate stanno facendo in altri quadranti del mondo, con particolare attenzione al Mediterraneo in cui siamo impegnati per la stabilità, per la sicurezza e per la pace”.

Proprio il Mediterraneo è fortemente attenzionato per la presenza di navi russe che potrebbero entrare in contrasto con quelle della NATO qualora gli ordini, provenienti da Mosca, indirizzassero in quel verso.

In quali missioni è impegnata l’Italia

Come riporta Fanpage.it, menzionando il Portale della Difesa, dove è consultabile l’elenco dei nostri impegni all’estero, sono 38 le missioni in cui i nostri militari sono attivi.

Gli impegni sono divisi per categorie: Nato, Onu, Ue e altre. Ma andiamo con ordine.

Missioni Nato:

  • Bosnia Erzegovina - NATO HQ Sarajevo;
  • Romania - Operazione eAP Area South;
  • Mar Mediterraneo - Sea Guardian;
  • Iraq - NATO Mission Iraq;
  • Fyrom - NATO Liaison Office Skopje;
  • Kosovo - KFOR - Joint Enterprise;
  • Serbia - NATO Military Liaison Office Belgrade;
  • Lettonia - eFP Operazione "Baltic Guardian";
  • Mar Mediterraneo - NATO Standing Naval Forces;
  • Islanda - Op. Northern Lightning III.

Per ogni missione c’è un numero di uomini e di mezzi impiegati che varia a seconda della portata della spedizione. In Lettonia, dove attualmente il nostro Esercito è presente, vi sono 238 militari e 135 mezzi terrestri. Mentre, in Romania, l’impegno è di 8 Eurofighter 2000 (aerei militari) con relativo equipaggiamento.

Le missioni per l’Unione europea sono:

  • Oceano Indiano - EUNAVFOR Somalia - Op. "Atalanta";
  • Mali - EUTM;
  • Somalia - EUTM;
  • Somalia - EUCAP;
  • Mediterraneo Centrale - Joint Operation Themis;
  • Mali - EUCAP Sahel;
  • Bosnia Erzegovina - EUFOR – ALTHEA;
  • Repubblica Centrafricana - EUTM RCA;
  • European Union Advisory Mission (EUAM) IRAQ;
  • Kosovo - EULEX;
  • EUNAVFOR MED - Operazione Irini;
  • European Maritime Awareness - Stretto di Hormuz (EMASOH).

In Somalia ci sono 551 militari italiani impegnati nelle tre missioni sopra riportate, suddivisi in: 388 militari, 4 mezzi navali e 2 mezzi aerei che sorvegliano le acque somale per difenderle dagli attacchi dei pirati.

Inoltre, 15 sono impegnati a “rafforzare la capacità della Somalia nell’applicazione del diritto marittimo”. Altri 148 militari, con 20 mezzi terrestri, sviluppano il settore sicurezza.

Le missioni per le Nazioni Unite, invece, ci vedono presenti in:

  • Mali - MINUSMA;
  • Libano - UNIFIL;
  • Repubblica di Cipro - UNFICYP;
  • India/Pakistan - UNMOGIP;
  • Sahara Occidentale - MINURSO.

Le altre operazioni, ci vedono attivi con 25 carabinieri in Palestina, in una missione iniziata nel 2012, con il compito di addestrare la Palestinian Security Forces a Gerico.

Tra le varie missioni troviamo:

  • Egitto - MFO;
  • Iraq/Kuwait - Operazione "Prima Parthica";
  • Libano - MIBIL;
  • Malta - MICCD;
  • Mali -Task Force Takuba;
  • Libia - Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIASIT);
  • Niger - Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (MISIN);
  • Gibuti - Base Militare Italiana di Supporto (BMIS);
  • Somalia - MIADIT 16;
  • Afghanistan - Operazione Aquila Omnia;
  • Palestina - MIADIT 14.

Alle già citate missioni, si aggiungeranno presto quelle in Ungheria e Bulgaria, dove l’
Italia sarà ancora una volta protagonista e in Bulgaria guiderà la missione.