Paola Gentile - 10 agosto 2022
Langya virus: cos’è, come si trasmette, i sintomi e quanto è pericoloso
Il nuovo virus identificato in Cina è più mortale del Covid; tuttavia, non c’è stato alcun decesso. Proviene dal toporagno ed ha già infettato 35 persone.
Un virus nuovo di zecca si sta diffondendo in Cina dove ha già infettato 35 persone negli ultimi 4 anni, nelle province di Shandong e Henan.
Si tratta del Langya virus (LayV) ed appartiene al genere Henipavirus, ed è stato riscontrato nei tamponi faringei.
Su questo virus hanno condotto uno studio gli scienziati di Cina e Singapore ed è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Ebbene, se pensavamo di aver definitivamente archiviato il capitolo virus con il Covid, ci sbagliavamo di grosso. Come hanno avuto modo di spiegare molto bene i virologi in questi ultimi due anni di pandemia, i virus sono in mezzo a noi, occorre conviverci e vaccinarsi, così come sta accadendo nel nord Italia per contrastare il vaiolo delle scimmie.
Ma cos’è il Langya virus, come si trasmette e quanto è pericoloso?
Langya virus: cos’è
Il Langya virus è una malattia zoonotica, trasmessa alle persone dagli animali, ed appartiene al genere Henipavirus ed è stato identificato nei tamponi faringei grazie all’analisi metagemonica e poi all’isolamento patogeno.
Il primo caso è stato riscontrato nella Cina orientale su un paziente 53enne a fine 2018, entrato in contatto con gli animali. Da allora, il monitoraggio della malattia ha individuato altri 34 casi, stabilendo che il virus pare provenire dal toporagno.
Al momento è al vaglio se gli infettati abbiano preso tutti il virus dal toporagno o se ci sia stato contagio uomo-uomo. Tuttavia, gli scienziati tendono ad escluderlo, ma come abbiamo imparato con il Covid, nulla può essere dato per certo. Serviranno nuovi approfondimenti.
Un dato rassicurante è che tra i contagiati pare non esserci stato alcun legame e quindi la pista del focolaio è, al momento, archiviata.
Altra buona notizia è che nessuno dei contagiati ha perso la vita.
Langya virus: come si trasmette
Il virus si trasmette con il contatto con il toporagno, l’agente patogeno è stato riscontrato nel 27% degli animali testati. Ad oggi, sembra esclusa una trasmissione uomo-uomo. Ci si contagia tramite l’esposizione ai fluidi corporei, tessuti o escrezioni, o tramite il consumo di alimenti contaminati.
Studi di sierologia sul bestiame hanno inoltre rivelato la presenza di anticorpi diretti contro il patogeno nelle capre (2% degli animali testati) e nei cani (5%).
Alla famiglia degli Henipavirus, il genere dal quale discente il Langya, appartengono patogeni pericolosi come Hendra (HeV) e Nipah (NiV), che trovano nei pipistrelli il loro habitat naturale e possono infettare anche gli esseri umani. Il suo genoma, formato da un singolo filamento di RNA a senso negativo, è costituito da 18.402 nucleotidi organizzati in sei geni, corrispondenti a sei proteine strutturali.
Lo studio dal titolo “A Zoonotic Henipavirus in Febrile Patients in China” racchiude tutte le scoperte fatte ed è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine.
Langya virus: i sintomi
I sintomi da infezione da Langya virus sono:
- Febbre;
- Tosse;
- Stanchezza;
- Perdita di appetito;
- Nausea;
- Mialgia;
- Mal di testa;
- Vomito.
La particolarità di questo agente patogeno è che compromette anche reni e fegato. Perciò, bisogna stare molto attenti.
Langya virus: quanto è pericoloso
Gli effetti dell’Henipavirus sugli animali sono devastanti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la zoonosi può causare gravi malattie negli animali e nell’uomo ed è classificata con un livello di biosicurezza 4. Il tasso di mortalità è compreso tra il 40 e il 75%. Più mortale del Covid.
Il nuovo virus Langya “è una zoonosi che va sorvegliata molto bene” ha dichiarato all’AdnKronos la dott.ssa Maria Caramelli veterinaria del Laboratorio sorveglianza malattie emergenti dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte.
“Quindi c’è una certa preoccupazione per questo focolaio cinese. Ora però questo cluster è legato a condizioni di promiscuità con gli animali. Sappiamo che per questo genere di virus un passaggio uomo-uomo è sporadico e ha una scarsa efficacia, ma non può essere escluso, come ci insegnano altri casi”.
Al momento, per contrastare il Langya virus non vi sono farmaci o vaccini specifici. Studi di laboratorio hanno evidenziato come la ribavirina in vitro abbia dimostrato la sua utilità, ma nella pratica clinica la sua valenza è ancora incerta e necessita di maggiori analisi.