L’Italia si sta indebolendo nel dare le armi all’Ucraina?

L'Italia si sta indebolendo nel dare le armi all'Ucraina?

Sulla tipologia di armi inviate in Ucraina c’è il massimo riserbo. Si teme che ad essere state spedite siano quelle di ultima generazione.

Se la questione dell’aumento della spesa per la Difesa ha tenuto banco in Parlamento, con il Movimento 5Stelle che sembra essere giunto a più miti consigli dopo l’ipotesi che l’incremento al 2% del PIL venga raggiunto nel 2028; un altro tema scottante è al centro della polemica: l’invio di armi in Ucraina.

Sull’aumento delle spese militari abbiamo cercato di fare chiarezza avvalendoci dell’autorevole parere del Generale Domenico Rossi (approfondimento qui); mentre sull’invio delle armi italiane in Ucraina abbiamo spiegato le motivazioni qui.

Sebbene non faccia parte della NATO e neppure dell’Unione europea, ma si senta affine e in qualche modo legata ad essa, l’Ucraina sta ricevendo le forniture di armi italiane.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Libero, c’è un grande riserbo circa le armi inviate, se si tratta di modelli “vecchi” o di strumenti di guerra di ultima generazione.

Nell’ultimo caso, questo potrebbe rappresentare un danno per la nostra Difesa, viste anche le poche forniture giunte e i problemi di fondi per rimpinguare l’arsenale di terra.

Quali armi ha inviato l’Italia

La guerra russo-ucraina è prevalentemente terrestre e coinvolge perlopiù la fanteria. Intorno alla tipologia di armi inviate c’è il massimo riserbo.

Libero avanza alcune indiscrezioni, alcuni ipotizzano l’invio di armi più datate, ma ancora perfettamente funzionanti ed in grado di conservarsi in ottimo stato per molto tempo; altri invece l’invio di armi di ultima generazione. Sempre Libero riferisce di malumori tra le alte sfere dello Stato Maggiore delle Difesa e lo Stato Maggiore Esercito, ma allo stato attuale restano solo delle illazioni, senza basi veritiere, anche perché i dettagli delle consegne sono secretati.

Tuttavia, si è molto ragionato circa i tipi di armi mandate a Leopoli e a Kiev. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti parla dei missili antiaerei Stinger, piccoli missili spalleggiabili a ricerca infrarossa che, una volta lanciati da un soldato, si avventano su aerei o elicotteri a bassa quota già attirati dal calore dei loro motori.

Sono strumenti degli anni ’80, costituiti dal tubo lanciatore e dai missili di ricarica, distribuiti già ai tempi di Ronald Reagan affinché i mujaheddin combattessero contro l’invasione sovietica in Afghanistan.

Tra i probabili mezzi inviati, potrebbero esserci i missili anticarro Milan, risalenti alla Guerra Fredda e consegnati all’Italia con una fornitura di 17.000 missili e 716 lanciatori.

Quelle menzionate sono armi “datate” e ve ne sono tantissime nei diversi depositi in giro per l’Italia, e quindi spedirle non implicherebbe nessun danno per i nostri rifornimenti. Come pure l’invio di:

  • Mitragliatrici campali MG calibro 7,62 mm;
  • Le mitragliatrici pesanti Browning da 12,7 mm;
  • Lanciarazzi anticarro tedesco Panzerfaust 3, (si presume che l’Italia ne abbia a disposizione 17.000);
  • LAW americano.

Le armi moderne che potrebbero andare a Kiev

I diversi organi di stampa hanno parlato, non solo di armi già in possesso a iosa dal nostro Paese, ma anche di nuove forniture che potrebbero essere inviate in Ucraina per combattere la guerra contro la Russia. Tra queste potrebbero esserci:

  • Missili anticarro israeliano Spike, in dotazione in esemplari molto risicati, poco più di 2.000; con una capacità di colpire i carri nemici dai 2 agli 8km di distanza, con modalità “lancia e dimentica”,una volta lanciato, il missile fa da sé.

Stiamo parlando di mezzi sofisticati e costosi, giunti a partire dal 2009 in Italia in poche unità e se le armi inviate fossero nuove, e perciò in numero risicato, questo potrebbe essere un problema per i nostri strumenti di Difesa.