Luca Restivo - 27 giugno 2022
Esercito italiano, cambia tutto: le conseguenze della guerra in Ucraina
Il conflitto ucraino ha portato a rivedere il concetto di “guerra”, puntando su attrezzature satellitari e cyber, come spiega il Generale Pietro Serino.
Se c’è una cosa che ci ha insegnato la guerra in Ucraina, che oramai si combatte senza sosta da più di quattro mesi, è che il concetto di guerra come lo abbiamo sempre inteso è drasticamente cambiato.
Mai ci saremmo aspettati che un conflitto potesse divampare alle porte dell’Europa ed essere potenzialmente deflagrante per gli Stati ad essa appartenenti.
La guerra in Ucraina ci ha fatto capire che i conflitti si giocano sì, sul campo di battaglia, ma anche nello spazio, avvalendosi di sistemi di telecomunicazioni avanzate, droni, mezzi satellitari e cyber. Tutta una serie di strumenti che rendono lo scontro ancora più aspro di quanto già una guerra non lo sia di per sé, dal momento che si gioca con strumenti nuovi, schierando la tecnologia.
Perciò, il soldato del futuro dovrà coniugare “combattimento” con “formazione tecnologica più sofisticata”. L’Esercito italiano, in un prossimo futuro, si doterà “di ingegneri, esperti di telecomunicazioni e di logistica, soldati che sappiano utilizzare sempre meglio attrezzature satellitari e cyber”.
Parola del Generale Pietro Serino, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito che, nell’intervista rilasciata al Quotidiano.net, ha illustrato i prossimi passi che verranno compiuti per rendere il personale militare ancora più efficiente ed efficace, facendosi trovare pronto ad ogni evenienza.
Guerra in Ucraina: a che punto siamo
Nell’intervista sul Quotidiano.net, prima di entrare nel vivo del discorso sul nostro Esercito, il Generale Serino ha fatto un passaggio sulla guerra in Ucraina.
Se dal punto di vista dell’avanzamento territoriale, la Russia è in vantaggio, gli ucraini si sono ritirati anche da Severodonetsk, sul fronte della resistenza, non c’è alcun dubbio: “l’Ucraina è riuscita a contenere l’aggressione a nord e sta facendo la propria parte. E anche perché utilizza le risorse della tecnologia satellitare in modo più innovativo”.
Per questo motivo, il Cremlino ha cambiato strategia, preferendo un impegno più limitato verso sud-est, frenando la propria azione sul terreno. “Non è escluso che lo scenario possa avviarsi verso una sorta di guerra sospesa, come è avvenuto in Corea”.
Di certo, a mancare non sono le tensioni, come quelle tra Lituania e Russia, che hanno per oggetto il blocco dei trasporti operato da Vilnius all’indirizzo dell’exclave russa di Kaliningrad.
Come cambierà il nostro Esercito
L’inasprimento del conflitto in Ucraina porta inevitabilmente i 93mila uomini e donne del nostro Esercito a essere “sempre pronti a ogni evenienza nell’ambito degli accordi internazionali”, insistendo “nell’addestramento con quelli che noi definiamo nuovi domini operativi, cioè la dimensione spaziale e cyber” ha spiegato il Generale Serino.
L’utilizzo della robotica e dell’automazione consentirà di “sostituire l’uomo e diminuire i rischi”. A questo proposito, si stanno sviluppando “progetti per l’ammodernamento dei mezzi corazzati”.
I conflitti, mette in evidenzia il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,
“si combattono con gli stessi principi ma con innovazioni tecnologiche. I mezzi blindati sono fondamentali ma cambiano i compagni di viaggio, la radio viene sostituita dal satellite, gli aerei sempre più dai droni”.
Oltre a rinnovare il parco dei mezzi corazzati, il nostro Esercito investe nel munizionamento, nel sistema di artiglieria capace di colpire con precisione l’obiettivo a 70 chilometri e sul parco elicotteri “che risale agli anni Ottanta”.
Le risorse per ammodernare ci sono come da “indicazioni del ministro Lorenzo Guerini”.
Ad essere potenziato sarà anche il personale. Come sottolinea il Generale Serino:
“Ora è al vaglio un disegno di legge per aumentare di 10mila unità da qui al 2033 la pianta organica di esercito, marina e aeronautica. È la prima volta che si parla di aumento e non di tagli. Una scelta che garantisce il Paese anche per emergenze come la pandemia dove il contributo militare è stato importante”.
Come sarà il soldato del futuro
Il soldato del futuro avrà: competenza nel combattimento, unita alla formazione tecnologica più sofisticata, tramite l’ausilio di “ingegneri, esperti di telecomunicazioni e di logistica, soldati che sappiano utilizzare sempre meglio attrezzature satellitari e cyber”.
Tutto questo si potrà realizzare nel concreto “sfruttando l’automazione per i rifornimenti si potrà raggiungere l’obiettivo di sostituire l’autista di un autocarro con uno specialista che guida un drone, il pilota di un carro armato agirà sempre più guardando lo schermo del computer anziché direttamente all’esterno”.
Di fondamentale importanza sarà aumentare l’addestramento simulato e ridurre quello sul campo che però deve rimanere, ha rimarcato il Generale, sempre nel rispetto dello spazio circostante: “l’esercito è pronto a dar vita a un patto per l’ambiente, chiamiamolo così, che rispetti l’equilibrio fra le attività operative e la natura. Come tutti abbiamo a cuore l’ambiente che ci circonda”.
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