Endorsement russo alla destra italiana? Ecco come Mosca vuole dividere Roma da Ue e Nato

Endorsement russo alla destra italiana? Ecco come Mosca vuole dividere Roma da Ue e Nato

Il Cremlino entra di prepotenza nella politica italiana seminando il caos.

La Russia entra nella campagna elettorale italiana e semina il panico. Impegnati come sono a stilare i programmi in vista delle elezioni politiche 2022, i politici italiani stanno perdendo di vista che Mosca sta orchestrando una guerra ibrida fatta di disinformazione e insinuazione, volta a pungolare e mettere zizzania nei fatti di casa nostra che sono già abbastanza complicati.

La tecnica della destabilizzazione il Cremlino la conosce molto bene e sa attuarla alla perfezione, specie se basta un messaggio di Telegram di Dmitry Medvedev a generare il caos in un agone politico che, evidentemente, non ha la bussola ben orientata a nord.

In tutto questo marasma, si fa strada una preoccupazione importante quanto legittima: “la Russia punta su Roma per spaccare Ue e Nato”. Ne è sicuro Kurt Volker, ex inviato dell’amministrazione Trump in Ucraina che a Repubblica afferma senza mezzi termini che: “Mosca cerca di minare la stabilità politica in Italia”.

Frattanto che i nostri politici si accapigliano per dichiararsi quanto più possibile atlantisti, europeisti e anti-Russia, Mosca se la gode perché se non è riuscita a conquistare ancora gli obiettivi che si era prefissata in Ucraina, può dire almeno di aver ottenuto una vittoria in Italia.

La Russia punta a destabilizzare l’Italia?

Secondo Kurt Volker, la Russia sta mettendo in atto la famosa guerra ibrida, perfezionata dal capo di Stato Maggiore Gerasimov e che consiste nell’avvelenare i pozzi, destabilizzando gli assetti politici di un Paese.

In Italia ci sta riuscendo. Il tweet dell’ex presidente russo Medvedev ha centrato il bersaglio. Sono bastate due frasi in croce per spingere l’opinione pubblica a pensare ad un endorsement russo alla destra italiana, ma anche un voler strizzare l’occhio a chi, come il Movimento 5 Stelle ha contribuito alla caduta del governo Draghi, di questo ne è certo Luigi Di Maio.

Alle urne vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche chiamarli a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità”. Queste le parole dell’ex presidente russo.

Le reazioni dei politici italiani non si sono fatte attendere. Carlo Calenda, leader di Azione, ha immediatamente creato un frame di contrapposizione ai propri avversari politici: “La Russia e Medvedev - ha twittato - il 25 settembre avranno un’amara sorpresa. Ci impegneremo a sconfiggere i loro “amici” Conte, Berlusconi e Salvini”.

Non proprio tempestiva la reazione del centrodestra, dettaglio che non è sfuggito al Pd: “Sono passate 5 ore e ancora non sappiamo nulla di cosa pensano Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi delle parole di Medvedev sulle elezioni e su chi sosteneva lealmente il Governo Draghi”.

Pungolato, Salvini ha replicato che: “I problemi degli italiani non sono i tweet di Letta o di un russo. Votano gli italiani, non i russi o i cinesi”. Dello stesso avviso Fratelli d’Italia che, tramite il presidente dei senatori di FdI Luca Ciriani, ha respinto le accuse al mittente, bollando le parole di Medvedev come “risibili”, precisando la vocazione atlantista ed europeista del suo partito.

Ma quello che viene da chiedersi è: basta davvero così poco alla Russia per generare il panico? Evidentemente sì e la risposta ce la dà proprio Volker.

Roma divisa da Ue e Nato

L’obiettivo di Mosca è usare strumenti alternativi per seminare caos e instabilità nell’alleanza occidentale, nella speranza che gli anelli deboli si stacchino. Sfilare l’Italia dalla Ue e dalla Nato servirebbe a tre cose:

  1. Ostacolare le sanzioni economiche;
  2. Bloccare le forniture di armi a Kiev;
  3. Deragliare la strategia per l’indipendenza energetica dell’Europa, che passa almeno in parte per il "reverse flow" del gas a cui sta lavorando con successo il governo Draghi.

Il risultato delle parole di Medvedev è sotto gli occhi di tutti, i politici italiani si sono ritrovati in confusione, segno di “ un’Italia debole e semi filorussa ” dice Volker, ravvisata sia nel centrodestra che nel centrosinistra.

Il Cremlino preferisce di gran lunga una Ue e una Nato divise ” ha precisato Volker che ha consigliato all’amministrazione Biden di “intensificare il loro impegno diplomatico in tutta Europa, incitando gli alleati e sottolineando come la Russia stia cercando di esercitare influenza sul continente”.

Il presidente di Eurasia Ian Bremmer aggiunge che “a peggiorare le cose, le elezioni porteranno probabilmente un governo euroscettico di estrema destra. Ciò indebolirà ulteriormente le prospettive di riforma e probabilmente produrrà un disavanzo più elevato, peggiorando l’inflazione e minando la fiducia degli investitori”.

La destra ci porterà fuori dagli accordi?

Foreign Policy si è chiesta se col nuovo governo l’Italia indebolirà le sue posizioni verso la Russia e l’Ucraina.

Meloni ha ribadito la fedeltà alla Ue e alla Nato, stessa cosa hanno fatto Salvini e Berlusconi e il programma del centrodestra ha come primo punto proprio l’atlantismo italiano, ma una componente putiniana o quanto meno ambigua all’interno del centrodestra c’è.

In quel caso farà la differenza in sede di voto o Meloni, premier in pectore, riuscirà a tenerla a bada?

Al netto delle considerazioni, quello che resta quasi una certezza è che l’Italia non può permettersi di venire meno ad un patto di alleanza che dura da decenni con gli Stati Uniti, tantomeno avvalorare le tendenze euroscettiche che, almeno fino a poco tempo fa, serpeggiavano nel centrodestra.

Ne andrebbe della nostra economica, della nostra credibilità e del nostro futuro.