Perché l’articolo 5 della Nato può portare l’Italia in guerra

Perché l'articolo 5 della Nato può portare l'Italia in guerra

L’articolo 5 del Patto Atlantico prevede che la Nato intervenga in difesa di uno stato membro aggredito.

I missili lanciati sulla Polonia hanno gettato una nuova ombra sul conflitto in corso tra Russia ed Ucraina.

Sebbene più indagini condotte rivelino che non si sia trattato di un intervento russo, ma più semplicemente di una respinta dei missili di Mosca da parte dell’Ucraina e che quindi la Polonia si sia accidentalmente trovata in mezzo, l’aspetto che preoccupa di più è che nel caso venisse attaccato un Paese Nato, quale la Polonia, si scatenerebbe inevitabilmente una terza guerra mondiale.

E in quel caso il Paese Nato colpito farebbe richiesta di attivare l’articolo 5 del Trattato. Ma in cosa consiste e perché proprio l’articolo 5 potrebbe portare l’Italia in guerra sebbene la Costituzione italiana la ripudi?

Articolo 5 del Trattato Nato: cosa dice

La clausola di difesa collettiva di cui all’articolo 5 del Trattato fondativo dell’Alleanza Atlantica afferma che “le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutte le parti ”.

Nell’art. 5 del Trattato si legge anche che in caso di attacco rivolto ad uno Stato, la Nato legittima qualsiasi azione considerata necessaria “ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale”, sulla base “dell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite”.

L’articolo 5, ha fatto sapere un’alta fonte diplomatica Nato, potrebbe essere attivato infatti anche in caso di un attacco ibrido particolarmente grave, come ad esempio un episodio di "guerra cibernetica" o danneggiamento delle infrastrutture critiche.

Cosa si intende per guerra ibrida

Con la guerra in Ucraina abbiamo iniziato a conoscere bene il termine guerra ibrida. Si tratta di una strategia militare che impiega una guerra politica ma mescola una guerra convenzionale, una irregolare e una cibernetica con altri metodi di influenza, come fake news, diplomazia, guerre legali ed interventi elettorali stranieri. Tutte cose che abbiamo avuto modo di vedere in questi quasi otto mesi di conflitto.

Generalmente, la Nato usa il termine “guerra ibrida” per descrivere “avversari con la capacità di impiegare simultaneamente mezzi convenzionali e non convenzionali in modo adattivo nel perseguimento dei loro obiettivi”.

Perché l’articolo 5 può portare in guerra l’Italia

L’articolo 5 sottolinea che:

“Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.

La ragione del perché l’articolo 5 del Trattato Nato può portare l’Italia in guerra è semplice: se si parte dal presupposto che se uno Stato Nato viene attaccato gli altri debbano aiutarlo, anche con l’utilizzo della Forza armata, allora anche l’Italia in qualità di Stato membro dovrà fare la sua parte.

L’articolo 5 si collega con l’art. 6 che precisa la tipologia di attacco che fa innescare l’entrata in guerra della Nato:

  • Contro il territorio di una di esse in Europa o nell’America settentrionale, contro i Dipartimenti francesi d’Algeria 2, contro il territorio della Turchia o contro le isole poste sotto la giurisdizione di una delle parti nella regione dell’Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro;
  • Contro le forze, le navi o gli aeromobili di una delle parti, che si trovino su questi territori o in qualsiasi altra regione d’Europa nella quale, alla data di entrata in vigore del presente Trattato, siano stazionale forze di occupazione di una delle parti, o che si trovino nel Mare Mediterraneo o nella regione dell’Atlantico settentrionale a nord del Tropico del Cancro, o al di sopra di essi.

Tutelare e difendere gli Stati della Nato è “Un obbligo sacro” ha precisato in più occasioni il presidente americano Joe Biden, così come lo è stare al fianco di Kiev che, pur non essendo un membro dell’Alleanza Atlantica, è la porta di accesso della Russia all’Europa.