Busta paga 2023, stipendi più bassi e tempi lunghi: cosa può accadere

Busta paga 2023, stipendi più bassi e tempi lunghi: cosa può accadere

L’applicazione dello sgravio contributivo confermato dalla legge di Bilancio potrebbe slittare e lo stipendio di gennaio rischierebbe, così, di essere più basso.

Lo stipendio di gennaio 2023 potrebbe essere più basso rispetto a quello percepito nel mese di dicembre. Non c’è ancora l’ufficialità, ma quanto paventato dal governo Meloni circa l’aumento in busta paga dal 1° gennaio 2023, per beneficio degli effetti del taglio del cuneo fiscale del 2% potrebbe richiedere più tempo del previsto.

Così come accaduto per le pensioni, le cose potrebbero ripresentarsi per quel che riguarda lo sgravio contributivo del 2%, per il quale l’Inps aveva dato notizia con il messaggio n.3499/2022, applicato sulle buste paga di importo inferiore a 2.692 euro nel periodo che va da luglio a dicembre 2022, inclusa la tredicesima.

Come abbiamo avuto modo di raccontarvi qui, lo sgravio contributivo del 2% è stato confermato per tutto il 2023 con la legge di Bilancio, però potrebbe volerci più tempo del previsto per metterlo in pratica.

Fintanto che l’Inps non dà le istruzioni per l’applicazione in busta paga, le cose restano ferme e, nel caso dei dipendenti pubblici, comprese le Forze armate e di Polizia, la tempistica si allunga maggiormente, in attesa che i sistemi vengano aggiornati di nuovo.

Sgravio contributi 2023: cosa dice la legge di Bilancio

Coloro i quali hanno uno stipendio il cui imponibile lordo non supera i 2.692 euro, 35.000 euro spalmati su 13 mensilità, hanno diritto all’applicazione dello sgravio contributivo del 2% per tutto il 2023.

È quanto stabilisce la legge di Bilancio che in questi giorni verrà approvata dal governo Meloni. Alla riconferma dello sgravio del 2% si aggiunge un potenziamento dello stesso per i redditi sotto i 25.000 euro. Chi percepisce una busta paga da 1.932 euro, lo sgravio è innalzato al 3%.

Un lavoratore che guadagna uno stipendio di 1.500 euro avrà un risparmio mensile di 45 euro, rispetto ai 30 euro ricevuti nel 2022. Una retribuzione di 1.900 euro avrà un beneficio economico di 57 euro.

Niente sgravio per chi percepisce una retribuzione superiore a 1.923 euro ed inferiore a 2.692 euro, per loro è confermato solo lo sgravio del 2%, con un risparmio massimo di 53,84 euro.

Sgravio contributi 2023: ecco quando viene applicato

Per beneficiare dello sgravio contributivo nella busta paga del 2023 bisognerà attendere che la legge di Bilancio venga approvata e che l’Inps dia istruzioni in merito.

Il messaggio inviato dall’Istituto, di cui abbiamo fatto menzione in apertura del pezzo, era valido solo fino al 31 dicembre 2022, va da sé che per avere disposizioni per il prossimo anno è necessario che venga inoltrata una nuova circolare.

Un modo per accorciare i tempi ci sarebbe. Per far sì che il bonus contributi venga applicato sullo stipendio di gennaio, in pagamento i primi di febbraio per molti lavoratori dipendenti, bisogna che la circolare Inps venga pubblicata non più tardi della metà di gennaio.

Se così non sarà, sugli stipendi verrà applicata l’aliquota contributiva ordinaria, ovvero sia 9,19% per i dipendenti del settore privato e 8,80% per quello pubblico.

Senza la circolare Inps, lo sgravio non ci sarà e non ci sarà neppure un aumento in busta paga e quindi lo stipendio di gennaio 2023 avrà un importo inferiore rispetto a quanto è stato riconosciuto a dicembre 2022.

Vero è che alcuni datori di lavoro, una volta preso atto della conferma dello sgravio, potrebbero applicarlo anche prima di ricevere la circolare Inps. Soprattutto per quelle retribuzioni comprese tra i 1.923 e i 2.692 euro, per le quali non ci sono differenze rispetto a dicembre 2022 visto che lo sgravio è sempre del 2%.

Più complicato, invece, che ciò avvenga per chi guadagna meno di 1.923 euro, per i quali appunto lo sgravio viene portato al 3%.

In mancanza della circolare Inps non ci sarà il riconoscimento né dello sgravio del 2% e nemmeno del 3% per i dipendenti pubblici. È da escludere, infatti, che NoiPa agisca senza specifiche istruzioni da parte dell’Inps, anche alla luce della comunicazione, per i dipendenti pubblici, riguardante l’introduzione di un incremento straordinario e provvisorio dell’1,5% che verrà applicato sulla retribuzione tabellare.

Aumento busta paga 2023, ci sarà?

Sulla base di quanto detto, l’aumento nella busta paga di gennaio 2023 potrebbe slittare in attesa della comunicazione dell’Inps.

Tuttavia, non serve allarmarsi. In ogni caso, si tratterebbe di un pagamento posticipato. Dal momento che lo sgravio vale per tutto il 2023, tredicesima compresa, bisogna solo pazientare e quello che non verrà erogato nell’immediato, verrà elargito tramite gli arretrati che comprendono le cifre non corrisposte nei mesi precedenti all’entrata in vigore delle disposizioni Inps.

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