Polizia Penitenziaria, tanti oneri e pochi onori. Serve un chiaro segnale da parte del Governo

Polizia Penitenziaria, tanti oneri e pochi onori. Serve un chiaro segnale da parte del Governo

Polizia Penitenziaria ancora una volta dimenticata dal Governo Meloni. Intanto il personale è impiegato nelle carceri prive di ogni certezza organizzativa.

L’11 marzo, in Piazza del Popolo in Roma, si celebra la giornata annuale della Polizia Penitenziaria, occasione per porre l’attenzione sull’importante lavoro svolto da parte dei 37 mila lavoratori e lavoratrici impiegati nelle carceri italiane.

Una delle professioni che richiede il maggior sacrificio, come dimostrano i numerosi casi di cronaca avvenuti nelle carceri dove, tra disordini e organizzazioni criminali che negli istituti di pena la fanno da padrone, il personale è soggetto a un alto stress emotivo.

Per il comparto della Polizia Penitenziaria ci sono quindi tanti oneri ma, come dimostrato da alcune recenti decisioni prese dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a ciò non si affiancano altrettanti onori.

L’importanza del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria non può essere dimenticato

Lo scorso 6 marzo, come già vi abbiamo informato, è andato in scena un incontro tra il Primo Ministro Giorgia Meloni, il Ministro dell’Interno Piantedosi, i sindacati della Polizia di Stato e la rappresentanza di Carabinieri e Guardia di Finanza.

Oggetto del confronto le misure per migliorare la gestione dell’ordine pubblico, discutendo anche sull’ipotesi di numeri identificativi sugli agenti di pubblica sicurezza (ipotesi che i sindacati hanno prontamente respinto).

Tuttavia, all’incontro non erano presenti i sindacati della Polizia Penitenziaria, una mancanza imperdonabile secondo l’OSAPP (Organizzazione sindacale autonoma Polizia Penitenziaria), che per voce del Segretario generale Leo Beneduci ha voluto far presente l’esigenza di rafforzare - anziché separare - la collaborazione istituzionale con le altre Forze di Polizia.

Il ruolo strategico e fondamentale della Polizia Penitenziaria deve essere riconosciuto, non è ammissibile un incontro a cui prendono parte i rappresentanti della Guardia di Finanza (che poco ha a che fare con le esigenze di ordine pubblico) mettendo invece da parte la Polizia Penitenziaria.

Serve un segnale forte

D’altronde, da tempo si richiede al Governo un segnale forte affinché possa manifestare la propria vicinanza al personale della Polizia Penitenziaria spesso soggetto ad aggressioni e ferimenti all’interno di un sistema penitenziario privo di ogni certezza organizzativa.

E non bastano gli attestati di stima per mezzo stampa che puntualmente arrivano subito dopo che si verifica uno spiacevole evento ai danni del personale penitenziario, servono i fatti.

Il Governo deve dimostrare di avere a cuore questa causa individuando - come fatto appunto con la Polizia di Stato e la questione dell’Ordine pubblico - gli strumenti per una gestione del carcere più efficiente e coerente con le esigenze del Corpo.

Bisogna intervenire prima che possano verificarsi questi spiacevoli episodi, spesso frutto delle attuali politiche governativeche il sindacato OSAPP descrive come “confusionarie, approssimative e prive di risultati che penalizzano esclusivamente il personale”.