Spending review, il governo cala la mannaia: tagli alla Polizia penitenziaria

Spending review, il governo cala la mannaia: tagli alla Polizia penitenziaria

La Polizia penitenziaria si vedrà tagliare risorse per 35 milioni di euro in tre anni.

Il “ contributo dei Ministeri alla manovra ”, dicitura che ha fatto capolino nell’ultima bozza della legge di Bilancio 2023 del governo Meloni, si traduce in tagli.

Il primo sui cui si è abbattuta la scure della spending review è proprio il Ministero della Giustizia e, nella fattispecie, la Polizia penitenziaria.

Ma non si era detto in campagna elettorale di voler potenziare il settore e mettere mano all’emergenza carceri in Italia?

Fatto sta, che il governo sforbiciando qui e là tra i ministeri punta a raggranellare almeno 140 milioni di euro, che servono per tenere in piedi le coperture per le spese previste dall’esecutivo, come ad esempio la flat tax (occorre attendere il sì di Bruxelles) e quota 103 per le pensioni.

In tempi di ristrettezze, il governo un po’ dà (bonus 2023 per gli statali) e un po’ toglie (mancato riconoscimento Specificità ai militari), oltre a non stanziare nessun fondo per il contratto 2022-2024 che riguarderà le Forze armate e di Polizia.

Nel mirino della riduzione di spesa ci sono le carceri, con tagli al personale, e le spese per le intercettazioni.

Spending review: tagli alla Polizia penitenziaria

Con la crisi ognuno deve fare la propria parte e la mannaia della spending review 2023 si è abbattuta sulla Polizia penitenziaria, un comparto che ha risentito e risente fortemente dei tagli operati in questi anni.

Anche la legge di Bilancio 2023 non sarà da meno e i primi a dover fare dei sacrifici sono proprio gli agenti che operano nelle carceri.

Le promesse di un aumento del personale, dello stipendio, delle infrastrutture per rendere più agevole la vita del poliziotto penitenziario in carcere e del detenuto (spazi più ampi) si infrangono dinnanzi ai pochi soldi che ci sono a disposizione.

Il Ministero della Giustizia dovrà tirare la cinghia e operare dei tagli al personale della Polizia penitenziaria e ripianificare i posti servizio. Meno personale, più lavoro da fare e sempre lo stesso stipendio. Il contributo che il governo ne ricaverà sarà di 9,5 milioni di euro.

La bozza parla di “riorganizzazione e efficientamento” dei servizi di Polizia penitenziaria in tutta Italia, in particolare attraverso una ripianificazione dei posti di servizio e una "razionalizzazione", quindi un taglio del personale.

Non solo nel 2023, ma anche nel 2024, con un risparmio di 15,4 milioni di euro, e l’anno successivo, 2025, con un contributo di 10,9 milioni. Il terzo intervento coinvolge il Dipartimento per la giustizia minorile, con il ridimensionamento del servizio mensa per il personale e di altre voci di spesa.

Spending review: tagli alle intercettazioni

A ridimensionarsi saranno anche le spese per le intercettazioni e le comunicazioni che subiranno un taglio di 1,5 milioni di euro.

I soldi risparmiati dal Ministero della Giustizia si sommeranno a quelli che Palazzo Chigi ricaverà dalla riduzione delle strutture dedicate agli investimenti pubblici che ammonta a non meno di 24 milioni di euro.

La Polizia penitenziaria, quindi, è in buona compagnia. Tempi di magra anche per l’Agenzia delle Entrate che dovrà riorganizzare i servizi, accelerare sulla digitalizzazione e tagliare le sedi dislocate sul territorio per assicurare 25 milioni. Il totale dei tagli alla spesa pubblica supera i 140 milioni di euro nel 2023.