Colloqui tra detenuti e familiari tramite Skype: come funzionerà?

Colloqui tra detenuti e familiari tramite Skype: come funzionerà?

Una circolare Dap ha autorizzato su larga scala la possibilità che i detenuti siano autorizzati a videochiamare i propri familiari attraverso Skype in luogo del colloquio in carcere tradizionale.

Una circolare del Dap, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, innova il colloquio tra i detenuti e i familiari avvalendosi della tecnologia. I colloqui, infatti, potranno essere effettuati attraverso Skype.

La piattaforma di videochat istantanea consentirà, grazie all’utilizzo di Internet, di effettuare vere e proprie videochiamate con coniugi, genitori, figli e fratelli.

A beneficiarne saranno sopratutto i bambini ai quali attraverso la tecnologia sarà evitata l’esperienza di visitare il carcere per vedere il proprio genitore, le lunghe attese e le perquisizioni.

Non tutti però potranno beneficiare dei colloqui familiari attraverso Skype; l’esigenza infatti di garantire l’effettività tra i detenuti e i familiari non può e non deve pregiudicare la sicurezza all’interno delle strutture carcerarie.

Vediamo adesso con quali modalità si svolgeranno i colloqui attraverso la piattaforma che consente le videochiamate.

Come funzionerà

Dal punto di vista giuridico la videochiamata attraverso Skype sarà equiparata ai colloqui all’interno del carcere per quanto riguarda la necessaria autorizzazione, la durata e i controlli ai quali dovrà essere sottoposta.

In linea generale, come per i colloqui, i detenuti possono essere autorizzati ad un massimo di sei colloqui della durata di un’ora. Le ore destinate ai colloqui possono essere cumulate in un’unica videochiamata.

La possibilità che un detenuto sia autorizzato ad effettuare un colloquio in videochiamata non preclude la possibilità che venga autorizzato in seguito ad effettuare colloqui all’interno del carcere.

Prima che un detenuto sia autorizzato ad effettuare una videochiamata con i familiari è necessario che presenti alcuni documenti idonei ad attestare il grado di familiarità del destinatario della videochiamata. In particolare si tratta:

  • indirizzo e-mail o contatto skype;
  • copia del certificato che attesti il grado di parentela o la relazione di convivenza;
  • per i detenuti in attesa di giudizio occorre un’apposita autorizzazione rilasciata dall’autorità giudiziaria.

Per quanto riguarda i familiari destinatari della videochiamata, questi potranno riceverla ma dovranno assicurare attraverso apposita autocertificazione che alla videochiamata parteciperanno soltanto soggetti autorizzati.

I detenuti autorizzati ad effettuare il colloquio attraverso Skype saranno accompagnati all’interno di appositi locali adibiti ad hoc per effettuare le videochiamate. Ogni detenuto accederà ad una postazione connessa ad internet con la quale potrà contattare i familiari.

L’esigenza di riservatezza è contemperata accanto a quella della sicurezza: ogni colloquio attraverso Skype sarà osservato da lontano da un agente della Polizia Penitenziaria, il quale dovrà sorvegliare da una postazione connessa con remoto ogni immagine che compaia sullo schermo durante la videochiamata.

Nel caso di comportamenti scorretti o illeciti da parte di un detenuto o dei suoi familiari la comunicazione sarà interrotta immediatamente e al detenuto sarà preclusa la possibilità di effettuare nuovamente la videochiamata.

I retroscena

La circolare Dap che generalizza l’utilizzo di Skype per i colloqui con i familiari è stata collaudata attraverso alcun iprogetti-pilota lanciati in alcune strutture carcerarie.

La possibilità che il detenuto si colleghi tramite internet con i suoi familiari, certamente sopperisce alla necessità per i familiari di doversi spostare e in generale vivere l’esperienza traumatica del carcere ma non sarà anche il modo per fare fronte alla carenza di personale della Polizia Penitenziaria? In particolare del personale adibito ai colloqui tra detenuti e familiari?