Vietare lo sport a un minore senza green pass è incostituzionale?

Vietare lo sport a un minore senza green pass è incostituzionale?

I minori non in possesso del super green pass vengono esclusi dall’attività fisica. Una disposizione che, secondo l’esperto, va contro le norme a tutela dello sport.

Le nuove regole disposte dal Governo in materia di green pass taglierebbero fuori tutta quella platea di persone che ha scelto di non vaccinarsi e sottoporsi a tampone antigienico o molecolare per ottenere quello base.

Se l’obbligo vaccinale è già previsto per i lavoratori di Sanità, Forze dell’Ordine e Scuola, e dal 15 febbraio anche per gli over 50, l’esecutivo si è già dovuto scontrare con quanto previsto dalla legge.

Il caso del dipendente pubblico no vax licenziato ha fatto scuola, tanto da spingere il TAR ad approfondire la questione, ravvisando dei margini d’incostituzionalità.

Ora, anche vietare la pratica dello sport ad un minore senza green pass potrebbe risultare incostituzionale e dunque inapplicabile.

Vietare lo sport a un minore senza green pass: cosa dice la legge

Nell’intervista rilasciata a Studiocataldi.it, l’avvocato Emilio De Stefano, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Avvocati Liberi - ALI - United Lawyers for Freedom” spiega come la decisione di vietare la pratica dello sport ad un minore senza green pass, obbligandolo di fatto a esibire il super green pass, sia incostituzionale, in quanto contraria agli artt. 2, 3, 13 e 23 della Costituzione.

L’attività fisica svolta a livello amatoriale o agonistico, a carattere curativo o ludico, deve essere sempre garantita, in caso contrario potrebbe ledere in maniera importante la crescita psicofisica del minore, oltre a privarlo del piacere di vivere il momento.

La situazione si fa ancora più spinosa quando a subire il divieto sono i disabili per i quali lo sport oltre che utile è anche curativo.

Vietare lo sport a un minore senza green pass: quali norme contravviene il divieto

Il divieto imposto, secondo l’avvocato Emilio De Stefano, non solo contravviene gli aspetti illustrati in precedenza, ma è in contrapposizione anche alla normativa nazionale in materia di giustizia sportiva (legge n.280/2003) e alle raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che spinge e invoglia i giovani alla pratica sportiva. Dello stesso avviso la Convenzione dell’ONU del 1989 nella quale si riconosce al minore il diritto di godere del migliore stato di salute possibile.

Da qui a cascata tutte le altre norme: dalla Carta Olimpica, alla Carta europea dello sport, passando per la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, finendo con l’UNESCO e la sua Carta internazionale dello sport e dell’educazione fisica del 1978.

Secondo l’avv. De Stefano non consentire a un minore sprovvisto di super green pass di effettuare attività fisica è un modo per indurre il soggetto in questione a vaccinarsi, sebbene l’obbligatorietà non figuri in nessuno dei numerosi decreti legge emanati dal Governo, facendo leva solo su di una interpretazione distorta e alle volte conveniente della norma stessa che appare, stando alle parole di De Stefano, “trattata da persone non abilitate a maneggiare i dati sensibili dei minori”.

Vietare lo sport ad un minore: la ragione delle diffide

Le diffide nascono per soddisfare le richieste delle persone che si trovano in situazioni spiacevoli come queste. Il servizio viene fornito direttamente dall’Associazione “Avvocati liberi” ed ha lo scopo di tutelare i genitori e i loro figli e consentire di:

“Scardinare un sistema di divieti abnorme e dannoso anche in via stragiudiziale, senza necessità di adire il magistrato e, quindi, senza costi”.

Se l’altra parte in causa non fosse disposta a venire incontro alle richieste avanzate, l’unica strada percorribile resta il ricorso al giudice per richiedere la declaratoria giudiziale delle istanze avanzate, con relativa disapplicazione della norma e risarcimento del danno.

Lo scopo della diffida è di:

  • Evitare il processo, con relative lungaggini ed esborsi economici;
  • Gestire l’esigenza di tutela e reazione nel contesto della società civile;
  • Trovare una soluzione primaria dello sfruttamento dell’autotutela.

Come si ottiene il super green pass

In seguito alle procedure di allentamento e di progressivo ritorno alla normalità disposte dal Ministero della Salute, di concerto con il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo, dall’11 di febbraio cesserà l’obbligo di mascherine all’aperto, mentre il 31 marzo è il termine stabilito per la fine dello stato di emergenza e con ogni probabilità non verrò prorogato.

Il super green pass (o rafforzato) sarà indispensabile e si ottiene per vaccinazione con 3 dosi o con seconda dose nei precedenti 4 mesi oppure per guarigione da Covid-19.

Il green pass rafforzato ha validità illimitata e non include, quindi, l’effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare.

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