Aurora Marinaro - 9 agosto 2024
Rinnovo di contratto, le proposte di AMUS Aeronautica (e della Rete sindacale)
Ecco la proposta normativa di AMUS Aeronautica, condivisa con la Rete sindacale militare, sul rinnovo contrattuale. Perché si attende l’incontro con il premier.
Le Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari sono ben 12, limitandoci ovviamente ai sindacati rappresentativi delle Forze Armate, ognuna con un’identità unica e una personale strategia nella contrattazione. Nonostante ciò, diversi sindacati hanno una linea comune su alcuni aspetti (fondamentali) del rinnovo di contratto, riguardanti priorità selezionate per il personale.
È il caso della Rete sindacale militare, di cui fa parte AMUS Aeronautica. Quest’ultima ha avanzato numerose proposte contrattuali che spaziano dal benessere psico-fisico del personale militare alla sua conciliazione della carriera con la vita personale e familiare. Alcuni punti salienti sono stati ricordati da Guido Bottacchiari, Segretario generale di AMUS, in occasione del nostro confronto in diretta tra le APCSM.
Scopriamo nel dettaglio quali sono le richieste dell’Associazione e soprattutto perché rivestono tanta importanza allo stato attuale delle trattative.
Rinnovo di contratto, le proposte contrattuali di AMUS
Prima di addentrarci nella proposta normativa di AMUS, in gran parte condivisa con la Rete sindacale militare, lasciamo l’introduzione alle parole dello stesso Segretario generale:
Amus Aeronautica, in sintonia con la Rete sindacale militare, attende con la massima urgenza l’incontro con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. È fondamentale per discutere delle risorse contrattuali, del tutto insufficienti per compensare anche solo in parte il dato inflattivo e tanto meno per attuare tutti gli interventi necessari al benessere del personale militare. Serve infatti dare un concreto valore alla specificità, in termini di trattamento economico accessorio ed anche in termini previdenziali. Bisogna concretare una previdenza dedicata e complementare per colmare il gap previdenziale derivante da 30 anni di mancato avvio di forme integrative pensionistiche e sopperire alle particolari limitazioni del personale delle Forze Armate, obbligato a uscire dal servizio con limiti ordinamentali ma poi costretto a pensioni molto basse in virtù di un basso montante contributivo e di coefficienti di calcolo assolutamente penalizzanti. L’incontro con il premier è tanto atteso perché senza un intervento istituzionale sugli stanziamenti, magari anche di respiro triennale, non sarà possibile discutere di un rinnovo contrattuale soddisfacente. Ma sarebbe riduttivo limitarsi alla parte economica. Noi, neonati sindacati militari, non abbiamo avuto ancora la possibilità di presentarci agli esponenti del governo, cosa che a suo tempo è stata invece da subito garantita ai sindacati di Polizia a ordinamento civile e alla Rappresentanza militare centrale. Il confronto è indispensabile innanzitutto per una questione di equità rappresentativa, così come per discutere un migliore ed indispensabile intervento per garantire una piena e proficua attività sindacale. Necessitiamo infatti di un intervento normativo, perché le norme della legge 46 del 2022 impediscono una piena e concreta agibilità sindacale a partire dal mancato finanziamento di distacchi e permessi. Non intendiamo infatti far pesare nel rinnovo di contratto anche distacchi e permessi, come ci è stato suggerito. Questo vorrebbe dire prenderli dalle tasche del personale, senza contare che per i sindacati di Polizia a loro tempo le risorse furono trovate a bilancio. Per queste ragioni Amus Aeronautica intende continuare a confrontarci ed a monitorare la situazione, sempre presenti al tavolo della contrattazione per difendere i diritti dei militari che hanno creduto in noi.
Ancora una volta, emerge l’urgenza di incontrare il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, innanzitutto per un segnale politico di riconoscimento all’insegna dell’equità. Non dimentichiamo, infatti, che a suo tempo il governo ha ricevuto sia i sindacati delle Forze di Polizia a ordinamento civile che la Rappresentanza militare. Riprendendo le parole del generale Domenico Rossi, non è giusto ricordarci delle Forze Armate soltanto in caso di necessità, perché senza il loro impegno per la sicurezza e la difesa della nazione non esisterebbe nulla, né democrazia né diritto.
C’è poi un aspetto pratico, non meno rilevante, nella necessità di discutere con il massimo esponente del governo: le risorse. AMUS Aeronautica ci ha fatto presente che la questione economica non è certo la sola, ma è evidente che si tratta di un aspetto importante. Senza stanziamenti adeguati non sarà possibile venire incontro alle esigenze del personale, cominciando dal trattamento economico ma senza dimenticare dei vuoti normativi da colmare. Difficile non far incontrare i due aspetti, soprattutto quando viene proposto di finanziare i distacchi e i permessi sindacali con il rinnovo di contratto, diminuendo ulteriormente le poche risorse a disposizione.
AMUS ripudia fortemente questa soluzione, ritenendo che sarebbe un po’ come farsi pagare due volte dai militari, a cui non spettano ulteriori spese per la difesa dei propri diritti. Proprio in tema di attività sindacale, poi, sono attesi svariati interventi normativi perché la legge n. 46/2022, pur arrivando dopo anni di attesa, non ha mancato di contrastare con il resto del quadro dispositivo. L’indisponibilità immediata di risorse non preoccupa troppo il sindacato, consapevole che il premier avrà a disposizione ancora tre manovre finanziarie, e guarda al futuro con lungimiranza.
Adesso, la priorità è costruire basi solide per un domani, con fermezza ma pazienza. Su alcuni punti, però, non si transige, tra cui:
- flessibilità dell’orario di lavoro;
- concessione di buoni-pasto gratuiti al personale con problemi alimentari e/o impiegato in servizi;
- regolamentazione degli standard del trattamento di missione e degli alloggi;
- abrogazione del Compenso forfettario di guardia;
- pagamento dello straordinario o del recupero compensativo;
- attribuzione di un’indennità di presenza notturna di almeno 4,30 euro lordi l’ora (per il servizio tra le 22:00 e le 06:00).
Passi necessari per rendere il trattamento delle Forze Armate più giusto e misurato, ma anche per instradare interventi ben più massicci: dalla concretizzazione della specificità militare alla previdenza dedicata e complementare.
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