Rinnovo contratto, Rete sindacale militare: "Da tavolo 22 maggio nessuna apertura da governo"

Rinnovo contratto, Rete sindacale militare: "Da tavolo 22 maggio nessuna apertura da governo"

Il tavolo contrattuale del 22 maggio in Funzione pubblica non soddisfa la Rete sindacale militare, che non avanzerà proposte finché il governo non mostrerà apertura.

Fonte immagine: Jose Antonio su Wikipedia commons.

Nella giornata di ieri, mercoledì 22 maggio, i sindacati rappresentativi delle Forze Armate hanno partecipato al terzo incontro in Funzione pubblica per il rinnovo di contratto (2022-2024). Un tavolo contrattuale che è stato definito infruttuoso dalla Rete sindacale militare, in cui si riconoscono Sim Carabinieri, Usic, Amus Aeronautica, Aspmi Esercito, Sim Marina e Sam. I dirigenti delle associazioni hanno rilasciato proprio oggi un comunicato stampa - che trovate sotto allegato - lamentando la scarsa apertura del governo e dichiarandosi pronti a non avanzare alcuna proposta finché non avranno prova di una diversa considerazione, chiedendo per questo l’incontro con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

"Nessuna apertura dal governo nell’incontro" la Rete sindacale militare rischia di far saltare il tavolo

Vi avevamo anticipato che l’Esercito italiano intende far valere i diritti del personale senza sconti, forte della nuova rappresentanza sindacale. Le altre Forze Armate non sono meno combattive e di certo non lo sono le Associazioni sindacali che le rappresentano, avendo proprio oggi comunicato che non avanzeranno proposte concrete finché non sarà possibile instaurare un dialogo costruttivo con il governo.

Il rischio di posticipare, forse anche di molto, il rinnovo di contratto è stato ben ponderato ma la Rete sindacale militare è concorde nel dare la priorità alle esigenze immediate e urgenti dei lavoratori, impossibili da sostenere senza un maggiore finanziamento di risorse.

Si parte dall’adeguamento stipendiale, impellente considerando il triennio di elevata inflazione, passando per il trattamento accessorio che dovrà tenere conto della specificità dei militari, "sempre decantata e mai concretata". Tra le richieste più urgenti delle Associazioni c’è anche l’intervento sulla previdenza dedicata, con il timore - ad oggi del tutto fondato - che, dopo anni di duro servizio per la nazione, il pensionamento costringa i militari a vivere di stenti.

La Rete sindacale militare è stata chiara, non si transige sui bisogni del personale e nessuna Associazione intende mancare di fiducia verso gli iscritti. Un fronte compatto, al di là delle differenze, incentrato sui diritti del personale in divisa che, ricordiamo, si riflettono sull’intero sistema Difesa. Bisogna auspicare che l’incontro tra la premier e i sindacati avvenga al più presto possibile e che sia un’occasione di ascolto, anche perché poi i sindacati si dichiarano pronti a far progredire i lavori contrattuali.

Un concetto sottolineato anche da Antonino Duca, Segretario generale di SAM:

La necessità di un incontro con il Presidente Meloni emerge dal chiaro fatto che le risorse ad oggi allocate non sono idonee. Servono impegni concreti su specificità, previdenza dedicata e agibilità sindacale.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare il nostro personale impiegato nell’operazione Strade Sicure che in molti casi vive situazioni alloggiative non decorose, per le quali ad oggi non si può intervenire per la mancanza di risorse.
Insomma il personale attende risposte e queste possono essere date solo da chi in questo momento ha la possibilità di strutturare impegni concreti su questi temi nel breve, medio e lungo termine.
Una volta assunti questi impegni potremo iniziare a discutere, partendo dall’addendum riferito all’ultimo accordo negoziale e quindi dal tema della suddivisione delle risorse per teste, del lavoro straordinario e da un’analisi concreta della forfettizzazione dello stesso, ma anche in riferimento al quadro normativo dalla tutela alla genitorialità.