Reddito di Cittadinanza: quando si rischia il carcere

Reddito di Cittadinanza: quando si rischia il carcere

In alcuni casi è possibile perdere il Reddito di Cittadinanza, ma quando si rischia il carcere commettendo illeciti con questo sussidio?

Per chi percepisce questo tipo di sussidio, è buona regola essere informati su quando si perde il Reddito di Cittadinanza, poiché è possibile che l’RdC venga sospeso o anche, in alcuni casi, annullato.

Nei casi più estremi tra quelli che prevedono la decadenza del Reddito di Cittadinanza, può anche capitare di incorrere in sanzioni amministrative o addirittura penali. Nello specifico, quando si rischia il carcere per un illecito con il Reddito di Cittadinanza?

Quando si rischia il carcere

Chiunque presenti dichiarazioni mendaci o documenti falsi attestanti informazioni non vere o ancora chi ometta informazioni richieste ai fini dell’ottenimento del Reddito di Cittadinanza, è punito con la reclusione da due a sei anni. In questo caso, quindi, si rischia il carcere.

Bisogna distinguere il caso in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito o patrimonio, nonché di altre informazioni richieste o rilevanti ai fini della possibile revoca o della riduzione dell’importo del beneficio. In questo caso, la reclusione prevista per legge può andare da uno a tre anni.

Oltre il carcere anche il risarcimento del danno all’ente erogatore

Sia nel caso di omissione o dichiarazioni mendaci riguardanti la richiesta del beneficio del Reddito di Cittadinanza, sia qualora questo avvenga inerentemente alla dovuta riduzione o cessazione dell’importo, è prevista la decadenza del sussidio con efficacia retroattiva.

Ciò vuole significare che, oltre al carcere, una pena prevista per legge è la restituzione da parte dell’interessato all’ente erogatore dell’intera cifra che invero non sarebbe di suo diritto. Questa sanzione può avvenire da sola, senza carcere, a seconda della gravità e del peso del reato commesso.

Se l’RdC si interrompe, ma non per sanzioni?

Se la fruizione del Reddito di Cittadinanza si interrompe per motivazioni differenti dal fatto di avere ricevuto l’applicazione di sanzioni, il sussidio può essere richiesto nuovamente per una durata totale non superiore al periodo rimanente e non goduto.

Nel caso in cui l’interruzione della fruizione del Reddito di Cittadinanza sia motivata da un aumento del reddito a causa di un nuovo contratto di lavoro o, in modo più generale, di una nuova condizione economica, un’eventuale successiva richiesta sarà considerata come nuova richiesta, non come un rinnovo.

Come sapere se l’RdC è sospesa

Durante il mese di acquisizione del modello Isee da parte dell’Inps, sarà possibile verificare dal sito del servizio online dell’ente erogatore se la pratica del Reddito di Cittadinanza è attiva oppure se è sospesa.

In questo caso, bisogna controllare con il CAF di riferimento se ci sono stati errori nella compilazione o anche se c’è qualche problema inerente al ricevimento del sussidio RdC. In tal senso è bene ricordare che essere in ritardo rispetto alle date di scadenza per la presentazione dell’Isee all’Inps può causare ritardi.