Quando si perde il Reddito di Cittadinanza

Quando si perde il Reddito di Cittadinanza

Ecco una guida per capire quando è possibile perdere il Reddito di Cittadinanza e anche quali sono le conseguenze.

Perdere il Reddito di Cittadinanza è possibile e può avvenire per termine naturale, sanzione o decadenza dei requisiti. Non ricevere più il sussidio può comportare il subentro di un onere economico insostenibile da parte di famiglie in difficoltà.

Vediamo in quali casi si perde il Reddito di Cittadinanza, quali sono i rischi e a cosa si va incontro non beneficiando più del sussidio.

Quando si perde il Reddito di Cittadinanza: cosa dice la legge

La normativa a cui si fa riferimento per capire quando si perde il Reddito di Cittadinanza è il decreto 4/2019 convertito in legge 26/2019.

La normativa elenca tutti i casi in cui è possibile perdere il Reddito di Cittadinanza e anche le conseguenze della revoca. In alcuni casi, infatti, non è possibile fare richiesta subito dopo aver perso il sussidio e bisogna attendere uno specifico periodo di tempo prima di poterlo riottenere.

Scadenza temporale del Reddito di Cittadinanza

Si può beneficiare del Reddito di Cittadinanza solo per 18 mesi continuativi. Dopo tale termine, il diritto alla richiesta del sussidio non decade in maniera automatica.

Qualora, infatti, il beneficiario rientri ancora nei requisiti necessari per la richiesta dell’RdC, si potrà procedere con la richiesta di rinnovo. Tuttavia, in questo caso, bisognerà attendere un mese tra la scadenza e la presentazione della domanda di rinnovo.

Decadenza dei requisiti necessari per il sussidio

Per poter percepire il Reddito di Cittadinanza, il cittadino richiedente deve soddisfare determinati requisiti insieme al suo nucleo familiare e, nello specifico:

  • essere cittadini italiani o europei o stranieri con regolare permesso di soggiorno;
  • essere residenti in Italia da almeno 10 anni;
  • possedere un ISEE inferiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6.000 euro moltiplicato per il parametro di scala di equivalenza;
  • avere un patrimonio immobiliare inferiore a 30.000 euro, esclusa la prima casa;
  • possedere un patrimonio mobiliare inferiore a 6.000 euro, aumentabile per nuclei familiari di tante persone;
  • non avere un’auto o una moto immatricolata negli ultimi 6 mesi oppure una cilindrata superiore a 1.600 cc o 250 cc immatricolata negli ultimi 2 anni;
  • non avere componenti del nucleo familiare che hanno presentato le dimissioni volontarie durante gli ultimi 12 mesi.

Se vengono meno questi requisiti, dunque, si perde il diritto al Reddito di Cittadinanza.

Nuova occupazione o mancata comunicazione all’Inps

Se uno dei componenti familiari trova lavoro e inizia un impiego, il Reddito di Cittadinanza può incorrere in due possibilità. Da un lato può ridurne l’importo, qualora il lavoro del componente del nucleo familiare faccia rimanere il reddito al di sotto della soglia prevista; dall’altro lato, può comportare la perdita del Reddito di Cittadinanza, qualora si superi la soglia base. In tal senso, è bene sapere le sanzioni per il lavoro in nero mentre si percepisce RdC.

Nel caso in cui uno dei componenti del nucleo familiare trovi lavoro, la comunicazione deve essere effettuata entro 30 giorni dall’avvio della nuova attività. Qualora ciò non avvenga, la perdita del sussidio avviene a titolo sanzionatorio.

Altre cause per la perdita del Reddito di Cittadinanza

Il Reddito di Cittadinanza decade anche quando un componente del nucleo familiare non rilascia la DID entro 30 giorni dal riconoscimento del sussidio, non sottoscrive il Patto per il lavoro o d’inclusione sociale al Centro per l’Impiego, o ancora non partecipa alle iniziative di carattere formativo.

Inoltre, il sussidio decade anche se viene rifiutata la terza offerta di lavoro congrua nel corso di 18 mesi (o la prima, nel caso di RdC rinnovato), non si partecipa ai lavori di pubblica utilità, o ancora si fanno più di tre assenze agli incontri del Centro per l’Impiego.