Pensioni Forze Armate: quanto si guadagna con il ricalcolo Inps

Pensioni Forze Armate: quanto si guadagna con il ricalcolo Inps

Come cambia la pensione dopo la circolare 107/2021 dell’Inps? Facciamo chiarezza su nuovi importi e arretrati.

Per le pensioni delle Forze Armate è arrivata un’importante circolare Inps che ne annuncia il ricalcolo dell’assegno con nuove regole, ma solo per la parte calcolata con il retributivo.

Vi abbiamo già parlato di cosa cambia con la pubblicazione della circolare Inps n° 107/2021, con la quale viene annunciato - ma solo per alcuni degli appartenenti ai comparti delle Forze Armate - un ricalcolo della pensione con un’aliquota di rendimento più alta rispetto a quella applicata dall’Istituto in questi anni.

Vista l’importanza di una tale notizia abbiamo deciso di approfondire e guardare a come cambia effettivamente l’assegno, nonché a quanto dovrebbero ammontare gli arretrati che saranno riconosciuti dall’Inps.

Come cambia il calcolo della pensione per le Forze Armate

La novità annunciata dall’Inps riguarda esclusivamente coloro che alla data del 31 dicembre 1995 (che ha segnato il passaggio dal sistema retributivo al contributivo) hanno maturato tra i 15 e i 18 anni di contributi.

Non un anno di meno, in quanto la Corte dei Conti ha stabilito che le seguenti regole non si applicano per coloro che non hanno raggiunto i 15 anni di contributi.

La novità dipende da una differente interpretazione dell’articolo 54 del Dpr 1092/1973, secondo il quale:

La pensione spettante al militare che abbia maturato almeno 15 anni e non più di 20 anni di servizio utile è pari al 44 per cento della base pensionabile.

La Corte dei Conti ha così stabilito che per coloro che hanno un’anzianità contributiva tra i 15 e i 18 anni si applica un’aliquota di rendimento del 2,44% per ogni anno. L’Inps, invece, ha applicato la stessa aliquota riconosciuta al personale civile, ossia del 2,33% fino al 15° anno di età e dell’1,8% dal 15° al 20° anno.

Cosa cambia dunque? Con le vecchie regole, chi ha 15 anni di contributi ha diritto, per la parte retributiva, al 34,95% della retribuzione pensionabile. Su una media di 30.000€ annua, quindi, si avrebbe diritto a una pensione di 10.485€ (valore annuo).

Con la nuova interpretazione dell’Inps, merito della sentenza n. 1/2021 emessa ad inizio anno dalla Corte dei Conti a sezioni riunite, invece, questo avrebbe diritto al 36,6% della retribuzione pensionabile e dunque a un importo annuo di 10.980€.

Un aumento, quindi, di circa 500 euro in più l’anno, ovviamente nel caso di specie, con anche il personale delle Forze Armate che andrà in pensione in futuro che potrà godere di questo trattamento agevolato.

Discorso diverso per chi ha più di 15 anni. Pensiamo, ad esempio, a chi ne ha 17, il quale ha avuto diritto al 38,55% della retribuzione pensionabile mentre con la nuova interpretazione al 41,48%.

Pensione Forze Armate: quanto spetta di arretrati

A coloro che sono già andati in pensione verranno riconosciuti gli arretrati. Verrà dunque effettuato un ricalcolo e l’importo che ne deriva in più sarà pagato anche per gli anni in cui si è già in pensione. Ma attenzione: come precisa l’Inps, gli arretrati saranno riconosciuti “nei limiti della prescrizione quinquennale”.

Spetteranno, dunque, per i soli ultimi cinque anni. Nel caso sopra, dunque, il pensionato delle Forze Armate avrebbe avuto diritto a circa 500€ di arretrati per ogni anno, quindi 2.500€ se in pensione da almeno cinque anni.

Argomenti correlati: Pensione Circolare Inps