Giorgia Bonamoneta - 12 novembre 2022
Pensione per i nati tra il 1965 e il 1980, ecco quale sarà l’importo
Allarme pensioni per la generazione X (1965 e 1980). L’Inps ha calcolato l’importo della pensione e il dato è da dramma sociale.
In Italia 1 persona su 3 percepisce una pensione al di sotto dei 1.000 euro e in futuro non andrà meglio. L’allarme è stato lanciato questa estate con l’uscita del XXI Rapporto annuale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale basato sui dati del 2021. Nel rapporto l’Inps calcola la pensione tipo della generazione X, cioè delle persone nate tra il 1965 e il 1980.
A determinare una pensione mensile bassa, tra le più basse degli ultimi decenni, è una serie di specificità prese come esempio per il calcolo. Si tratta infatti di una simulazione di pensione piuttosto rigida, basata su un caso specifico composto da un salario basso, un numero di anni di contributo e l’ingresso nel sistema pensionistico a 65 anni.
Anche di fronte a un caso immaginato, un esempio di calcolo, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico si è detto preoccupato e ha parlato di dramma sociale. Questo perché il caso preso a esempio è quello statisticamente più comune. Infatti in futuro le pensioni non potranno che essere basse se gli stipendi attuali sono bassi, con salari uguali o inferiori a 9 euro l’ora. Tridico evidenzia così uno dei maggiori problemi per il sistema pensionistico di oggi e di domani: il fenomeno di mancata crescita degli stipendi italiani negli ultimi 20-30 anni. “Bisognerebbe pensare a una combinazione e a una flessibilità che possa favorire le carriere instabili e i lavoratori fragili”, ha commentato, richiamando l’attenzione sul tema.
Pensioni e dramma sociale: il calcolo della pensione per la generazione X (1965-1980)
L’Inps nel XXI Rapporto annuale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale ha confermato l’andamento degli ultimi anni in merito al basso importo delle future pensioni. Per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, la stima delle pensioni per la generazione nata tra il 1965 e il 1980 (generazione X) rappresenta un vero e proprio dramma sociale.
L’esempio portato dall’Inps è sì piuttosto specifico, cioè si basa su parametri fissi, ma è anche quello statisticamente più probabile se si fanno i conti a partire dai cosiddetti “lavoratori poveri”. In Italia infatti il 23% dei lavoratori percepisce meno di 1.000 al mese e una buona parte di questi percepisce anche meno di 750 euro. Lo scenario si traduce nel calcolo per la pensione dell’Inps con un drammatico assegno pensionistico di 750 euro.
I dettagli del caso tipo preso in esame dall’Inps riporta:
- 30 anni di contributi versati
- salario di 9 euro all’ora
- pensionamento a 65 anni di età
Il calcolo può, in base alla modifica di un solo parametro di questi sopra riportati, cambiare drasticamente (in positivo o in negativo). In questo momento si sta cercando di migliorare la situazione pensionistica con aumenti di chi è prossimo all’uscita dal lavoro, ma non c’è un piano unico per il futuro.
Perché l’importo sarà così basso: il vero dramma sociale sono le politiche del lavoro
Pasquale Tridico, alla presentazione del XXI Rapporto annuale dell’Istituto nazionale della previdenza sociale presentata all’Università della Calabria, ha palesato la preoccupazione per la stima pensionistica riportata. Non solo, ad allarmare è la mancanza di intervento dello Stato in proposito. Eppure l’Ocse ci avverte annualmente con l’analisi e la classifica dei salari più bassi d’Europa. L’Italia infatti è sempre tra gli ultimi posti per quanto riguarda la crescita dei salari medi reali (tra inflazione e crisi). Negli ultimi 20-30 anni in Italia gli stipendi non sono aumentati rispetto al costo della vita e anzi la crescita si è assestata intorno al -6%.
Una dinamica che nel lungo periodo ha portato a un’estrema fragilità di specifiche categorie, in particolare di donne e giovani. Secondo Tridico infatti bisognerebbe pensare a una combinazione e a una flessibilità che possa favorire le carriere instabili e i lavoratori fragili.