Aumento Pensioni: riguarda anche Forze armate e di Polizia?

Aumento Pensioni: riguarda anche Forze armate e di Polizia?

In arrivo aumenti sull’assegno pensionistico. Occhio ai requisiti.

L’aumento delle pensioni previsto per il mese di ottobre riguarda la platea di italiani in quiescenza che beneficerà di un incremento dell’assegno pensionistico grazie alla rivalutazione anticipata della pensione del 2% (approfondimento qui).

La misura è stata inserita dal governo Draghi nel Dl Aiuti-bis al fine di aiutare gli italiani alle prese con il caro bollette e i rincari. Di solito, gli assegni pensionistici vengono ritoccati all’inizio dell’anno nuovo (2023), quando si tiene conto del tasso di inflazione raggiunto nei dodici mesi precedenti.

Alla luce della crisi, però, l’esecutivo ha deciso di anticipare la perequazione e incrementare gli assegni pensionistici di una cifra compresa tra 10 e 50 euro in base al reddito. Il tasso è fissato al 2% con l’aggiunta dello 0,2% di conguaglio, in attesa della perequazione completa di gennaio 2023, che dovrà attenersi minimo all’8%.

Ora viene da chiedersi: tra coloro i quali beneficeranno dell’aumento sull’assegno pensionistico rientra anche il personale delle Forze armate e di Polizia?

Rivalutazione pensioni: vale anche per le Forze armate e di Polizia?

I beneficiari della rivalutazione dell’assegno pensionistico da ottobre a dicembre sono coloro i quali percepiscono un reddito inferiore ai 35 mila euro l’anno.

Questi pensionati potranno ottenere una piccola somma aggiuntiva sul cedolino della pensione e nella categoria, possiamo dire che , rientrano anche i pensionati delle Forze armate e di Polizia, il cui reddito non superi la soglia dei 35 mila euro l’anno.
Tuttavia, occorre prestare attenzione ad un aspetto.

Perequazione al 100%: vale per tutti?

La rivalutazione delle pensioni deve tenere conto che la copertura del 100% è destinata soltanto a chi riceve un assegno pensionistico inferiore fino a 4 volte il trattamento minimo.

Il trattamento minimo è pari a 524,35 euro e quindi la perequazione totale verrà calcolata solamente per chi percepisce una pensione mensile non superiore a 2.097 euro circa. La percentuale scende al 90% per chi ha un assegno compreso tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e al 75% per chi riceve un importo mensile superiore a 5 volte il trattamento minimo restando nei limiti dei 35 mila euro annui.

Rivalutazione pensioni: facciamo il punto

Già a partire da ottobre scatterà un primo aumento delle pensioni Inps, i titolari di trattamenti pensionistici in possesso dei requisiti necessari, e quindi anche Forze armate e Polizia, otterranno una rivalutazione degli importi del 2%, a cui si aggiungerà a novembre la differenza nel calcolo dell’inflazione del 2021.

L’aumento varia a seconda dell’ammontare dell’assegno pensionistico. Perciò si va da un minimo di 10,487 euro di aumento, ad un massimo di 50 euro. Nella fattispecie:

  • 100% della rivalutazione per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo, vale a dire fino a 2.097 euro;
  • 90% della rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo, vale a dire fino a 2.621,75 euro;
  • 75% della rivalutazione per gli assegni oltre 5 volte il trattamento minimo, vale a dire oltre i 2.621,75 euro.

Con il cedolino di novembre, infatti, verranno erogati anche gli arretrati maturati dal 1° gennaio al 30 settembre 2022, con importi una tantum che vanno da 10 a 130 euro.