Nozze militari “rituale maschilista”: rischiano l’abolizione?

Nozze militari “rituale maschilista”: rischiano l'abolizione?

L’avvocatessa Posillipo sul piede di guerra. Invoca lo stop al cerimoniale.

Il matrimonio in divisa, le cosiddette nozze militari, con "il ’colpetto’ di sciabola sul fondoschiena della sposa sono maschiliste e vanno assolutamente abolite”.

Parola dell’avvocatessa matrimonialista Carmen Posillipo del foro casertano di Santa Maria Capua Vetere che punta il dito contro il rituale delle nozze militari definendolo “fuorviante e diseducativo”.

Le nozze militari si compongono di un rituale fatto di tradizioni e “regole” da rispettare che si tramandano negli anni. In primis, occorre indossare l’alta uniforme del corpo militare di appartenenza, ma si può anche optare per un classico outfit da matrimonio e i coniugi devono passare sotto al ponte di sciabole.

Ed è proprio questo uno degli aspetti del cerimoniale ad aver fatto storcere il naso all’avvocato Posillipo, nota per le sue battaglie in favore del rispetto delle donne.

Vediamo più da vicino in cosa consistono le nozze militari e quali aspetti sono ritenuti oltraggiosi per le donne.

Nozze militari: in cosa consiste il rituale

Il matrimonio in divisa è senza ombra di dubbio molto particolare e di grande eleganza. Per mettere a punto un matrimonio militare che si rispetti, vi sono alcune semplici regole da seguire.

Ad esempio, non si deve tralasciare alcun dettaglio che riguardi:

  • Partecipazioni: il classico “Signor e Signora” che si ritrova costantemente in un invito dovrà essere sostituito dal grado militare di cui fa parte l’ospite;
  • Tema del matrimonio: occorre prendere spunto dall’arma di cui si fa parte; se si è un marinaio il tema sarà col bianco, se si è dell’aeronautica militare i temi saranno col blu scuro e azzurro e così via.

Tra i rituali vi sono gli immancabili:

  • Il picchetto d’onore con cui i colleghi militari di pari grado anch’essi in alta uniforma si schierano ai lati della porta d’ingresso con le sciabole sguainate in posizione di riposo;
  • Il ponte di sciabole innalzato appena gli sposi varcano la soglia su ordine del comandante che ordina “l’attenti”. I componenti del raggruppamento sollevano le sciabole formando un ponte sotto il quale passano gli sposi prima di essere sommersi da petali e riso con l’obiettivo di sciogliersi e mettersi in riposo solo dopo il bacio degli sposi;
  • Il lancio del cappello dopo il bacio degli sposi avviene da parte dei uno dei militari che con un colpo di sciabola farà cadere il cappello dello sposo e sarà compito della sua sposa raccoglierlo. Nel frattempo, un ulteriore militare darà un colpetto con la sciabola al fondo schiena della sposa;
  • Il brindisi benaugurale alla coppia spetta al militare con il grado più alto dell’arma seguito poi dai festeggiamenti e brindisi informali tra amici e parenti.

Nozze militari: l’ira dell’avvocatessa Posillipo

Dopo aver assistito ad un matrimonio in divisa e dopo aver visto con i propri occhi alcuni “rituali” del matrimonio militare, l’avvocatessa Posillipo ha sbottato dopo il tradizionale arco di sciabole: “ebbene è il rituale più maschilista al quale ho assistito”.

Ma anche il lancio del cappello è nel mirino dell’avvocatessa:

“dopo il bacio degli sposi, - spiega - uno dei militari con un colpo di sciabola fa cadere il cappello dello sposo. Spetterà alla sua sposa raccoglierlo - dice indispettita Carmen Posillipo, come riporta Ansa - e a quel punto un altro militare darà un colpetto con la sciabola al fondo schiena della sposa”.

Un gesto definito: “poco regale elegante maschilista e di chiara sottomissione , - ammonisce l’avvocato casertano - tant’è che in quello a cui ho assistito si è preferito tagliare questo ultimo atto, di certo non al passo coi tempi. E meno male...”.

Posillipo è da tempo impegnata in una campagna contro la violenza di genere, in primo luogo nelle scuole ma anche nelle piazze: “Invitiamo i ragazzi ad essere sensibili nei confronti dell’altro sesso - spiega - e assistere a una scena del genere è fuorviante e diseducativo”.

L’avvocatessa non ci sta e spera che il rituale del matrimonio militare venga abolito: “molte di queste iniziative vengono realizzate con l’appoggio della Polizia di Stato e dei Carabinieri - sottolinea - e credo sia giusto che siano proprio le forze di polizia a fare il primo passo ’rettificando’ il rito”.