Lesbo, bambini migranti tentano il suicidio: un disastro umanitario evitabile?

Lesbo, bambini migranti tentano il suicidio: un disastro umanitario evitabile?

49 bambini migranti all’anno tentano il suicidio. Il tragico appello da parte di Medici Senza Frontiera (MSF) sulle gravi condizioni degli accampamenti profughi a Lesbo. Ecco cosa sta accadendo nei campi per rifugiati

Tentano il suicidio per disperazione e paura. Ogni anno più di 49 bambini nel campo profughi di Lesbo, l’isola greca al centro dell’attenzione per le terribili condizioni in cui vivono i profughi, cercano di togliersi la vita.

Alcuni di loro non raggiungono nemmeno i 10 anni.

È agghiacciante l’ultimo report di Medici Senza Frontiera (MSF) che questo giugno è tornato ad appellarsi all’Unione Europea, affinché faccia qualcosa per risolvere la situazione e non la ignori.

Mentre l’Europa è presa dal piano vaccinale, sulle isole greche di Lesbo, Samo, Chio, Lero e Kos si consuma da cinque anni una crisi umanitaria silenziosa, del tutto evitabile secondo il report. La situazione è peggiorata dopo gli accordi presi con la Turchia nel 2016.

I numeri sono impressionanti:

  • più di 180.000 persone sono passate attraverso le isole greche dagli accordi UE-Turchia (marzo 2016);
  • 847 persone sono scomparse o sono morte in viaggio in Grecia dal 2016
  • almeno 21 persone sono morte negli hotspot;
  • 12 gli incendi su Lesbo e Samo che hanno portato a lesioni, morte e sfollamento.

Il sovraffollamento degli hotspot, sulle isole greche, non fa che peggiorare le precarie condizioni igienico-sanitarie, e rende impossibile la sicurezza nei campi, dove ogni giorno si manifestano atti violenti.

Una situazione che getta nel più totale sconforto i bambini che manifestano sempre più disturbi da stress post-traumatico, depressione e non solo.

I bambini nei centri

I bambini risentono sempre più dell’instabilità e della mancata sicurezza nei campi chiusi alle frontiere tra la Grecia e la Turchia.

Dopo essere fuggiti, con i loro genitori, dal proprio paese ed essere sopravvissuti lungo il viaggio della speranza verso l’Europa si trovano “imprigionati” in campi per contenimento. Qui sono spesso esposti ad atti di violenza e abusi sessuali, altro grave problema che affligge i rifugiati. Molti di loro hanno persino paura a lasciare la propria tenda di notte, e non è detto che di giorno possano essere al sicuro.

Dichiara MSF:

C’erano tassi allarmanti di autolesionismo e atti suicidi tra i bambini. Dei 180 pazienti che avevano sperimentato autolesionismo, ideazione suicidaria o tentato suicidio, più di due terzi erano bambini

Logorati dalla loro vita in questi campi, più di 120 bambini negli ultimi due anni hanno tentato di togliersi la vita e purtroppo, come si legge nel report, il più piccolo aveva appena 6 anni.

Gli accordi Ue-Turchia: un accordo disumano?

Secondo MSF è stato il pericoloso approccio dell’Europa alla migrazione la causa della crisi medico-umanitaria in Grecia. La demonizzazione degli immigrati che cercano riparo e asilo in Europa è un sintomo del problema.

Dagli accordi tra l’UE e la Turchia, a marzo del 2016, si è creato un vuoto di responsabilità. Secondo quanto stabilito ci sono alcuni punti fondamentali:

  • i nuovi migranti irregolari (dal 2016) in viaggio verso l’Europa dovranno tornare in Turchia;
  • l’Europa dovrà stanziare 6 miliardi di euro alla Turchia;
  • l’Europa dovrà velocizzare il processo di adesione della Turchia all’UE.

A febbraio 2021 il numero complessivo di siriani registrati e bloccati alle porte della Turchia è superiore a tre milioni, la metà di loro non è nemmeno maggiorenne. Questa strategia ha creato un afflusso enorme dentro i campi anche greci, dove i profughi attendono senza sapere cosa ne sarà del loro destino.

Totalmente dimenticati, vivono in un eterno limbo che li vede costretti in condizioni misere, come nel campo sovraffollato Moira: un centro adibito ad accogliere 3.000 persone e che ne ospitava più di 19.000 il giorno dell’incendio a settembre 2020.

La Commissione europea dovrebbe assumersi la propria responsabilità, come ha sostenuto Medici Senza Frontiera. Piuttosto che perseguire un sistema disumanizzante, dovrebbe adottare linee politiche che proteggano donne, uomini e bambini immigrati. Garantire, quindi, i diritti fondamentali come quello alla vita.

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