La rivolta dei camionisti arriva anche in Italia?

La rivolta dei camionisti arriva anche in Italia?

Il caro benzina, che in questi giorni ha raggiunto prezzi record, grava sui camionisti che vedono ridurre sempre più i loro profitti.

Quello del rialzo dei prezzi di benzina e diesel è un tema che torna spesso a occupare le pagine più importanti dei quotidiani.

Molti italiani sono particolarmente attenti all’andamento dei costi dei carburanti perché consumatori, automobilisti e aziende devono rinnovare i propri conti e quindi tarare le spese in base ai prezzi che diventano sempre più esorbitanti.

A causa del caro benzina, i camionisti, primi attori di questa vicenda, minacciano di fermare il Paese.

Febbraio 2022: prezzi record per benzina e diesel

Come già accennato, i rincari dei carburanti non sono destinati ad attenuarsi.

Il costo dei carburanti è sempre in aumento e in questi giorni ha toccato nuovi record. Lo conferma il Ministero della Transizione Ecologica, che, la scorsa settimana, ha fissato il prezzo medio della benzina verde (in modalità self) a 1,819 euro al litro, il che determina un incremento di 2,26 centesimi rispetto alla settimana precedente.

Sono i prezzi record dell’ultimo decennio.

Secondo i dati raccolti dal Ministero dello Sviluppo Economico:

  • il prezzo medio nazionale della benzina (in modalità self) sale a 1,823 euro/litro, con marchi che prevedono prezzi compresi tra 1,811 e 1,830 euro al litro;
  • il prezzo del diesel (sempre in modalità self) si attesta a 1,697 euro/litro con le compagnie tarate tra 1,689 e 1,713 euro al litro;
  • la benzina (in modalità servito) sale a 1,955 euro/litro, con le compagnia che applicano prezzi compresi tra 1,890 e 2,039 euro/litro;
  • il diesel (in modalità servito), invece, ha un prezzo medio di 1,834 euro/litri, con i prezzi dei brand posizionati tra 1,771 e 1,903 euro/litro;
  • il GPL prevede prezzi che vanno da 0,819 a 0,834 euro/litro;
  • il costo del metano auto, invece, è tra 1,797 e 1,897 euro/litro.

Caro benzina: la rabbia dei camionisti

Abbiamo già visto l’insurrezione degli autotrasportatori di Ottawa. Un destino che sembra non rimanere confinato nei territori del Canada.

Innescato dall’obbligo di vaccino anti-Covid per le tratte transfrontaliere, o determinato dall’aumento dei costi di benzina e diesel, il clima di esasperazione e rabbia sembra spargersi per tutto il globo e diventare sempre più furioso.

Marco Riccobelli, titolare della ditta di autotrasporti Riccobelli Srl e presidente Fai Conftrasporto Roma e Lazio, si sfoga con il Corriere della Sera:

“Milleduecento euro per un pieno, pochi mesi fa erano 300, non è possibile andare avanti così. In un anno abbiamo avuto aumenti del 40%.”

Marco Riccobelli ha 23 camion e altrettanti autotrasportatori a bilancio, ma a causa del costo troppo alto del carburante ammette di essere stato costretto a lasciarne a casa due: l’alternativa non avrebbe permesso alcun margine di profitto.

In Italia l’80% delle merci ancora viaggi su strada, e l’Unatras, l’Unione delle principali associazioni dell’autotrasporto italiane, ricorda che, in questa situazione, c’è il rischio:

“Che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare. La situazione è allarmante.”

Un avvertimento che impone una soluzione perentoria, che non solo stemperi la tensione, ma favorisca anche il giusto profitto ai lavoratori.

Andrea Prando, Segretario regionale di Casartigiani, afferma:

“Per ora il coordinamento unitario ha deliberato lo svolgimento nelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del Paese. Nel perdurare di mancanza d’impegni precisi da parte dell’Esecutivo, si potrebbe arrivare a ulteriori azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi”.