Elsa Corniglio - 15 settembre 2021
L’Italia non ha più il nucleare?
Il dibattito sul nucleare in politica va avanti tra criticità e proposte; ma davvero l’Italia non ha più il nucleare?
L’Italia non produce né possiede il nucleare da molti anni, ma partecipa al programma di condivisione nucleare della NATO. Ciò significa che tutt’oggi sul suolo italiano sono presenti armi nucleari custodite e controllate dagli USA.
In un dibattito politico che diverge tra pro e contro l’uso di energia nucleare in Italia, bisogna tenere in considerazione che la penisola italiana ospita alcune armi atomiche di dotazione degli Stati Uniti, pur non avendone di proprie.
Cos’è la condivisione nucleare NATO
Il programma di condivisione nucleare della NATO è un concetto politico di deterrenza del nucleare che impegna il coinvolgimento di alcuni suoi Paesi nell’uso o detenzione di armi strategiche.
In particolare, la condivisione NATO prevede la fornitura agli Stati sprovvisti di un proprio arsenale nucleare, di armi atomiche da parte di uno degli altri Stati membri che le possiede, con l’intento di fornire addestramento all’utilizzo delle stesse in caso di guerra.
Dove sono gli ordigni nucleari in Italia e quali sono
Non è ben chiaro se, in caso di guerra, l’Italia sarebbe o meno legittimata a fare ricorso alle armi nucleari degli USA presenti su suolo italiano. Sembra più probabile che la detenzione di tali ordigni rimanga di esclusiva statunitense.
Tuttavia, le bombe nucleari B61 mod 3 e mod 4 sono custodite in due località della penisola italiana, secondo quanto prevede il programma di condivisione nucleare della NATO. Di questi ordigni, 50 sembra siano collocati presso la base aerea di Aviano in Friuli Venezia-Giulia, mentre altri 20/40 sarebbero presso la base di Ghedi a sud di Brescia in Lombardia.
Il nucleare in Italia
Anche quando il programma nucleare italiano è stato interrotto, l’Italia ha continuato a ospitare armi nucleari. Pare che il ruolo dell’Italia fosse essenziale dal punto di vista strategico nella detenzione di testate nucleari per creare scudo di protezione durante la guerra fredda.
Infatti, da quel momento in poi, l’Italia è stata utilizzata come base dagli Stati Uniti per lo schieramento del missile cruise terrestre BGM-109G, del missile balistico tattico MGM-52 Lance e dei pezzi di artiglieria W33, W 48 e W79, fino ad arrivare ad oggi, con gli ordigni nucleari detenuti sul suolo italiano.
Forza multilaterale e il dibattito sul nucleare
Oltre alla collaborazione con gli Stati Uniti, l’Italia sperimentò in passato una collaborazione con la Forza Multilaterale della NATO. L’obiettivo era quello di sviluppare una forza nucleare a livello europeo.
Questo progetto era promosso dagli USA per mettere sotto controllo congiunto tra Europa e Stati Uniti tutte le armi nucleari non direttamente controllati dagli enti statunitensi. L’Italia ebbe in tal senso, un ruolo nella deterrenza del nucleare fino a quando l’ipotesi multilaterale sembrò non funzionare.
Progetti per lo sviluppo di un programma nucleare militare in Italia furono proposti tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, in seguito al fallimento del programma multilaterale. Gli ambienti politici italiani, tuttavia, furono poco propensi a dare seguito al discorso sul nucleare e nessun programma per assemblaggio di armi nucleari italiane fu portato avanti in concreto.
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