Gianmarco Pozzi, chi è e cosa è successo: i misteri del giallo di Ponza

Gianmarco Pozzi, chi è e cosa è successo: i misteri del giallo di Ponza

È ancora un mistero la morte di Gianmarco Pozzi. Sono giunte informazioni che potrebbero rilevarsi utili per risolvere il mistero. Ecco cosa sappiamo.

Il caso di Gianmarco Pozzi, giovane ritrovato morto il 9 agosto 2020 sull’isola di Ponza, è ancora un caso irrisolto. Sono diversi i casi di omicidio in Italia che non trovano una spiegazione, come accaduto recentemente con la sentenza nel caso Mollicone e tanti altri. Il caso di Gianmarco Pozzi è stato a lungo classificato come “suicidio”, ma fin da subito sono state portate prove e indizi sullo stato del corpo per poter affermare che i dubbi della famiglia potessero essere più che leciti.

Il mistero della morte di Gianmarco Pozzi inizia quando viene ritrovato morto nell’intercapedine tra un muro e una villetta. Viene giudicato come suicidio, ovvero una persona che si è gettata dalla collina sopra la villetta e cadendo ha perso la vita. Potrebbe però non essere andata così e anzi ci sono persone che credono si tratti di omicidio. Le stesse indagini sono state accusate in passato di essere state effettuate con superficialità o, come ha detto la famiglia Pozzi, con il chiaro intento di nascondere la reale causa della morte di Gianmarco. Il corpo allontanato velocemente, la pulizia della zona di ritrovamento prima di poter effettuare indagini più approfondite, l’assenza di effetti personali indumenti riconsegnati alla famiglia e infine la perizia sul corpo fanno pensare in questa direzione.

Intorno al caso Pozzi ci sono molti misteri, alcuni forse dovuti all’incompetenza di chi è giunto sul posto, come dicono i genitori di Gianmarco, alcuni dati dalla mancanza di prove evidenti che facciano pensare all’azione di altre persone e non del singolo giovane. Ecco che cosa è successo e cosa si è scoperto su chi è Gianmarco Pozzi e che cosa è successo a Ponza.

Caso Pozzi: chi è Gianmarco Pozzi

Gianmarco Pozzi, prima di essere il protagonista di un caso irrisolto ad appena 28 anni, era un pugile specializzato in diverse arti di combattimento che ha debuttato nel 2014 come dilettante per vincere poi diversi campionati e a 26 anni riuscire a conquistare la cintura della WFC nella Kick Boxing. Si era allontanato dal mondo della competizione sportiva da poco, quando nell’estate 2020 aveva iniziato a lavorare come buttafuori presso un’attività.

Si trovava proprio sull’isola di Ponza, dove lavorava, quando è stato ritrovato morto il 9 agosto.

Cosa è successo a Gianmarco pozzi: la ricostruzione e i pezzi mancanti

È calata l’attenzione sul caso Pozzi, non per la famiglia certo, ma per l’opinione pubblica. Durante la fase di maggior indignazione per il ritrovamento del corpo di un giovane ragazzo, il caso era stato considerato un “suicidio”. In breve ci fu un cambiamento nella declinazione della narrazione e da più o meno tutti è stato considerato un “omicidio”. Se non altro per via dei dubbi sulle indagini compiute dalle forze dell’ordine giunti sul posto. Tutti volevano credere che non si trattasse di suicidio.

Il corpo infatti venne immediatamente allontanato dalla zona del ritrovamento, ovvero un’intercapedine a ridosso della collinetta dalla quale Gianmarco Pozzi, in caso di suicidio, si sarebbe buttato. Alle 11 del mattino il proprietario dell’abitazione dice di aver sentito un forte colpo e di aver quindi notato il cadavere, per poi aver pulito tutta la scena velocemente. Senza corpo e senza ulteriori segni nella zona di ritrovamento, il caso fu presto definito “suicidio”.

La famiglia Pozzi chiese quindi una ulteriore autopsia e da queste emerse una profonda lesione alla testa e un edema polmonare. Inoltre diversi fratture delle costole e di una clavicola. Segni che, a un’iniziale descrizione, possono apparire compatibili con la caduta da un’altezza, ma che secondo la perizia sarebbero “incompatibili con la caduta”.

Caso pozzi: omicidio per droga

Il 25 maggio 2022 sono state arrestate diverse persone collegate alla criminalità e allo spaccio di sostanze stupefacenti a Ponza. Vincenzo Pesce, gestore del night “Blue moon” dove Gianmarco Pozzi lavorava come buttafuori, ha parlato. Secondo Pesce i carichi di droga provenienti da Roma giungevano a Ponza, al suo locale e da lì smerciati in tutta l’isola. Sembra che Gianmarco Pozzi facesse da bodyguard proprio al datore di lavoro che temeva vendette e ritorsioni per debiti di droga mai pagati.

Complici gli arresti, una nuova luce è stata gettata sul caso Pozzi, vista la vicinanza tra Gianmarco, il lavoro e i fatti di roga. Ora è molto più vicina di prima l’ipotesi di omicidio.

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