Giacomo Sartori: 3 cose che non tornano nel decesso

Giacomo Sartori: 3 cose che non tornano nel decesso

Il corpo di Giacomo Sartori è stato trovato, ma le indagini sono ancora in corso e molte cose non tornano nel decesso.

Il corpo di Giacomo Sartori è stato trovato impiccato a un albero a pochi metri dall’auto abbandonata, ma troppe cose non tornano in tutta la storia. Si è trattato di un suicidio o di un omicidio? Questa è la domanda che si pongono ancora gli inquirenti.

Giacomo Sartori: le domande sul corpo

Il corpo di Giacomo Sartori è stato trovato impiccato con un filo elettrico attorno al collo e una catena al terreno. Il cadavere era a poche centinaia di metri da dove è stata ritrovata la Volkswagen Polo di cui egli stesso era proprietario.

La prima cosa che non torna nel decesso è che per trovare il corpo ci sono voluti due giorni. Ben due giorni di ricerche per un corpo che era solo a pochi metri dall’auto: com’è possibile? Gli inquirenti ancora devono rispondere a questa domanda che potrebbe spostare le indagini su nuove piste o confermare le ipotesi già avviate.

Lo zaino di Sartori rubato a Porta Venezia

Un’altra cosa che non torna nel decesso di Giacomo Sartori è che, nel corso della serata, il suo zaino era stato rubato mentre era in un locale. Fin qui potrebbe sembrare tutto poco strano, ma Giacomo Sartori aveva subito un altro furto solo poche ore prima.

Infatti, il lunotto della sua auto era stato sfondato durante il giorno (poche ore prima del furto dello zaino) e il ladro aveva in quel caso rubato un altro zaino, contenente apparecchiature elettroniche personali della vittima.

Nel corso della serata, dopo il secondo furto, Giacomo Sartori aveva chiamato la famiglia e salutato gli amici al locale rimanendo molto scosso. Le testimonianze di familiari e amici riportano, infatti, la sua agitazione nell’andare via dal locale.

Da ora in poi è solo mistero sulla morte di Sartori

Dopo un paio d’ore, Giacomo Sartori si mette alla guida per andare nella campagna di Casorate Prima, fuori Pavia, in un posto che - a quanto pare - non aveva mai frequentato prima. Tra l’altro, sul cruscotto della macchina è stato ritrovato un tagliando dell’autostrada per mancato pedaggio.

Il trentenne aveva intrapreso l’autostrada consapevole di non poter pagare il pedaggio e come se non bastasse il mistero si infittisce per via delle telecamere di sicurezza che lo hanno visto vagare per molti luoghi prima di arrivare a destinazione.

L’ipotesi degli inquirenti sulla morte di Giacomo Sartori

L’ipotesi attuale sulla morte di Giacomo Sartori è che il trentenne sia arrivato nella campagna di Pavia seguendo indicazioni col telefonino. Si pensa che stesse seguendo i ladri per poter recuperare i suoi averi.

Questo sembrerebbe spiegare il perché un trentenne che lavora in un’azienda di software non abbia bloccato la carta subito dopo il furto. Di qui alla morte però, è tutto un mistero. Lo ha ucciso chi gli aveva rubato lo zaino? Oppure erano tutt’altri i motivi per cui si trovava fuori da Pavia? Solo l’autopsia potrà dare altre risposte.

Argomenti correlati: Fatti di cronaca