Aurora Marinaro - 22 marzo 2023
Erede con molti debiti: quali conseguenze?
Se un erede ha molti debiti le conseguenze sul patrimonio ereditario possono influire anche sugli altri eredi, ecco quando e come tutelarsi.
Quando è l’eredità a portare con sé dei debiti, i chiamati possono scegliere se rifiutarla o accettarla con beneficio d’inventario, in questo modo ognuno può tutelare il proprio patrimonio in modo sicuro. Allo stesso tempo, tuttavia, anche quando è l’erede ad avere molti debiti si possono creare situazioni spiacevoli. Oltre alle possibili azioni dei creditori, bisogna considerare anche le conseguenze per gli altri coeredi.
Le conseguenze per l’erede con debiti
Il Codice civile stabilisce l’obbligo del debitore di adempiere con il patrimonio presente e futuro. Ciò comporta che, oltre ai beni personali dell’erede, anche il lascito ereditario può essere oggetto delle procedure di riscossione attuabili dai creditori. Di conseguenza, il debitore anche se inizialmente impossibilitato, può essere obbligato al pagamento. Rinunciare all’eredità per evitare di soddisfare i creditori non è una soluzione possibile, in quanto i creditori possono impugnare la rinuncia che arreca loro un danno, anche quando il debitore ha rinunciato in buona fede.
L’erede potrà quindi subire il pignoramento e l’ipoteca sui beni immobili, a seconda dei beni ricevuti e del loro valore. Quando il titolo esecutivo arriva dopo la divisione ereditaria o comunque i beni ereditari del debitore non sono condivisi, allora le conseguenze sono limitate al debitore e non comportano danni agli altri coeredi.
Le conseguenze per i coeredi se uno di loro ha molti debiti
Nella prassi, è molto frequente che gli eredi debbano condividere alcuni beni, rispetto alla propria quota. La quota ereditaria è infatti proporzionale, oltretutto molto spesso buona parte del patrimonio ereditario è costituita da un immobile. Quest’ultimo diventa quindi di proprietà dei coeredi, in base al loro diritto. Bisogna quindi sapere che l’immobile in comproprietà può essere oggetto dell’azione creditoria, ovviamente in base alla quota del debitore.
Nello specifico, l’immobile in comproprietà fra i coeredi può essere sottoposto al pignoramento e dunque in seguito alla vendita. Nonostante la legge consenta al creditore di agire esclusivamente sulla porzione di proprietà del debitore, è ovvio che la procedura di esecuzione ha delle conseguenze importanti per gli altri proprietari.
Questi ultimi devono infatti subire la vendita dell’immobile, quando magari avrebbero preferito conservare materialmente il bene, oltretutto spesso a un prezzo molto più basso rispetto al valore di mercato effettivo della casa. Si tratta, infatti, del rischio più grave correlato alla vendita giudiziaria. Ovviamente, in seguito alla vendita i coeredi riceveranno una parte del ricavato corrispondente alla propria quota di proprietà, ma subendone il deprezzamento.
Allo stesso tempo, sull’immobile in comproprietà può anche essere iscritta un’ipoteca. L’Agenzia delle entrate – riscossione, peraltro, ha il diritto di procedere all’ipoteca anche se le quote del debitore sono minime. I rischi per i coeredi sono ancora più gravi se la quota di proprietà del debitore non è sufficiente a sanare il debito. L’Agenzia delle entrate, infatti, non può cancellare l’ipoteca senza chiudere il fascicolo debitorio che l’ha ascritta e per farlo pretende il pagamento intero (altrimenti l’ipoteca non avrebbe nemmeno una funzione di garanzia).
Naturalmente, le conseguenze sono più avvertibili per quanto riguarda gli immobili, ma attengono a tutti quei beni passibili di pignoramento e vendita forzata, tra cui anche i veicoli. Molto spesso, però, la procedura riguardante questi beni non risulta conveniente per il debitore e rappresenta perciò un rischio davvero marginale, che comunque deve essere valutato in base al valore dei beni.
Come difendersi dai debiti del coerede
I coeredi che, comprensibilmente, non vogliono subire le conseguenze dovute ai debiti di uno di loro possono procedere alla divisione ereditaria, anche in via giudiziale, al fine di separare le proprie quote da quelle del debitore. Un’alternativa è rappresentata dalla vendita della quota del debitore, la quale può essere acquistata anche dagli stessi coeredi, ad esempio per conservare la proprietà dell’immobile ereditario.
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