Congedo di paternità, come cambia: si arriva a tre mesi obbligatori

Congedo di paternità, come cambia: si arriva a tre mesi obbligatori

Si torna finalmente a parlare di congedo di paternità e questa volta per garantire un numero ben maggiore di giorni obbligatori per i neo papà. Quanti giorni prevede il Family Act?

Si può fare molto per raggiungere la parità dei diritti tra uomini e donne, in particolare sul posto di lavoro. In questi giorni il Governo ha discusso e sta continuando a discutere sulla parità di salario e sullo stato di maternità e paternità.

La situazione italiana è una delle peggiori in Europa per quanto riguarda il congedo di paternità. Proprio in vista della riforma del “Family Act” Elena Bonetti, Ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, ha annunciato che sarà avanzata la richiesta di un periodo di congedo per i neo papà pari a tre mesi.

Precedentemente il congedo parentale per i papà era di massimo dieci giorni, un numero di giorni considerato insufficiente e, in confronto ad altri Paesi europei, davvero ridicolo.

Congedo di paternità: proposti tre mesi obbligatori

Come funziona attualmente il congedo di paternità? Ad oggi, per gli eventi come parto, adozione o affidamento, il congedo obbligatorio è di 10 giorni e questo può essere goduto anche in via non continuativa.

Il numero dei giorni, come abbiamo detto in apertura, non è affatto adeguato al resto delle iniziative europee e mette l’Italia tra i peggiori Paesi in Europa per quanto riguarda i diritti dei neo genitori.

Una situazione che va sbloccata e verso la quale il Family Act sta puntando. Infatti, come ha annunciato la Ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Elena Bonetti, per i neo papà sarà proposto un congedo obbligatorio di tre mesi.

Lo ha ribadito proprio oggi la Ministra, in occasione della firma del patto “Zero gender gap” in apertura del Women’s Forum G20 Italy a Milano.

Congedo di paternità: uno sguardo al resto d’Europa

In Italia prima del 2013 il congedo di paternità neanche era articolato. A partire dal 2013 si è pensato di concedere 10 giorni, non consecutivi, ai neo papà. Ma per abbattere la disparità di trattamento salariale tra uomini e donne, fin dal colloquio di lavoro e per garantire pari diritti, il passo avanti da fare è proprio il congedo di paternità.

Solo in questo modo le donne potranno riprendere a lavorare e dividere il lavoro di cura del neonato con l’altro genitore. Questo aspetto culturale, sociale e ovviamente anche economico è stato affrontato da tempo in altri Paesi.

Gli apripista sono ancora una volta i Paesi del Nord, per esempio in Norvegia i neo papà possono beneficiare di un anno di congedo di paternità, dividendo le settimane previste con la madre del figlio. Su 56 settimane pagate all’80% o 46 settimane pagate al 100% 12 sono obbligatorie per la madre, 12 obbligatorie per il padre e il restante da suddividere tra i due genitori.

Anche in Spagna, Svezia e Danimarca il sistema del congedo di paternità e maternità è di alti livelli. Meno in Germania o in Francia.

Cos’è il Family Act e cosa prevede per i congedi di paternità?

Il Disegno di legge Family Act impegna il Governo a:

  • istituire un assegno universale mensile per ogni figlio a carico fino all’età adulta, senza limiti di età per i figli con disabilità;
  • rafforzare delle politiche di sostegno alle famiglie per le spese educative e scolastiche, e per le attività sportive e culturali;
  • riformare i congedi parentali, con l’estensione a tutte le categorie professionali e congedi di paternità obbligatori e strutturali;
  • introdurre incentivi al lavoro femminile, dalle detrazioni per i servizi di cura alla promozione del lavoro flessibile;
  • assicurare il protagonismo dei giovani under 35, promuovendo la loro autonomia finanziaria con un sostegno per le spese universitarie e per l’affitto della prima casa.

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